Ivano, mi unisco al dispiacere collettivo, e ti capisco, mi ero affezionato anch'io tanto al mio naso, che stava con me da poco meno di un anno, ma si era creata una complicità gestuale e di sguardi che andava oltre la semplice detenzione di un animale.. Il mio naso era un mio amico, un amico silenzioso che chiedeva solo qualche attenzione e che mi ricordassi di dargli da mangiare, e mi ripagava con atteggiamenti unici.
Spesso ho avuto l'impressione che volesse comunicare con me, attraverso comportamenti inconsueti e cambiamenti lievi del colore della livrea, era come se mi volesse dire qualcosa sperando che io riuscissi a capirlo..
Il rapporto che si instaura con certi animali, secondo me non è dissimile da quello che si crea con altri con cui abbiamo una fisicità più marcata, è solo un po diverso, ma altrettanto forte.
Credo che il tuo Azzurro, come il mio naso, siano tornati liberi, liberi da quella prigione che per loro, come per tutti i pesci può essere la nostra vasca, o l'acquario pubblico, o il mare, come per un cane può essere l'appartamento o il giardino o la foresta..come per noi può essere il mondo..
Credo che l'involucro che chiamiamo corpo sia il vincolo che ci rende "prigionieri..
Pensa ad Azzurro come libero da ogni vincolo..
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Gabriele
Il mio cane è la persona più intelligente che io conosca (All rights reserved - © copyright ).
Non ho più le istruzioni in italiano della vortech, un virus mi impedisce di accedere ai dati.
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