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Originariamente inviata da lorevo
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leggendo l'ultimo commento di stefano,mi fa pensare a quanto è successo a monaco con la caulerpa taxifolia...certo il paragone è esagerato e un pò azzardato,ma io credo che in ogni ecosistema ci siano abbastanza specie,quindi perchè fare ste cose??a me sinceramente non piace...e poi a chi piacerebbe vedere un panda in una savana??
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Il paragone è simile ma la caulerpa dopotutto è limitata ecologicamente. Si è dimostrata meno perniciosa di quanto si pensasse, meno, ad esempio, della C. racemosa che è arrivata da sola attraverso Suez. Quello che fa tenere le antenne dritte a ICRAM, laboratori di biologia, ASL che si occupano di pescato e laboratori correlati è il possibile adattamento di patogeni o al più microrganismi parassiti che possano portare alla caduta verticale del pescato (per assenza di difese immunitarie specifiche) o, peggio, l'adattamento di alghe dinoflagellate (possibile ad esmpio col "mescolamento" di rocce tropicali in vasche med). Una specie di alga unicellulare bentonica, arrivata con acque di zavorra, ha già portato decine di casi di intossicazione in certe condizioni (vedi Liguria l'estate scorsa ma ci sono casi registrati da Livorno a Otranto) ma ci sono alghe ben più tossiche. Gli organi di controllo che si occupano delle aree internazionali di pesca periodicamente devono chiudere zone dell'Atlantico e del Pacifico per fioriture di dinoflagellate che rendono il pesce da tossico a velenoso. In Mediterraneo sarebbe molto, molto preoccupante. Quindi nel dubbio la prudenza non è mai troppa con i mescoloni in vasca. Alcune alghe sopravvivono anche allo shock osmotico dello sciacquone del cesso . Basta che 1 ola cellula, più resistente, superi la fogna e il disastro è assicurato....