Strategie di successo:
Non esiste un “metodo universalmente riconosciuto” per debellare le alghe nere a pennello, vengono quindi proposte delle esperienze che, in contesti specifici, hanno portato a risultati soddisfacenti e in qualche caso risolutivi.
CO2 a manetta
Vasca da 180 litri, riccamente piantumata con illuminazione medio/alta (0,8 w/litro); i pesci sono stati tolti a titolo precauzionale e la fertilizzazione dimezzata.
CO2 a dose doppia rispetto alle tabelle per 7 giorni, fotoperiodo ridotto di un’ora, riduzione del movimento acqua, fertilizzazione immutata.
Cambio acqua del 50% con sifonatura del fondo a fine trattamento.
Acqua ossigenata
Vasche riccamente piantumate, allo stadio iniziale dell’infestazione: le alghe sono presenti sui bordi delle foglie coriacee (echinodorus, microsorium, anubias su tutte).
In occasione dei cambi d’acqua e a filtro spento spruzzare direttamente sulle alghe con una siringa acqua ossigenata a 10 volumi… si osserveranno migliaia di piccole bollicine e le alghe lentamente scoloriranno, per poi svanire in circa una settimana.
Non superare 1 ml di H2O2 ogni 4 litri d’acqua.
Dopo il trattamento attendere 10 minuti, completare il cambio d’acqua e riattivare il filtro.
Candeggina
Sistema valido solo per piante coriacee come anubias, microsorium, alcune specie di echinodorus.
Si prepara una bacinella o una pentola con una soluzione di acqua e candeggina 1:20 e vi si immergono le foglie colpite -NON LE RADICI- per 8-10 secondi, agitando per bene.
Si sciacquano molto bene le piante e le si rimettono in vasca
Entro qualche giorno le alghe diventano dapprima rosse, poi bianche e poi svaniscono.
NB le anubias vanno posizionate in zone scarsamente illuminate, meglio ancora all’ombra di altre piante.
Piante antagoniste
Vasca da 100 litri con illuminazione medio-bassa (0,4 w/litro), ben piantumata con piante poco esigenti e a crescita lenta.
L’invasione di alghe nere è stata ridotta e debellata con l’introduzione di piante a crescita veloce (hygrophila polisperma e limnophila sessiflora), unitamente all’introduzione di un impianto CO2 temporizzato, attivo nelle sole ore di luce.
In molti casi l’introduzione di piante antagoniste non sortisce nessun effetto, ma in questo caso è risultata efficace, visto il basso apporto di luce e fertilizzanti necessario alla gestione di una vasca “low tech”.
In pratica le alghe sono morte di fame per la concorrenza delle piante antagoniste.
In vasche di piante esigenti il metodo porterebbe alla sofferenza delle medesime a causa dell’interruzione della fertilizzazione, quindi in tal caso è sconsigliato.
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