Fermiamo subito la confusione: la sabbia costituisce un substrato su cui possono attecchire colonie di batteri, e diventa quindi un prezioso elemento filtrante.
Tuttavia, può creare problemi di gestione, per cui in generale si consiglia di non metterla; in un nanoreef con metodo naturale, dove c'è necessità di sfruttare qualsiasi superficie filtrante, la presenza di un letto sabbioso incrementa la superficie a disposizione dei batteri: a patto di disporre di sabbia viva prelevata da acquari funzinanti da anni, oppure di aspettare molti mesi di maturazione (Knop).
Tuttavia, se non si riscontrano le condizioni precedenti la sabbia diventa una fabbrica di nitrati, e anche questo non è bene...
Allora, se si mette sabbia, bisogna far si che il letto abbia funzione sia ntirificante che denitrificante, e che sia colonizzato da una fitta biodiversità di detrivori: a questo scopo, si possono scegliere:
1. un letto di minimo 3 (meglio 5-7)cm di aragonite sugar
2. un letto di minimo 8 (meglio 12-16)cm di sabbia fina
In generale, l'ideale è un letto di 10

cm di aragonite sugar.
Tenete presente che altre scelte (ad esempio: 10cm di sabbia a grana media) possono creare troppi problemi di carenza di ossigeno...
Inoltre, è stato studiato che la sugar è la sabbia ideale sia per la colonizzazzione batterica che per l'insediamento della fauna betonica.
Colgo l'occasione per sottolineare come alcuni nuovi indirizzi di gestione identifichino proprio nella carenza di substrati sabbiosi, luogo ideale per lo sviluppo della flauna bentonica, i limiti biologici della moderna acquariofilia.