Per rispondere, in modo letterale e nulla più, all'oggetto del topic dico semplicemente:
NO
Flavio quando ci siamo sentiti, e mi hai segnalato il topic mi sono fatto un idea dei vari post d'intervento. Unitile dire che, il mio pieno appoggio è verso coloro che hanno in loro quell'alto valore( e i relativi perchè) che li porta a condannare l'ibridazione.
Caro amico Flavio, forse ho interpretato il tuo stato d'animo che ti porta all'esser combattuto.Ma credimi se ti dico, che se continui con la linea che ti portò a modificare quella tua prima vasca, in breve tempo la piena condanna degli ibridi arriverà da parte tua, e gli interrogativi che ti stai ponendo sono un chiaro segno tipico di chi ha interesse, della passione che porta avanti.
Ho letto per ben 2 volte le 9 pagine, proprio per capire meglio ch si è riempito la bocca del termine Acquariofilia Consapevole,salvo poi, qualche post più tardi,contraddirsi.
Chi sposa quel termine, ha ben in se determinati concetti ,acquisiti con esperienza,documentandosi e anche studiando.In virtù di questo come può assecondare discorsi sull'ibridazione?? Specifico che il mio discorso è riferito esclusivamente nell'ambito acquariofilo di quello che accade in altri regni, sinceramente non lo prendo neanche in considerazione.
Come ho detto in altra sede(in tal proposito chi fosse interessato:
http://www.acquariofilia.biz/viewtopic.php?t=250552 parte II del topic madre
http://www.acquariofilia.biz/viewtopic.php?t=250553 )
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Quote:
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Prima di tutto penso sia d'uopo fare una distinzione tra selezione e ibridazione(anche se la prima non è detto che non sfoci nella seconda).Prima però, cerchiamo di dare un significato al termine ibridazione. Affermare che è un processo genetico di mescolamento tra le caratteristiche di due diverse entità sistematiche derivanti da pratiche riproduttive di incrocio tra individui appartenenti a differenti specie (i. interspecifica) o sottospecie (i. intraspecifica),non sia poi cosi errato
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Quindi cerchiamo di capire ben cosa si vuole condannare.
Se volgiamo poi, si potrebbe parlare di cosa comporta creare e diffondere ibridi a livello di classificazione,dove il danno è veramente enorme.Ovviamente però, chi crea "sti obbrobri " non gli interessa una beneamata mazza,del tempo impiegato da biologi/ricercatori per classificare correttamente una specie, e non dimentichiamoci che alcuni di loro sono anche periti,per adempiere a tutto questo.
Ultima cosa(sicuramente per ora)
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Originariamente inviata da Jonny85
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No, scusate ma di cosa stiamo parlando? giriamo sempre sullo stesso punto: è chiaro che in natura i tempi di affermazione di una specie frutto di ibridazione siano molto lunghi (che è un eufemismo, si parla di ere), ma noi non stiamo parlando della natura, stiamo parlando di bestie prese e messe in una vasca, quindi la natura è stata modificata, alterata e chiaramente i comportamenti delle specie cambiano...
In natura ci sono un'enormità di nicchie che permettono o impediscono la vita, la riproduzione e quindi anche l'ibridazione delle varie specie e tutto questo comporta quindi tempi lunghissimi, ma in vasca è ovvio che tutto questo viene meno, per quanto la si possa allestire bene e sia che l'uomo intervenga o no avverranno cambiamenti che magari in natura non avverrebbero....poi se l'uomo ci mette lo zampino funge da famoso acceleratore evolutivo e porta alla "creazione" di specie diverse in tempi molto brevi....
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Nelle varie pagine ho letto molti tue passaggi dove affermi che l'ibridazione in natura avviene con frequenza.
Ma dove?ma quando?
Come hai detto nel post che ho evidenziato,mamma natura ha predisposto determinati meccanismi perchè ciò non avvenga,almeno fin quando le condizioni di equilibrio(sex ratio,trasmissione dei propri geni, ect..ect..) restano tali.Un pesce in natura si riprodurrà sempre con la partner della propria specie,salvo mancanza di disponibilità.
Un macamsteri in natura si riprodurrà con una femmina della stessa specie e non con una femmina di viejita.In vasca dove ,volgarmente parlando, ogni buco è trincea questo molto spesso viene meno.
Scusate la lungaggine dell'intervento