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["giangi1970"]
Geppy, Lo so' che e' una domanda che richiederebbe una risposta lunga......ma cos'e' che porta a stabilire un prezzo di un'accessorio(non ti chiedo uno specifico dei tuoi) che ,alla base,richiede costi relativamente limitati?????
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La risposta è molto lunga e difficile ma provo a darla in modo esauriente.
Ci sono moltissimi parametri da considerare
Prima di tutto l'investimento e la struttura aziendale. E' evidente che una azienda di proporzioni più grandi e con più personale, avrà un costo di gestione superiore che incide sui costi, ma anche i materiali utilizzati: ci sono, ad esempio, vari tipi di plexyglass; i più usati per le attrezzature da acquario sono l'estruso, il colato ed attualmente anche il colato anticrash (utilizzato da una azienda del settore). Naturalmente esistono anche altre plastiche, ben più economiche anche dello stesso estruso, utilizzate da moilti costruttori, specie orientali.
A parità di spessore se l'estruso costa 100, il colato costa 200, l'anticrash 200+ il 25%.
Il divario aumenta se prendiamo in considerazione un estruso scadente ed un colato di prima qualità. la differenza può diventare come quella tra 80 e 220 (quindi anticrash 220+25%).
Mi dirai: "cosa c'entra tutto questo"?
C'entra perchè l'investimento di danaro necessario per fare magazzino del prodotto più economico sarà nettamente inferiore a quello necessario per fare magazzino del secondo o del terzo.
Quindi i costi che aumentano non sono solo quelli relativi al materiale stesso ma anche quelli relativi agli interessi passivi.
Naturalmente questo discorso è da "trasportare" su tutti i materiali (pannelli, raccorderia, ecc). Questo naturalmente giustifica le differenze tra prodotti apparentemente simili)
Dobbiamo aggiungere i costi fissi: 1) affitto struttura (che può variare da un sottoscala di pochi mq ad un immenso capannone di 750.433,89 mq J); 2) personale; 3) consumi elettrici e vari; ammortamento macchine, ecc.; 4) ricerca ed innovazione.
Poi ci sono gli altri costi legati al prodotto stesso: imballo, garanzia, difettosità, rotture da trasporto, etichette, e chi più ne ha più ne metta.
Aggiungiamo ancora le tasse (sul magazzino, sulle scorte, sull’aria che respiriamo, l’IRPEF, l’IVA, l’INPS, il commercialista), gli obblighi di legge come il contratto per lo smaltimento di rifiuti speciali, l’iscrizione al consorzio per lo smaltimento delle pompe (questa è recentissima), la stessa “monnezza” che non c’entra un tubo con i rifiuti speciali, ecc.
E qui ancora il prodotto non è sul mercato.
Per andare sul mercato c’è bisogno di benzina ed alberghi (per andare a venderlo), di provvigioni ai rappresentanti, dei cataloghi, dei costi di fiere e raduni.
E siamo dal negoziante.
Il negoziante aggiungerà il suo utile che potrà essere alto quanto vuole (anche a costo di non vendere) ma mai inferiore a quanto stabilito dagli studi di settore….
Già, perchè in Italia ci sono gli studi di settore che ti impongono un minimo di utile, altrimenti non hai ragione di esistere…
Tutto questo incide sul prezzo all’utente finale.
Da quanto è stato scritto finora mi sembra che molti utenti finali non conoscano queste problematiche e facciano solo riferimento ai costi della materia prima (uniformando erroneamente anche quelli quando si parla di “pezzo di plastica”).
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Quanto influisce il mercato nei prezzi che voi stabilite?????
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Tanto. Se vuoi vendere devi avere un prezzo più o meno allineato con i prodotti della concorrenza. Se il tuo prodotto è qualitativamente superiore puoi tenerti un po' più su ma senza esagerare. L'alternativa, se i costi sono troppo alti, è di abbassare la qualità o aumentare i prezzi andando fuori mercato o, peggio, ridurre utili già scarsi.
Oppure fai un poderoso lavoro di marketing e fai in modo che il pubblico "veda" il tuo prodotto posizionato in una fascia di prezzo più alta e quindi sia disponibile a spendere più della media pur di possedere quell’oggetto.
E non stiamo parlando di prestazioni ma di materiali e lavorazioni.
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Caxxo........mi sembra di essere Vespa........
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