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Vincè!!! Te possino!!!!! altroposito ( ) ti devo telefonà per andare da massimo una di queste sere
Siccome mi fà fatica scrivere perche la storiella è lunga faccio un copia incolla da uno degli articoli del portale in cui si spiega l'avvio del ciclo dell'azoto in vasche dolci. In vasche marine è lo stesso salvo il fatto che con le rocce vive si cerca di completare il ciclo con la riduzione del nitrato (NO3)
Quote:
I nitriti (NO2)
Quando in un acquario introduciamo dei pesci, questi cominciano subito a compiere funzioni proprie di tutti gli organismi viventi: espellono urina e feci, a cui si aggiungono di regola anche resti di cibo. In un acquario già ben avviato questo non è assolutamente un problema. Certi batteri si gettano affamati su questi rifiuti e, tramite una collaborazione esemplare di varie famiglie di batteri, li riciclano, generando come prodotto finale i
nitrati.
I nitrati sono considerati dei fertilizzanti azotati per le piante e risultano relativamente innocui per i pesci.
Ma è nei dettagli che spesso si presentano i problemi. Il processo di smaltimento delle sostanze di rifiuto prodotte in acquario, principalmente proteine, feci e urina, ammoniaca e ammonio, fino allo stadio finale dei nitrati (NO3) si svolge tramite vari passaggi. E per ogni passaggio è responsabile una determinata famiglia di batteri.
Per il passaggio 1, dall'ammonio/ammoniaca ai nitriti, sono responsabili i batteri del gruppo Nitrosomonas. Essi innanzi tutto trasformano i rifiuti iniziali dei pesci e gli avanzi di cibo in un prodotto intermedio, i nitriti. E questi nitriti sono altamente tossici per i pesci.
I pesci tollerano appena contenuti di nitriti fino a 0,2 milligrammi per litro (mg/l) d'acqua.
A partire da 0,5 mg/l la situazione si fa critica. 2,0 mg/l di NO2 a lungo termine risultano letali per i pesci. Come termine di paragone, i nitrati (NO3), il prodotto di riciclaggio finale nell'acqua dell'acquario, vengono tollerati dai pesci fino a concentrazioni di circa 100 mg/l. La normativa CEE sull'acqua potabile permette un tasso di NO3 nell'acqua di rubinetto di 50 mg/l. Per ulteriore ossidazione dei nitriti è responsabile un'altra famiglia di batteri, i cosiddetti Nitrobacter.
Il problema in acquario sta nel fatto che entrambi i gruppi di batteri si devono sviluppare al più presto possibile in quantità sufficienti. Purtroppo però, la prima famiglia di batteri, le specie di Nitrosomonas responsabili del processo di decomposizione fino ai nitriti, si sviluppa più rapidamente del secondo gruppo. In questo modo può accadere che i batteri Nitrosomonas producano più nitriti di quanti i Nitrobacter, non ancora numerosi, ne riescano in un primo momento a ossidare. Si crea per così dire una discarica di nitriti in acquario, con tutte le conseguenze spiacevoli che ciò comporta. alcuni Autori per questo motivo consigliano agli acquariofili principianti di attendere circa tre settimane prima di effettuare l'introduzione dei pesci così da aggirare in maniera ingegnosa queste difficoltà iniziali.
Invece, i batteri per moltiplicarsi hanno bisogni di nutrimento, quindi di feci, urina e residui di cibo. Se dunque si attendono tre settimane, anche il processo di moltiplicazione dei batteri desiderati inizia solo tre settimane più tardi. Semplicemente posticipiamo il problema dei nitriti. Somministrando quel pizzico di cibo per pesci nei primi giorni noi forniamo nutrimento a questi microrganismi che avranno dunque modo di svilupparsi al meglio.
Alcuni introducono nei nuovi acquari una manciata di materiale di fondo proveniente da un acquario più vecchio oppure inseriscono nel nuovo filtro un pò di materiale filtrante di un filtro gia avviato da un pò di tempo, inoculando così i batteri desiderati.
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Siccome mi fà fatica scrivere perche la storiella è lunga faccio un copia incolla da uno degli articoli del portale in cui si spiega l'avvio del ciclo dell'azoto in vasche dolci. In vasche marine è lo stesso salvo il fatto che con le rocce vive si cerca di completare il ciclo con la riduzione del nitrato (NO3)
Quote:
I nitriti (NO2)
Quando in un acquario introduciamo dei pesci, questi cominciano subito a compiere funzioni proprie di tutti gli organismi viventi: espellono urina e feci, a cui si aggiungono di regola anche resti di cibo. In un acquario già ben avviato questo non è assolutamente un problema. Certi batteri si gettano affamati su questi rifiuti e, tramite una collaborazione esemplare di varie famiglie di batteri, li riciclano, generando come prodotto finale i
nitrati.
I nitrati sono considerati dei fertilizzanti azotati per le piante e risultano relativamente innocui per i pesci.
Ma è nei dettagli che spesso si presentano i problemi. Il processo di smaltimento delle sostanze di rifiuto prodotte in acquario, principalmente proteine, feci e urina, ammoniaca e ammonio, fino allo stadio finale dei nitrati (NO3) si svolge tramite vari passaggi. E per ogni passaggio è responsabile una determinata famiglia di batteri.
Per il passaggio 1, dall'ammonio/ammoniaca ai nitriti, sono responsabili i batteri del gruppo Nitrosomonas. Essi innanzi tutto trasformano i rifiuti iniziali dei pesci e gli avanzi di cibo in un prodotto intermedio, i nitriti. E questi nitriti sono altamente tossici per i pesci.
I pesci tollerano appena contenuti di nitriti fino a 0,2 milligrammi per litro (mg/l) d'acqua.
A partire da 0,5 mg/l la situazione si fa critica. 2,0 mg/l di NO2 a lungo termine risultano letali per i pesci. Come termine di paragone, i nitrati (NO3), il prodotto di riciclaggio finale nell'acqua dell'acquario, vengono tollerati dai pesci fino a concentrazioni di circa 100 mg/l. La normativa CEE sull'acqua potabile permette un tasso di NO3 nell'acqua di rubinetto di 50 mg/l. Per ulteriore ossidazione dei nitriti è responsabile un'altra famiglia di batteri, i cosiddetti Nitrobacter.
Il problema in acquario sta nel fatto che entrambi i gruppi di batteri si devono sviluppare al più presto possibile in quantità sufficienti. Purtroppo però, la prima famiglia di batteri, le specie di Nitrosomonas responsabili del processo di decomposizione fino ai nitriti, si sviluppa più rapidamente del secondo gruppo. In questo modo può accadere che i batteri Nitrosomonas producano più nitriti di quanti i Nitrobacter, non ancora numerosi, ne riescano in un primo momento a ossidare. Si crea per così dire una discarica di nitriti in acquario, con tutte le conseguenze spiacevoli che ciò comporta. alcuni Autori per questo motivo consigliano agli acquariofili principianti di attendere circa tre settimane prima di effettuare l'introduzione dei pesci così da aggirare in maniera ingegnosa queste difficoltà iniziali.
Invece, i batteri per moltiplicarsi hanno bisogni di nutrimento, quindi di feci, urina e residui di cibo. Se dunque si attendono tre settimane, anche il processo di moltiplicazione dei batteri desiderati inizia solo tre settimane più tardi. Semplicemente posticipiamo il problema dei nitriti. Somministrando quel pizzico di cibo per pesci nei primi giorni noi forniamo nutrimento a questi microrganismi che avranno dunque modo di svilupparsi al meglio.
Alcuni introducono nei nuovi acquari una manciata di materiale di fondo proveniente da un acquario più vecchio oppure inseriscono nel nuovo filtro un pò di materiale filtrante di un filtro gia avviato da un pò di tempo, inoculando così i batteri desiderati.