Cerca nel forum:
Acquaportal - Forum e Community

  





Benvenuti sul Forum di AcquaPortal, la più grande community italiana di acquariofilia!
Sul Forum di AcquaPortal puoi discutere con altri appassionati di acquariofilia, tenere un tuo Blog personale, inserire foto e video, chattare, ed aiutarci a creare un grande database con schede di pesci, invertebrati e prodotti di acquariofilia.


Per entrar a far parte della comunità occorre registrarsi.
Per farlo premi su

Registrazione


Al momento della registrazione ti verrà richiesto di accettare il Regolamento che ti consigliamo di leggere attentamente.
Ti consigliamo inoltre di leggere le FAQ per apprendere le funzionalità principali del forum.
Se invece sei un utente registrato e hai dimenticato i tuoi dati di accesso devi effettuare il Recupero dati.




Pubblica un tuo articolo (Dolce) Hai costruito il tuo acquario o un accessorio? Hai avuto esperienze di allevamento o riproduzione? Stai pensando di scrivere un articolo sull’acquariofilia dolce per renderlo disponibile a tutti? Questa è la sezione adatta (per ulteriori info leggi il messaggio “In evidenza” all’interno).

Rispondi
Condividi Opzioni Visualizzazione
 
Vecchio 16-12-2009, 11:41   #1
drea
Guppy
 
L'avatar di drea
 
Registrato: Feb 2005
Città: genova
Acquariofilo: Dolce
Età : 56
Messaggi: 186
Foto: 0 Albums: 0
Post "Grazie" / "Mi Piace"
Grazie (Dati): 0
Grazie (Ricev.): 0
Mi piace (Dati): 0
Mi piace (Ricev.): 0
Mentioned: 0 Post(s)
Feedback 8/100%

Annunci Mercatino: 0
Riproduzione altispinosa

La mia storia con gli apistogramma altispinosa inizio’ circa 20 anni fa quando, per caso, vidi un esemplare sparuto in una vasca mista di danio e corydoras presso il mio negoziante di fiducia; non sapevo che razza fosse e se potesse convivere con i miei pesci, ma, visto che era in vasca con pesci piu’ piccoli di lui, chiesi subito informazioni e lo acquistai seduta stante.
Mi attiro’ , devo dire la verita’, la curiosita’ per un pesce che non avevo mai visto prima, nemmeno nella letteratura specializzata.
Dissi tra me e me “ appena ne riesco a vedere altri li compro e provo ad allevarli”; bene, continuai a dirlo per altri 5 anni prima di poterne scovare e acquistare altri due.
Intanto il mio unico esemplare era cresciuto molto e arrivo’ alla bella taglia di 6 cm e accetto’ senza problemi l’intrusione dei due nuovi arrivati; dopo qualche giorno i tre si erano divisi equamente il territorio (una vasca di 85 litri lordi) in compagnia di alcnuni portaspada, un helostoma temm. e qualche corydoras aeneus.
Speravo di poter assistere a qualche riproduzione, visto che avevo creato l’ambiente adatto: acqua con PH intorno al 6.30 –6.80, GH 10#13, nitrati appena presenti, nitriti assenti, folta vegetazione e radici e pietre per delimitare i territori e impedire la vista reciproca ai tre pesci.
Pero’ la mia speranza risulto’ vana e i ciclidi (ora so che erano tutti e tre maschi) dopo qualche anno morirono (risultarono comunque molto longevi poiche’ il piu’ vecchio mori’ dopo 7 anni di permanenza in vasca e gli altri due dopo 3 e 4 anni.
Circa due anni fa rividi questi bellissimi ciclidi e ne acquistai, senza pensarci un attimo, sei esemplari di circa 3 cm l’uno.

VASCA E AMBIENTAMENTO

Misi i sei esemplari in una vasca di svezzamento popolata da scalarini di 2 mesi circa (40 litri lordi, doppie prese per il filtraggio e doppio filtro biologico caricato con cannolicchi, lana di perlon e, alternativamente zeolite e torba attiva.
Appena immessi in vasca persero totalmente il colore, per poi riprenderlo qualche giorno dopo appena ambientati.
Inizialmete non accettavano ne’ scaglie ne’ granulato…. ma appena ebbero un po’ piu’ fame non ci furono problemi; la territorialita’ non era per nulla marcata e i 6 pesciolini giravano e mangiavano insieme
senza baruffe.
Dopo circa tre mesi iniziarono a mostrare segni di insofferenza e a delimitare il proprio territorio, cosi’ fui costretto a cambiare loro vasca ( ho sei vasche di cui 2 per svazzamento e 1 di accrescimento) e li misi in quella di accrescimento di 60 l insieme a scalari, hemigrammus flammeus , ap. Cacatuoides, danio rerio e frankei, poiche’ nelle vasche “principali” di 250 l e 85 l vi erano riproduzioni in corso di scalari e ac. maronii.
Notai subito la grande adattabilita’ di questi pesci, sia per quanto riguarda l’acqua (da PH 6.3 /6.8 a 7.3 della vasca di accrescimento) sia per l’arredamento (questa vasca e’ priva di sabbia con microsorum dentro a mezze noci di cocco con un po’ di sabbia tipo vasetti); erano, altresi’, pacifici con tutti i coinquilini, anche piu’ piccoli di loro (vedi hemigrammus flammeus e danio) e accettavano qualsiasi mangime anche appena dopo i cambi vasca.
Nutrivo i 6 ciclidini con un mix di mangime in scaglie di varie marche, un granulato di ottima marca e artemie liofilizzate; una volta alla settimana chironumus o mysis congelati tagliuzzati non troppo finemente perche’ ormai avevano gia’ raggiunto, dopo 5 mesi dall’acquisto, la taglia di 4 /4.5 cm.
Dopo aver ceduto gli aq. Maronii, misi i sei altospinoso nella vasca principale da 250 l (di comunita’).


COMPORTAMENTO.

Cercai di reperire notizie sulla riproduzione di questo cilcide che rarissimamente appare sulla stampa specializzata (e non capisco il perche’) ma trovai solo notizie sul libro dei ciclidi nani TETRA; pero’ non mi bastava e volevo capire di piu’ su questo pesce che mi affascinava molto per il comportamento pacifico verso tutti gli altri pesci.
Mi dovetti fermare li’, al libro sui ciclidi nani, poiche’ non riuscii a trovare vermente nulla che riguardasse i miei ciclidi.
Nel frattempo si erano equamente divisi sei zone della vasca e il dimorfismo non era ancora evidente, anche se azzardavo delle ipotesi con mia moglie, la quale, con pazienza, mi dava anche una mano nella gestione delle vasce durante la mia assenza da casa (grazie mille !!!!).
I valori dell’acqua erano: PH 6.5, GH 12, temp. 26 gradi, nitriti assenti, nitrati appena accennati; foltissima vegetazione composta da anubias di varie specie, una magnifico loto thainlandese rosso, vallisnerie, barclaya, microsorum, filtraggio lento (lit. 300/ora) su cannolicchi, siporax, lana di perlon.
Un anno dopo…..i colori si erano marcati molto: vi era una grossa macchia arancione in tutti e sei gli esemplari che andava dagli opercoli branchiali alla pinna pettorale…stava evidentemente per accadere qualche cosa.
Qualche cosa accadde, ma era agosto ed ebbi solo il tempo di vedere la deposizione e la succesiva abnegazione della femmina che stette per 3 giorni sopra una pietra piatta a cura di un centinaio di uova
minacciate da vari ancistrus, pangio e corydoras.
Tornato dalle ferie dovetti attendere un mese buono per assistere ad un’altra deposizione.
Il dimorfismo ora era piu’ evidente; a mio parere quando i pesci sono ancora relativamente giovani, pur riproducendosi, non evidenziano, se non per la papilla genitale, differenze marcate.
La papilla del maschio e’ una vera e propria virgola con la parte piu’ sottile perpendicolare al corpo che va a contatto con le uova per la fecondazione; quella della femmina assomiglia a un tronco di cono e, a mio avviso, e’ un po’ sproporzionata (in eccesso) rispetto al corpo della stessa.
Le femmine sono un po’ piu’ tozze, leggermente piu’ gonfie quando hanno le uova e, solo con un’attenta osservazione del comportamento, si puo’ evincere e distinguere il sesso.
A questo riguardo notavo che i maschi che ritenevo tali si azzuffavano spesso (per intrusioni nel territorio altrui) con parate e prese di bocca che sembravano piu’ violente (senza mai peraltro ferirsi), mentre le zuffe con la femmina che ritenevo tale sembravano meno intense e si limitavano a spinte a bocca aperta del maschio per scacciare la femmina dal territorio.
Ero certo di avere 4 maschi e 2 femmine. Solo una femmina era sessualmente attiva e tutti i maschi si mostravano con colori e pinne allargate, accogliendola nel loro territorio; lei faceva un rapido giro un po’ da uno e un po’ dall’altro e poi ritornava nel proprio.
Ho messo pietre piatte in ogni territorio e anche mezzi gusci di noci di cocco vicino queste pietre per offrire piu’ riparo per un’ eventuale covata.
Notai che, contrariamente a quanto scritto nel libro sui ciclidi nani, la coppia formatasi per una riproduzione non rimaneva fissa, ma la femmina sembrava scegliere di volta in volta il maschio; non so dire se questo comportamento e’ dovuto ad una qualche degenerazione o se realmente e’ poligamo.
Il comportamento che precede la deposizione e’, per me, fantastico.

Due giorni prima della deposizione la coppia formatasi incomincia ad essere piu’ territoriale e difende i due territori di proprieta’, pulisce, nel territorio di uno dei due, diverse pietre piatte (ardesia, sedimentarie rossicce) scacciando nel contempo qualsiasi pesce si avvicini alle suddette pietre; i colori sono ora marcatissimi, una macchia arancione acceso va dall’opercolo branchiale alle pinne pettorali e il rosso che contraddistingue i bordi della codale e’ accesissimo, le pinne ventrali sono rossiccie con riflessi turchese: insomma un’insieme di colori veramente notevole!!.
Oltre alla pulizia del substrato, la coppia scava 2 o piu’ buche vicino alle pietre piatte, probabilmente per
riporvi poi le larve schiuse, dandosi veramente da fare in un lavoro in simbiosi che li porta quasi al vetro del fondo; durante questa operazione le piante non sono danneggiate, in quanto il ghiaietto viene preso in bocca pietra per pietra e l’operazione, in genere, non avviene troppo vicino alle piante.
La deposizione e’ sempre avvenuta tra le 15 e le 17 del pomeriggio, la femmina depone le uova in circolo in maniera apparentemente disordinata e, il maschio, ad ogni deposizione, a sua volta, feconda le stesse, inframezzando il tutto con duelli con gli altri pesci che si avvicinano alla pietra.
La deposizione dura circa un’ora e, terminata, la femmina si pone a perpendicolo sulla covata di circa 80-100 uova e, muovendo le pinne in continuazione, la difende strenuamente; anche il maschio non e’ bene accetto e viene spesso respinto in maniera molto “docile” dalla consorte.
Ho notato un comportamento che mi ha fatto tenerezza durante la difesa delle uova da parte della femmina: l’aggressivita’ marcata e’ solo verso quei pesci che si avvicinano a meno di 2 o 3 cm dalla covata, mentre per quelli che puntano solo il nido si avvicina con la bocca aperta e spinge l’intruso, quasi con delicatezza verso un’altra direzione…insomma decisione e aggressivita’ solo quando serve.




CURA DELLE UOVA E SCHIUSA.

Le prime 2 o 3 deposizioni (inclusa quella di agosto) lasciai che fosse la femmina a portarle avanti, per non crearle traumi alle prime deposizioni e, dopo 72 ore alla temperatura di 26 gradi, finalmente si schiusero; la femmina si dava molto da fare per difendere e radunare le larve che gia’ scappavano da una parte all’altra ma era un lavoro troppo improbo in un’acquario di comunita’ con molti persci di fondo, cosicche’ quando si accorse dell’impossibilita’ di portare avanti la covata li divoro’.
Mi convinsi cosi’, non avendo la possibilita’ di spostare i miei diletti in altre vasche, di provare la riproduzione artificiale; soprattutto, devo dire la verita’, per non vedere la femmina cosi’ stressata da tre giorni di inedia totale e dai continui assalti da parte dei predatori di uova.

RIPRODUZIONE ARTIFICIALE

Preparai dei nidi per guppy (quelli con le feritoie ai lati non quelli con i buchi sul fondo) rivestiti con del tulle per confetti in modo che, una volta schiuse, le larve non uscissero dalle feritoie e attesi la succesiva deposizione.
Dopo circa un mese (era questa la cadenza delle deposizioni con i valori sopra descritti) presi la pietra piatta con un centinaio di uova e, subendo con un po’ di tristezza le disperate morsicate della femmina, la misi dentro al nido in modo che la corrente della pompa colpisca in pieno il nido e penetri dentro di esso.
Si deve osservare questo importante accorgimento con puntualita’ e attenzione altrimenti le uova che ammuffiscono, secondo la mia esperienza, sono piu’ del 50%!!!!.
Dopo 48 ore si intravedono gli occhietti e dopo 72 ore a 26 gradi avviene la schiusa; a questo punto occorre una piccola accortezza: aiutare le larve a nascere.
Possiamo usare una siringa con un tubicino e aspirare il piu’ lentamente possibile le uova sul punto di schiudersi e “risputarle” nel nido; non usando questo accorgimento nelle prime due schiuse ho perso un buon 30% degli avannotti (non ero in casa e quindi non mi sono accorto delle difficolta’ che avevano le larvette nello schiudersi).
Come si puo’ vedere bisogna imitare scrupolosamente tutto quello che avviene nella riproduzione naturale:
l’aerazione continua che offre la madre, l’eliminazione di eventuali uova ammuffite e, infine, l’abboccamento delle uova poco prima della schiusa.
Riesco ad ottenere, salvo gli iniziali imprevisti sopra descritti, circa 50 - 70 avannotti su un numero di 80-100 uova; dopo circa 2 giorni gli avanotti hanno assorbito il sacco vitellino e, quindi, comincio a nutrirli con artemie vive.
Dopo circa 1 settimana comincio a somministrare anche mangime liofilizzato e secco finemente sbriciolato e, appena i pesciolini misurano 1 cm o poco meno li immetto in un acquario di accrescimento di 40 litri iniziando a nutrirli anche con chironomus e artemie tagliuzzate.
drea non è in linea   Rispondi quotando


Rispondi

Tag
altispinosa , riproduzione

Regole d'invio
Non puoi inserire discussioni
Non puoi inserire repliche
Non puoi inserire allegati
Non puoi modificare i tuoi messaggi

BB code è attivo
Le smile sono attive
Il codice IMG è attivo
il codice HTML è disattivato

Vai a



















Tutti gli orari sono GMT +2. Attualmente sono le 10:46. Powered by vBulletin versione 3.8.9
Copyright ©: 2000 - 2024, Jelsoft Enterprises Ltd.
Traduzione italiana Team: AcquaPortal Feedback Buttons provided by Advanced Post Thanks / Like v3.5.0 (Lite) - vBulletin Mods & Addons Copyright © 2024 DragonByte Technologies Ltd.
User Alert System provided by Advanced User Tagging v3.2.5 Patch Level 2 (Lite) - vBulletin Mods & Addons Copyright © 2024 DragonByte Technologies Ltd.
Copyright Zero Pixel Srl
Page generated in 0,08418 seconds with 17 queries