Dipende in che condizioni di test lo hanno verificato. Non voglio difendere uno o l'altro, ma se per esempio lo hanno verificato in funzionamento "anomalo" da acquario (poche accensioni e pochi spegnimenti), in condizioni di ambiente ben ventilato, scarsa umidità... e chi più ne ha più ne metta potrebbe anche essere.
Ma magari, nelle stesse condizioni, anche un Philips riesce a fare la stessa cosa.
Cmq qui c'è qualche articolo interessante:
http://www.gafonline.it/publicArea/a...Vita_utile.htm su come vengono in realtà testati i neon commerciali.
http://www.gaem.it/content/view/219/113/ (circa a metà, "Considerazioni")
Preciso che questa frase:
"Queste non sono un carico puramente resistivo e si presentano alla linea elettrica come un carico resistivo maggiorato dello sfasamento (rispetto ai dati di targa della lampadina). Poiché in Italia la corrente si paga in base al solo carico resistivo, se questo aumenta si ha anche un aumento dei costi. Allora diventa importante verificare che l'alimentazione delle lampadine sia sempre rifasata correttamente." scritta così è una ******* cosmica, quindi nessuno si spaventi.
Anche perché il "cos fi" è il parametro che quantifica lo sfasamento e varia tra 0 e 1. Se moltiplico R (la resistenza) per "cos fi" ho sempre un numero minore o al massimo uguale a R (se cos fi = 1, cioè a sfasamento nullo), quindi un aumento dello sfasamento, col ragionamento dell'autore, porterebbe tutt'al più a una diminuzione del carico resistivo, quindi a una diminuzione della bolletta.
Carico resistivo e sfasamento non hanno niente a che fare l'uno con l'altro, e se una lampada è dichiarata a 20Watt consumerà sempre 20Watt (in condizioni di funzionamento nominale, s'intende). Ci mancherebbe solo che un utilizzatore non rispetti i propri dati di targa in dipendenza di ogni paturnia che succede alla rete elettrica! Si ha lo ZERO di affidabilità!
Può consumare un pochino di più per via di un aumento delle perdite magnetiche che si traducono in un maggior riscaldamento del ballast, ma questo fenomeno - ripeto! di natura
magnetica - non è in alcun modo associato al valore della resistenza dell'elemento considerato.
Il rifasamento di un carico è previsto nei contratti di tipo industriale (e se non è rispettato porta a penali via via crescenti fino alla sospensione della fornitura), nei contratti residenziali a nessuno gliene frega niente.