Non sò se si può fare comunque ecco l'articolo.
La parte interessante per noi a quella finale dell'articolo. Purtroppo non sono riuscito ad inserire il file in pdf quindi ho fatto un copia ed incolla. ciao
Acqua ossigenata, un" toccasana" semplice ed economico
Il perossido di idrogeno, più noto come acqua ossigenata,può essere usato per
il trattamento di alcune malattie, per accelerare la maturazione
del filtro, per accrescere il valore del potenziale redox e per risolvere alcuni problemi,
come quello dell'incipiente inquinamento organico o quello dell'acqua lattiginosa. Se usato in maniera corretta non comporta pericoli e contribuisce a migliorare lo stato ambientale e l'equilibrio biologico della nostra vasca
testo di Valerio Zupo - foto di Alessandro Mancini
In passato si riteneva che l' ossigenazione fosse la principale necessità per un acquario, in cui non doveva mai mancare un ossigenatore (leggi aeratore). Con l'avanzare delle nostre conoscenze, abbiamocapito che non è tanto importante ossigenare quanto ossidare.
Molti appassionati d'acqua dolce hanno appeso l'aeratore al chiodo ed installato un distributore di anidride carbonica il quale, fornendo alle piante il substrato fondamentale per
la loro corretta fisiologia, permette di amplificare le potenzialità della fotosintesi clorofilliana che produce, in ultima analisi, ossigeno ceduto direttamente all' acqua. Insomma, si
somministra anidride carbonica per ottenere ossigeno disciolto.
Diversa è la questione dell' ossidazione, che coinvolge concetti basilari di chimica e fisica e fa veramente la differenza tra un acquario che funziona bene ed uno malandato: a questo proposito, raccomandiamo di leggere (o rileggere) l'articolo sul potenziale redox pubblicato sul n.106. Quando riempiamo con acqua nuova una vasca d'acqua dolce il suo potenziale redox è generalmente elevato, attorno a 60-90 mV.
Un utile "ripasso" sul potenziare redox
il metabolismo animale produce una serie di molecole che riducono il potenziale della soluzione e, dopo uno o due mesi, potremo leggere un redox abbastanza basso, prossimo a zero. In queste condizioni favoriamo la vita delle piante, che proliferano bene in un ambiente riducente
Se la vasca contiene molti vegetali, però, questi producono una continua ossidazione. Potremo quindi leggere un potenziale redox più elevato rispetto al momento dell' allestimento (e le piante cominceranno a deperire ... ). Dunque, la misura del potenziale redox ci dice subito quanto è equilibrato il nostro acquario.
Se si mantiene stabile nel tempo è segno che la vasca è caratterizzata da un buon equilibrio biologico. Se invece tende a scendere, indica che predomina il metabolismo animale:
bisogna ossidare, aggiungere vegetali, effettuare più cambi parziali, ecc. Se tende a salire è segno che la nostra vasca è stata progettata con criteri da "olandese" ed è necessario
allora produrre una continua riduzione se vogliamo che la nostra vegetazione continui a proliferare.
Diversa è la situazione nell'acquario marino. Innanzitutto qui l'ossigeno non è mai troppo mentre l'anidride carbonica è sempre in eccesso! Questo dipende dalla composizione
della complessa miscela salina disciolta. Con l'aumentare della salinità diminuisce la quantità di
ossigeno che possiamo disciogliere (concentrazione di saturazione) e quindi negli acquari marini tropicali, salati e caldi, potremo disciogliere veramente poco ossigeno e dovremo essere certi che questo gas sia sempre prossimo alla saturazione se vogliamo evitare problemi alla
popolazione animale. L'anidride carbonica invece è sempre abbondante, grazie all'elevata durezza dell' acqua. Se la sua concentrazione diventa troppo elevata si potrebbero saturare le capacità tamponanti dell' acqua ed osservare piccole cadute di pH. Dopo un picco di CO2
nell' acquario marino, si registrano solitamente problemi di pH basso difficilmente risolubiIi se non ricorrendo a sostituzioni copiose dell' acqua.
I benèfici effetti dell'acqua ossigenata
È importante che la CO2 non superi mai i livelli di guardia e che l'ossigeno sia sempre prossimo ai valori di saturazione. Questo effetto possiamo ottenerlo facilmente ricorrendo ad un aeratore collegato ad una pietra porosa, o ad una pompa di movimento o, ancora, con un energico rientro frazionato dell' acqua proveniente dal filtro a smuovere la superficie.
Questo spiega come mai nell'acqua dolce gli aeratori e le pompe di ricircolo siano utilizzati solo in assenza di piante (in presenza di vegetali un distributore di anidride carbonica fornisce indirettamente molto più ossigeno!), mentre negli acquari marini costituiscono ancora
elementi utilissimi per ottenere un ambiente stabile ed equilibrato.
Se nell' acquario d'acqua dolce ricco di piante può essere utile mantenere un redox stabilmente basso (10
mV o poco meno), nella maggior parte dei casi (tanti pesci e
poche piante) è utile ottenere il processo contrario per evitare danni alla popolazione animale. A potenziali redox troppo bassi (riducenti) i pesci divengono cagionevoli e si scoloriscono;
il filtro biologico si indebolisce e può perdere frequentemente efficienza, causando il problema
dell' acqua lattiginosa (i batteri aerobi divengono mobili e si spostano nella colonna d'acqua, alla ricerca di condizioni migliori di vita le piante stesse si ricoprono alghe e marciscono agli apici
Pertanto dovremo operare in modo che nell' acquario ricco piante il potenziale si mantenga
di poco sopra lo zero, mentre negli acquari con poche piante (o privi di piante) dovrebbe mantenersi sempre sopra i 50-60 mV per garantire condizioni di vita accettabili a tutti
gli organismi presenti. Nell' acquario marino gli effetti del redox sono altrettanto evidenti
su pesci ed invertebrati. Il valore ideale, in questo caso, è prossimo a 200
0 mV In queste condizioni osserveremo invertebrati espansi e pesci ben colorati. A valori più bassi
i polipi di molti invertebrati tendono a rimanere chiusi, i pesci divengono meno vispi e colorati, la vasca soffre di eccessiva proliferazione di alcune alghe indesiderate (cianobatteri,
diatomee, patine mucillaginose), frequenti episodi di acqua lattiginosa, fioriture algali nella colonna d'acqua (acqua verde o marrone, secondo i casi). Dunque è ancora più importante,
in questo ambiente, mantenere un potenziale redox sempre molto elevato (ossidante).
Il filtro biologico dell' acquario necessita di ossigeno e potere ossidante:
se vogliamo che il filtro biologico funzioni bene, dobbiamo fornire entrambi in abbondanza. Paradossalmente, infatti, proprio i filtri biologici che funzionano meglio possono dare luogo a fenomeni di acqua lattiginosa quando la quantità di ossigeno in soluzione scarseggi, o
il potenziale redox sia troppo basso. Filtri scarsamente funzionanti (pochi batteri aerobi al loro interno) non danno di questi problemi solo perché...
non fanno bene il loro lavoro!
In molti casi, soprattutto per risolvere situazioni di emergenza, potremo utilizzare a nostro vantaggio della comune acqua ossigenata (perossido di idrogeno), in soluzioni
dal 2 al 4% di ossigeno. Il perossido d'idrogeno è, come l'ozono, un composto abbastanza instabile: si scinde rapidamente in acqua ed ossigeno puro. Per questo motivo
viene utilizzato come disinfettante: a contatto con l'ossigeno puro, molti microrganismi muoiono (batteri, molti protozoi, spore, funghi, ecc).
Anche in acquario un leggero eccesso di ossigeno, innocuo per i pesci, può avere un effetto batteriostatico (inibisce la riproduzione dei batteri patogeni) o leggermente batteriolitico
(uccide i batteri patogeni). Quando aggiungiamo (con cautelal) piccole dosi di acqua ossigenata
all' acqua, otteniamo dunque una serie di risultati utili: il potenziale redox sale immediatamente, molte sostanze organiche in sospensione vengono ossidate e divengono
più facilmente attaccabili dai batteri del filtro, miglioriamo l'equilibrio dei composti azotati in soluzione, riduciamo le possibilità di proliferazione delle alghe infestanti ed
ostacoliamo l'espansione di batteri e protozoi parassiti. Vi pare poco?
Pertanto, se osserviamo una leggera lattiginosità dell' acqua, una sofferenza di pesci ed invertebrati, un potenziale redox troppo basso, un eccesso di alghe in sospensione
(acqua verde, marrone, ecc.), una rapida proliferazione di cianobatteri
sulle superfici libere (patine violacee o bluastre), un'incipiente malattia batterica a carico dei pesci (corrosione delle pinne, chiazze cutanee, ecc.), potrà essere utile procedere
a piccole somministrazioni di acqua ossigenata.
Cura efficace solo se tempestiva
A questo scopo sarà opportuno attenersi ad alcune semplici regole.
Innanzitutto dovremo valutare con attenzione la quantità di perossido di idrogeno da somministrare: una dose eccessiva diviene tossica anche per pesci ed invertebrati. Di solito,
10
ml ogni 100 l d'acqua sono sufficienti e non comportano rischi.
Se sul fondo della vasca è presente abbondante detrito organico (che fa
rapidamente ridurre l'acqua ossigenata), useremo la dose massima (15 ml per 100 1).Se il fondo è pulito e l'acquario è stato allestito di recente, ci manterremo cautamente sulla
dose minima (lO ml per 100 l).
Attenzione: non dovremo mai versare l'acqua ossigenata direttamente in vasca, perché una parte del prodotto concentrato potrebbe entrare in contatto con le delicate mucose di pesci ed invertebrati, danneggiandole.
Procederemo invece come segue.
Si prelevano dall'acquario, mediante un recipiente pulito (es, una brocca di vetro) 1-2 l d'acqua,
da mescolare con la dose di acqua ossigenata calcolata per la propria vasca, agitando la miscela per alcuni secondi. Si versa quindi la soluzione sulla superficie dell' acqua,
evitando di colpire eventuali pesci di passaggio. In condizioni normali, questo dosaggio può essere ripetuto ogni giorno, per molti giorni, sino al ritorno alla normalità (acqua cristallina,
pesci sani, ecc). In casi gravi, il trattamento può essere ripetuto anche ogni 12 ore (mattina e sera), ma in questo caso occorre osservare con attenzione le reazioni degli animali,
perché in assenza di substrati ossidabili l'effetto potrebbe essere troppo violento. Un misuratore di potenziale redox, ovviamente, permetterà un do saggio più accurato,
consentendo ci di raggiungere rapidamente i valori ideali di ossido-riduzione (minimo 200 mV nelmarino, 70
mV nel dolce). Alcuni acquariofili applicano periodicamente (ogni 3-4 giorni) questo trattamento, per migliorare l'equilibrio ambientale e facilitare il lavoro del
filtro biologico. In ogni caso noterete quanto possa essere conveniente, economico
ed efficace l'uso del perossido di idrogeno in qualsiasi acquario. Permette
di ottenere vantaggi simili a quelli offerti ad esempio da un distributore di ozono, con meno
rischi e costi irrisri. Inoltre, se in molti casi di malattie batteriche un medicamento specifico rischia di danneggiare piante, invertebrati, fora batterica decompositrice, ecc.,
un trattamento mediante acqua ossigenata è spesso efficace sui parassiti
ed assolutamente salubre per 1'ambiente purché somministrato tempestivamente, ovvero ai primi sintomi della malattia.