Allora romanista accendi i due neuroni e leggi piano perche' so verita' su di te i pennivendoli che c'hai :Caro collega.....
Potra' sembrarti strano visto quello che scrivero' in seguito, ma sono sostanzialmente d'accordo con te. Questo scandaolo si e' concluso nel peggiore dei modi, con la solita "porcata all'italiana", ma era purtroppo inevitabile. Era inevitabile perche' in nome del Dio denaro, dei diritti televisivi e della partecipazione alle coppe europee, nessuno ha avuto il coraggio di fare l'unica cosa che si doveva fare per consentire ai tifosi che credono ancora in un calcio pulito di avere finalmente quella Giustizia con la g maiuscola che reclamano da anni. Bisognava fermare i motori, bisognava bloccare tutto per dare tempo a tutti di lavorare bene. bisognava infischiarsene del prossimo campionato, anche a rischio di restare tutti fermi per un anno, in modo da consentire a Borrelli e a Palazzi di lavorare fianco a fianco con i magistrati napoletani, ma anche con quelli delle altre procure che stanno indagando sul doping amministrativo e sulle scommesse clandestine. Ma nessuno ha avuto quel coraggio, perche' fermare tutto significava far fallire SKY, che senza campionato di calcio avrebbe ricevuto milioni di disdette di abbonamenti, perche' e' indubbio che nonostante la grande offerta sportiva SKY si regga principalmente sui diritti del campionato di serie A. Fermare tutto avrebbe significato veder fallire probabilmente sia la Lazio che la Roma, societa' oberate da debiti che gia' faticano a fronteggiare con quello che incassano da sponsor, incassi al botteghino e diritti tv. Fermare tutto avrebbe significato danneggiare sia l'Erario che i Monopoli di Stato a causa dei mancati entroiti del fiume di milioni di euro che pagano le societa' in tasse e dell'altro fiume che arriva dai concorsi a pronostici e dalle scommesse.
Come scrisse qualcuno un paio di mesi fa, questo processo era gia' morto ancora prima di iniziare. E' morto quando lo hanno spezzato in vari tronconi per salvaguardare la partecipazione alle coppe europee. E' morto quando e' stata presa in considerazione la telefonata di Carraro a Bergamo alla vigilia e subito dopo Lazio-Brescia, ma non quella altrettanto se non piu' grave fatta da Carraro a Bergamo alla vigilia e subito dopo Roma-Juventus, conclusa tra un insulto e una minaccia, con toni e contenuti da far rabbrividire. Il processo e' morto quando Guido Rossi ha pilotato la CAF mettendo giudici di fiducia, ma non ha fatto altrettanto con la Corte Federale rinunciando a sostituire De Lise e Malinconico che avevano lasciato il Collegio. Questo processo e' morto quando Tu e altri colleghi avete cominciato a pubblicare le intercettazioni, perche' divulgando quel materiale avete consentito agli accusati di conoscere prima degli interrogatori a Napoli e prima dell'indagine di Borrelli, quali erano i capisaldi dell'accusa, avendo cosi' a disposizione tutto il tempo per concordare tra loro e con gli avvocati una linea di difesa. Questo processo e' morto, perche' in nome dell'audience e della tiratura, la nostra categoria lo ha trasformato in un processo mediatico ancor prima che in un processo penale e sportivo. Questo processo e' morto, perche' non aveva gambe per camminare e naso e bocca per respirare.
Per dare veramente una ripulita all'ambiente, bisognava avere coraggio. Bisognava essere disposti, TUTTI, a rinunciare a qualcosa, a far passare in secondo piano il tifo e gli interessi. E visto che la procura di Napoli era partita da quello scandaloso Juventus-Parma del 7 maggio del 2000, bisognava passare al setaccio tutto quello che di scandaloso era successo negli ultimi sei anni. TUTTO! Dai passaporti palesemente falsi utilizzati per far giocare da italiani o da comunitari giocatori che avevano in comune con noi come discendenti forse solo Adamo ed Eva, alla gaffe dei rolex d'oro regalati agli arbitri (anche se messi regolarmente a bilancio) su consiglio della segretaria dell'AIA mentre altre societa' regalavano pacchi con beni alimentari. Dall'assurda posizione di Carraro e Capitalia che tramite medio Credito Centrale controllavano piu' o meno direttamente e alla luce del giorno Fiorentina (o meglio Cecchi Gori), Lazio, Roma, Parma, Napoli e Perugia. Un controllo che poi si tramutava in un occhio di riguardo quando c'era da avallare le iscrizioni ai campionati. salvo poi far calare la mannaia quando qualcuno decideva che Cecchi Gori era scomodo e si doveva eliminare per far entrare Della Valle (che accettava la C2 a costo zero sapendo che gli sarebbe stata restituita la a entro un paio d'anni), oppure che Ferlaino doveva mollare definitivamente il Napoli per far spazio a costo zero a De Laurentiis, oppure che bisognava togliere la Lazio a Cragnotti, od infine che i russi non dovevano entrare perche' c'era qualcuno che aveva messo gli occhi sul patrimonio di Franco Sensi. Ma nessuno ha avuto quel coraggio.
Ed allora, anche se capisco la tua indignazione, che e' la mia di laziale e quella di milioni di altri tifosi, ti chiedo. Ma tu dove stavi quando la Federcalcio cambiava le regole in corsa sugli extra-comunitari consentendo alla Roma di schierare a poche giornate dalla fine del campionato 2000

01 Nakata? Dove stavi all'epoca dei passaporti falsi? Perche' non hai fatto tua l'indignazione dell'Atalanta quando fu esclusa dal campionato di serie A quando la Roma fu iscritta oltre i termini sbianchettando la data d'iscrizione e per giunta con una fidejussione falsa? Dove stavi quando Gazzoni urlava e denunciava il doping-amministrativo di tante societa' che non pagavano ne' stipendi ne' contributi, Lazio e Roma in testa? Io non ti ho sentito urlare, non ti ho sentito sbattere i pugni. Non lo ha fatto nessuno.
Nessuno ha alzato piu' di tanto la voce contro il controllo operato dalla famiglia Carraro, dalla famiglia Geronzi e dalla famiglia Moggi tramite Federcalcio, Medio Credito Centrale, Capitalia e GEA sul calcio italiano. Nessuno ha urlato prima, nessuno si puo' indignare piu' di tanto oggi. E tantomeno si puo' ergere a giudice e mostrare le Mani Pulite. E non e' la teoria del TUTTI COLPEVOLI, NESSUN COLPEVOLE, sia chiaro. Perche' io da laziale e al tempo stesso da amante del calcio, avrei pagato volentieri per fare pulizia. Ma dovevano pagare TUTTI. Dovevano uscire TUTTI dal mondo del calcio. Non solo Cecchi Gori, Gaucci, Cragnotti e Ferlaino in passato, oppure Moggi, Galliani, Lotito, Della Valle, Carraro, Mazzini, Bergamo, Pairetto, Lanese e De Santis oggi. Nessuno e' completamente pulito nel calcio di oggi. Non lo e' neanche il Chievo della favoletta che ora va ai preliminari di Champions League, ma che qualche anno fa vendette di corsa Eriberto gia' sapendo che non si chiamava Eriberto, che aveva qualche annetto in piu' e che era in odore di squalifica.
Per questo, il gesto migliore per me sarebbe stato rinunciare ai regali della CAF e della Corte Federale per prendersi quello che ti aveva dato il campo. Fossi stato Moratti, non solo non avrei mai reclamato a gran voce lo scudetto, ma non lo avrei accettato come regalo e sarei andato zitto-zitto a fare i preliminari di Champions League ottenuti con il terzo posto in classifica. Fossi stato la Roma, non avrei mai accettato la Champions League in regalo e sarei andato a giocarmi a testa alta la Coppa Uefa che mi avevano assegnato i verdetti sul campo. E lo stesso discorso vale per il Chievo. Avremmo avuto solo tre squadre invece che 7 in Europa? Pazienza. Ma avremmo dato tutti un segnale forte. E forse avremmo dato piu' forza a Borrelli e alla Procura Federale per chiedere e ottenere Giustizia.
Invece, in nome del Dio Euro, questo processo ha diviso l'Italia in due schieramenti: da una parte i colpevoli che lottavano per non perdere i diritti conquistati e che per difendersi dicevano che anche gli altri che non erano stati beccati erano sporchi; dall'altra, gli scampati alla retata che agitando le Mani Pulite e invocando la giustizia (con la g minuscola in questo caso), speravano di ottenere quello che i verdetti del campo gli avevano negato. E lo facevano chi per riempire una bacheca desolatamente vuota per incapacita', nonostante le centinaia di milioni di euro buttati dalla finestra, chi per mettere nelle casse societarie desolatamente vuote qualche milioncino di euro necessario per salvare il bilancio e per comprare un paio di giocatori.
Questo e' il quadro del calcio italiano, questo e' il quadro di un Paese che si spacca su tutto a seconda degli interessi di bottega, a cominciare da chi ci governa per finire agli impiegati che si fanno qualche "putta.nata" in ufficio per ottenere una promozione. Siamo il Paese dei furbi, da sempre. E non potevamo pretendere che questo processo cambiasse il volto al Paese o che ci restituisse a livello internazionale quella dignita' che non abbiamo mai fatto niente per meritarci. NESSUNO ESCLUSO!