
Del rapporto luce/alghe si è molto discusso in passato, nel presente e probabilmente se ne discuterà parecchio anche in futuro.
L’illuminazione è certamente uno degli argomenti che maggiormente coinvolgono l’attenzione dell’acquariofilo, specialmente se acquaplantofilo.
Tralascio l’estenuante trattazione del rapporto lumen/watt, dei gradi Kelvin e della copertura dello spettro solare, di cui si è ampiamente e logorroicamente dibattuto un po’ ovunque, e mi permetto, invece, di sottolineare un aspetto che forse non viene preso in considerazione con la dovuta cautela e cioè quello che riguarda il diverso effetto che la medesima lampada può avere su specie di piante differenti.
Abitualmente illumino le mie vasche di piante con lampade t5 da 6500 k perché ritengo che queste lampade possano stimolare in maniera significativa le piante che abitualmente impiego in acquario (e soprattutto perché detesto le tonalità “calde”).
Ciò, ovviamente, non significa che i 6500 kelvin impiegati siano in assoluto la soluzione migliore.
A parità di potenza luminosa (e di resa cromatica) alcune piante potranno trarne grande giovamento, altre no.
Un esempio pratico: se il tuo acquario è piantumato prevalentemete con piante a foglia ampia e/o a crescita lenta (o comunque non rapida) come Echinodorus, Lobelia, Microsorum e simili, potrai illuminare l’acquario con lampade meno “spinte” e dai toni meno freddi di quanto accada con i fantomatici 6500 k o, al più,mischiare lampade con gradazioni differenti.
Illuminare una Echinodorus bleheri con lampade dai toni spiccatamente freddi, compresi tra 65000 10000 kelvin (giusto per non fare nomi: Philips tld 865, Arcadia Freshwater, Sylvania Aquastar e simili), salvo casi particolari, significa condannarla quasi inevitabilmente ad un assalto di alghe verdi (in genere pelose), mentre bilanciando l’illuminaione verso toni meno freddi si riesce, in genere, ad ottenere un ottimo risultato in termini di crescita ed un buon compromesso in termini di resa cromatica.
Quanto appena detto non deve però indurre nel banale errore di ritenere “pessime” le lampade che ho menzionato, che ritengo invece tra le migliori.
Le medesime lampade se utilizzate con piante a rapida crescita danno risultati eccezionali (ovviamente se l’intero sistema acquario è ben bilanciato).
Come puoi facilmente renderti conto l’aspetto che spesso tralasciamo è l’abbinamento tra le piante.
Ci ostiniamo a sceglierle in base al gusto estetico (nella migliore delle ipotesi) tralasciando assolutamente l’aspetto più importante e cioè quello delle differenti esigenze.
Siamo molto attenti all’abbinamento dei pesci e invece non degnamo delle stesse attenzioni le piante con risultati spesso catastrofici.
Abbinare una Eusteralis o una Ludwigia con una sciafila signira fare autogol a meno di non avere capacità ed esperiza tali da consentire questo tipo di abbinamento.
Inevitabilmente le prime due richiederanno quantità “industriali” di luce e nutrienti mentre le altre si accontenterebbero volentieri di una luce diffusa (se non penombra) e di un buon substrato fertile facendo volentieri a meno di ettolitri di nitrato di potassio e ferro chelato.
Mamma mia quanto ho scritto. Scusate.