Il fatto che le quantita' non siano molte, alza il costo di produzione dell'oggetto e quindi diciamo il minimo a cui poi il produttore lo puo' vendere.
Inoltre fa' si che grandi multinazionali (che so Samsung, Toshiba, Yahamha) non si interessino al mercato e quindi aziende medio piccole possono inseririsi nel settore che e' di nicchia.
E su questo hai ragione.
Pero' una volta che conosce il minimo a cui puo' vendere un oggetto, l'azienda cerca di venderlo al massimo per guadagnarci di piu' e questo massimo e' legato a quanto sono dispoto a spendere i clienti, e alla concorrenza.
Nel 'libero mercato' (non sono un capitalista, ben inteso, mi limito a registrare i fatti) i vari concorrenti saranno costretti ad abbassare il prezzo per vendere (a parita' di qualita'), fino a raggiungere il minimo.
Ovviamente se i concorrenti sono d'accordo non scendono mai sotto un certo margine.
I termostati in generale non sono specifici degli acquari e quindi tenderebbero a sfuggire a questa regola. In questo caso il titolare ha detto: io ci metto una uscita per controllare anche le ventole. Industrialmente questo potrebbe costare 2 o 3 euro in piu', ma trasforma l'oggetto in qualcosa di specifico, utile e attualmente magari l'unico o comunque con pochissima concorrenza.
Se il prodotto va bene, il prossimo anno se ne troveranno diverse marche ed il prezzo tornera' a pochi euro sopra quello standard.
Questa e' la mia opinione.
Pensa a quanto costa un prodotto chimico per acquariofilia, e l'equivalente in farmacia se riesci a farti fare una preparazione galenica.
Eppure non credo che chi ha mercato europeo se non mondiale come la Elos, la Kent ed altri ne produca poco!
E non credo che il prodotto acquariofilo sia piu' 'puro' di quello per uso umano in farmacia.
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