scriveva Luigi Pirandello in risposta a dei critici che, commentando Il Fu Mattia Pascal, tacciarono l'opera di una inverosimiglianza tale da risultare quasi assurda:
Le assurdità della vita non hanno bisogno di parere verosimili, perchè sono vere. All'opposto di quelle dell'arte che, per parer vere, hanno bisogno d'esser verosimili. E allora, verosimili, non sono più assurdità.
Un caso della vita può essere assurdo; un'opera d'arte, se è opera d'arte, no.
Ne segue che tacciare d'assurdità e d'inverosimiglianza, in nome della vita, un'opera d'arte è balordaggine. In nome dell'arte, sì; in nome della vita, no
Io credo che queste parole di Pirandello si adattino perfettamente alla situazione attuale; per quanto, infatti, io possa concordare riguardo l'assurdità storico-artistica di alcune tesi esposte ne Il Codice Da Vinci, non capisco che senso abbia scatenare questo immenso polverone. Non concordo con chi asseriva che è dovere del lettore/spettatore cercare altre fonti di informazione oltre al libro stesso (se così fosse non si finirebbe mai di cercare fonti di informazione sempre nuove; la conoscenza deve essere stimolata dalla voglia stessa di conoscere, non dalla speranza di veder confermate o smentite le ipotesi finora ottenute) ma ciò non vuol dire che la lettura debba essere passiva e che le tesi esposte da un libro debbano essere accolte "nude e crude" quali vengono proposte. Tuttavia, invece di criticare altrattanto passivamente un'opera d'arte tacciandola di falsità ed inverosimiglianza, sarebbe di gran lunga più utile opporle delle tesi, scientifiche o spirituali che siano, capaci di smuovere l'interesse della popolazione.
__________________
Per una convivenza migliore:
1. Usare la funzione cerca prima di scrivere nuovi post.
2. Aspettare pazientemente che qualcuno risponda ai messaggi senza bombardare i thread di inutili OT.
3. Accogliere le opinioni altrui senza voler imporre le proprie.
|