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Vecchio 09-03-2008, 12:18   #11
condormannaro
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Suggerirei cautela e prudenza

Personalmente sono piuttosto restio a prefiguare scenari apocalittici.

Attendiamo di leggere i risultati dei lavori della Commissione.

A presto
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Vecchio 09-03-2008, 13:06   #12
awake
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in effetti queste inspiegabili ventilate restrizioni che gia'piu' volte erano state paventate(parlo ovviamente del blocco dei frags di sps) non avrebbero nessuna logica motivazione ecologista,ma sicuramente motivazioni politico-commerciali. cmq negli usa arriva come sempre di tutto e di piu',dagli stessi fornitori.
la teoria ecologista che sostiene il blocco totale,basa le proprie ragioni sul fatto che i frags provengono da colonie selvatiche,quindi c'e' un impatto ambientale.
esistono chilometri di allevamenti di talee,dove sono allevati diverse decine di migliaia di acropore. quelle che solitamente arrivano sul nostro mercato possono avere dai 3 ai 7 mesi . quindi i ratei di crescita sono piuttosto veloci. da un'acropora wild solitamente si ricavano diverse decine di frags. una percentuale di frags non venduti dopo un anno e' in grado di essere utilizzata per la ritaleazione,senza piu' dover ricorrere al prelievo di animali selvatici. se si costringessero le farm indonesiane(arriva quasi tutto da li) a riversare in mare una percentuale anche solo del 5 % degli animali riprodotti,non ci sarebbe nessun problema di impatto ambiantale,anzi si potrebbe parlare di piano massiccio di ripopolamento.
inoltre e' importante dire che un'acropora selvatica ha in loco un valore medio di 10$ ,mentre una talea di 4$. si comprende immediatamente come lo strumento della riproduzione possa creare fonte di lavoro e ricchezza ,e l'economia di intere regioni dipende ormai da questo tipo di attivita'.
sostenere il blocco e' a mio avviso un incredibile errore da tutti i punti di vista.
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Vecchio 09-03-2008, 13:10   #13
ale_nars
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quindi i ratei di crescita sono piuttosto veloci. da un'acropora wild solitamente si ricavano diverse decine di frags. una percentuale di frags non venduti dopo un anno e' in grado di essere utilizzata per la ritaleazione,senza piu' dover ricorrere al prelievo di animali selvatici. se si costringessero le farm indonesiane(arriva quasi tutto da li) a riversare in mare una percentuale anche solo del 5 % degli animali riprodotti,non ci sarebbe nessun problema di impatto ambiantale,anzi si potrebbe parlare di piano massiccio di ripopolamento.
sarebbe veramente una bella idea...
inoltre nel nostro mercato troviamo regolarmente lps,la maggior parte dei quali sono straprotetti...altro che acropore...mi viene da pensare alla catalaphyllia alla plerogira ecc...
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Vecchio 09-03-2008, 13:21   #14
condormannaro
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Personalmente nutro qualche dubbio sulla tesi secondo la quale l'impatto ambientale relativo al prelievo in natura di animali per il mercato acquariologico sarebbe molto basso.

Nutro anche molti dubbi sulla bontà, a monte, della scelta di puntare sullo sfruttamento delle risorse naturali per favorire lo sviluppo di aree geografiche ad oggi prive di apprezzabili attività agricole o industriali. E questo anche se realmente si trattasse di sfruttamento sostenibile ed ecocompatibile.

Rischio però, a forza di esprimere dubbi, di divagare dal tema principale: le norme che disciplinano il nostro hobby e gli sviluppi futuri.

Ho esercitato il diritto di accesso agli atti della Commissione (in particolare agli ordini del giorno), e quindi conto di avere i documenti dei lavori entro la fine del mese.

A presto
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Vecchio 09-03-2008, 13:26   #15
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condormannaro, se entrasse in vigore una norma del genere,non è probabile,che come per gli LPS la norma venga aggirata comprando coralli da altri paesi e non come importatori diretti?con il solo risultato dell'aumento dei prezzi? più o meno ho capito che funziona così...
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Vecchio 09-03-2008, 13:41   #16
condormannaro
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Originariamente inviata da ale_nars
condormannaro, se entrasse in vigore una norma del genere,non è probabile,che come per gli LPS la norma venga aggirata comprando coralli da altri paesi e non come importatori diretti?con il solo risultato dell'aumento dei prezzi? più o meno ho capito che funziona così...
Si sentono dire molte cose, e personalmente non so quali siano vere e quali no.

Ad oggi è sospesa l'importazione di alcuni coralli da alcuni paesi. Se poi il divieto viene violato, oppure aggirato, ovviamente non lo so.

Ho la netta impressione che nessuno di noi, anche fra coloro che lavorano nel settore, abbia una esatta conoscenza dei flussi commerciali e di tutte le procedure che vengono seguite. Un'impressione che mi deriva, almeno per gli addetti ai lavori, dalla constatazione di una spesso confusa e frammentaria conoscenza delle norme.

Sul punto sono comunque piuttosto...zen. Nel senso che penso si possa parlare quanto si vuole, ma alla fine si tratta di scelte ed eventi che sono assolutamente fuori dal nostro controllo.

Quello che più mi preme è sapere come stanno le cose, per poter coltivare il mio hobby nel rispetto delle regole. Regole che sono poste da chi, almeno teoricamente, dispone di strumenti ben più incisivi rispetto a quelli in dotazione ad un semplice appassionato.

A presto
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Vecchio 09-03-2008, 13:55   #17
mauro56
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Ottima ricerca e interessante riassunto delle normative. Grazie. Lo studio!

Temo tuttavia che nella pratica si punti piu' sull'identificare le grandi violazioni transfrontaliere che non il commercio interno.
Nella mia esperienza personale a nessuno nell'ufficio CITIES interessa nulla delle mie 40 testudo graeca/hermanni e, anche se da tempo sto cercando di mettere in regola le nascite e le alienazioni, mai e' stato effettuato un controllo.
Nella vostra esperienza vengono effettuati controlli presso i rivenditori (siano essi importatori o re-sellers)?
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Vecchio 09-03-2008, 18:07   #18
awake
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come tutte le leggi umane anche questa che pretende di regolare i flussi di animali protetti quali ad esempio le acropore ,credo sia quantomeno imprecisa. c'e' sicuramente da dire che l'italia e' a tutti gli effetti un paese di serie B per qualsiasi esportatore di animali in convenzione. ad esempio a me risulta che in altri paesi comunitari l'approvazione dei c.i.t.e.s. da parte del ministero ha tempi dimezzati rispetto ai nostri. significa che un esportatore per destinare delle quote al mercato italiano,per le quali paga anticipatamente al proprio stato ogni singolo c.i.t.e.s.,rischia di vedersi scadere tali permessi a causa della lentezza del nostro ministero. quindi fornire l'italia rappresenta il rischio di una probabile perdita di parte delle quote comprate e un danno economico.
oppure durante le riunioni comunitarie ,mentre i grossisti stranieri riuniti in associazioni mandano dei propri rappresentanti(il piu' delle volte sono biologi che conoscono l'argomento molto meglio dei membri del comitato ,che hanno solo ruoli politici),in italia non esiste nessuna situazione di questo tipo. il caso delle tridacne la dice tutta: un grossista italiano non poteva importarle direttamente poiche' animali vietatissimi,allora si usava la famosa "tringolazione",grazie alla quale un importatore ad esempio tedesco richiedeva ed otteneva i permessi in germania ,comprava in indonesia e rigirava legalmente (ambito comunitario) gli stessi animali in italia.
oggi ci sono farm in indonesia,di cooproprieta' tedesca ,che riproducono tridacne selezionatissime di tutti i tipi, e ci sono invece paesi come ad esempio il wietnam ,ma anche la stessa indonesia ,dove la tridacna e' considerata a tutti gli effetti come una cozza,se la magnano !!!!in madagascar ho visto pigne di tre metri di gusci di squamosa di 30 cm.....portacenere!!! ora ,parlare di impatto ambientale,dopo che e' dimostrato che dall'acropora,alla tridacna,alla turbinaria,al sarcophyton,alla caulastrea,alla catalaphyllia, tutto e' facilmente riproducibile, a mio modo di vedere e' solo questione di investimenti,organizzazione e di legiferare nella direzione giusta. oppure dare con il contagocce serve solo a far lievitare i prezzi e speculare.se in italia non ci fossero orate e branzini dall'allevamento per come sta il nostro mare,probabilmente i ristoranti sarebbero costretti a chiere al ministero la convalida dei c.i.t.e.s.
e le soluzioni possono essere varie,come ad esempio quella di destinare una parte degli introiti dei c.i.t.e.s.(che come l'iva viene poi assorbita dal compratore finale),alla riproduzione.
un economia che dipende esclusivamente da una risorsa ambientale,e' sicuramente un'economia a rischio. c'e' pero' da tener presente che quella stessa economia ha sempre vissuto quasi esclusivamente di pesca . anche i paesi desertici estrattori di petrolio sono a rischio ,ma da beduini grazie a questo rischio corso(che io chiamerei piu' colpo di culo) si sono trasformati in finanzieri tant'e' che il 7% degli investimenti in usa e' di compagnie saudite.
per chiudere,tornando alla riunione che dovrebbe tenersi a gioni, e al tanto caro discorso dell'impatto ambientale,un importante biologo danese durante una di queste riunioni tenutasi anni fa,aveva presentato un dettagliato servizio fotografico che testimoniava il camminamento sulla barriera da parte di pescatori (intenti non a pescare acropore o pocillopore,ma bensi ricci e stelle,che pure non sono in convenzione!!!!). i membri della commissione che fervidamente avevano sostenuto l'opportunita' del blocco delle sclerattinie individuando il camminamento come una delle cause prime della distruzione delle barriere(???) , venivano messi al corrente che vi erano altri motivi,oltre alla pesca delle acropore(che avviene piu' in profondita') per cui gli indigeni cammiavano e rompevano le acropore.
questo dimostra anche il grado di competenza di chi deve legiferare.
ma la cosa piu' importante e' lo stesso biologo ,grazie al servizio fotografico, aveva dimostrato che quell'occasionale(e non ripetuto )camminamento che aveva frammentato i coralli ,aveva prodotto nell'arco di meno di un anno una quindicina di nuove colonie ,nel frattempo divenute adulte.
beh insomma,non so se l'avete capito......io non sono per il proibizionismo semplicistico e strumentale,quindi.....riaprite le case chiuse
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Vecchio 09-03-2008, 19:04   #19
condormannaro
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Caro awake,

ti ringrazione del bell'intervento.

Purtroppo hai ragione quando lamenti la lentezza delle procedure per ottenere i permessi in Italia. Come ben sai, infatti, le norme che disciplinano l'ingresso nell'Unione degli animali protetti sono assolutamente identiche per ogni Paese. Cambiano solo le procedure amministrative interne.

Sull'impatto ambientale, continuo ad avere la netta impressione di comportamenti molto disinvolti nei Paesi esportatori. Spesso non si ha la minima consapevolezza di cosa ci sia dietro alcune risorse, ed i miglioramenti degli ultimi anni mi sembrano ancora cosa esigua.

Sull'esempio da te fatto degli investimenti sauditi, direi che, a ben riflettere, è un esempio che dovrebbe inquietarci. Premesso che si tratta di risorse ben diverse, ed di ben diverso impatto economico e ambientale, direi che l'Arabia Saudita non dovrebbe rappresentare di certo la stella cometa, dal punto di vista dell'impostazione economica, dei paesi in via di sviluppo.
Basti infatti pensare che stiamo parlando di un Paese ove la ricchezza è quasi eslcusivamente in mano ad una sola famiglia, e che stanno spompando la risorsa senza seriamente organizzare il dopo.
Una visione rapace ed utilitaristica dello sfruttamento delle risorse, che ha un senso, come nel loro caso, solo quando non pensi ad un popolo (che peraltro è piuttosto esiguo numericamente) ma ai tuoi conti personali.

Direi che abbiamo divagato, quindi tornerei ai nostri temi.

Aspettiamo di leggere cosa stabilirà la Commissione.

Chissà, magari imporrà acropore libere per tutti!

A presto
condormannaro non è in linea   Rispondi quotando
Vecchio 05-04-2008, 15:11   #20
condormannaro
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Ho aggiornato il file. Ora contiene l'ultima versione, attualmente in vigore, della L.150/92.

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