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Imperator
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Circa 6 mesi fa scrissi un articoletto molto attuale (credo).
Pubblicato il 28 marzo in "altro lido", faccio un copia e incolla.
Dove va l'acquariofilia marina
Messaggiodi Actinia Cari il sab mar 28, 2009 6:43 am
Ricordo la mia prima vasca importante: i lavori di ristrutturazione dell’appartamento avevano consentito la realizzazione di un salone su tre livelli per mascherare due putrelle che attraversavano la stanza e fungevano da supporto per il vascone (all’epoca lo era) posizionato al centro della stanza.
La vasca era un parallelepipedo di 180x80x60H con coperchi in vetro ed illuminata con T8, quasi una novità per l’epoca: allora esistevano ancora i T16 (se ricordo bene la sigla), fluorescenti spessi come cotechini…
Ero appassionato di mediterraneo, andavo a mare con un gruppo di amici altrettanto appassionati a prendere gli animali che poi avrebbero popolato la vasca e che uno di noi, titolare di un negozio di acquari, avrebbe venduto ad altri pazzi scatenati come noi. Pazzi scatenati perché almeno io e Guido, pur di andare in acqua, ci caricavamo attrezzatura (oltre a bombole, retini, contenitori, ecc., anche le ghiacciaie) e mogli, noleggiavamo una barca a remi (si, quelle barchette in legno a remi usate dai pescatori) e dal porto di Baia arrivavamo anche a doppiare capo Miseno per andare a prendere le aragostine in una insenatura sotto il faro (chi conosce i luoghi sa quanto remavamo…).
Ma torniamo alla vasca.
Conoscevo gli schiumatoi e già li utilizzavo sulle vasche precedenti (a casa di mio padre avevo due vasche per un totale di circa 280 litri). I Sander a porosa che si trovavano in Italia, però, mi sembravano piccoli. Per questo costruii il mio primo schiumatoio (con 6 porose) usando un piccolo secchio per immondizia in plastica, due barattoli di caramelle (per collo e bicchiere), il tutto tenuto assieme da silicone (e non sto a raccontare le operazioni necessarie, ogni mese, per sostituire le porose). Funzionava (o, per essere onesti e realisti, “funzionicchiava”).
Di fianco ad un lato corto della vasca c’era una grande ed alta fioriera che, in un vano ricavato sotto di essa, conteneva il filtro esterno, il refrigeratore e lo schiumatoio.
La vasca, sul fondo, aveva un sottosabbia in cui la circolazione dell’acqua era affidata a tre porose infilate nei tubi verticali collegati con la grata.
Sotto la vasca una sorta di piccolo deserto, con piante grasse e sassi, in contrasto con l’ambiente marino superiore.
La vasca funzionava e mi dava grandi soddisfazioni. Per la cronaca erano gli anni tra il 1979 ed il 1981. Fu smantellata nel 1986 assieme alle altre 6 che avevo tra casa e box.
Da allora l’evoluzione sull’impostazione delle vasche è stata enorme, così come sono molto diversi gli animali che si riescono a tenere in vita in un acquario.
Anche in Italia, grazie ad internet, il “nuovo” (per noi) sistema berlinese si è diffuso e consolidato.
I contatti con acquariofili d’oltre oceano e tedeschi, resi possibili dai forums, hanno consentito agli acquariofili più evoluti di confrontarsi alla pari con appassionati di paesi dove l’acquariofilia marina è sempre stata ben più sviluppata che in Italia.
Lampade HQI, pompe di movimento efficaci, schiumatoi sempre più efficienti a parità di dimensioni, reattori di calcio, uniti a conoscenze sempre maggiori degli organismi, della biologia e della chimica dell’acqua, hanno consentito l’allevamento di animali come gli SPS (acropore, ecc.) che certo hanno un fascino particolare.
All’inizio della disponibilità sul mercato di questi animali, arrivavano colonie selvatiche piuttosto grosse. Dopo un po’ ci si è resi conto che una colonia grossa si era sviluppata, in natura, in funzione della corrente, della quantità e della direzione della luce; in acquario non è possibile riprodurle esattamente e troppo spesso deperivano nella parte bassa e/o più interna ma addirittura si arrivava all’innesco di un processo di deterioramento rapidissimo che distruggeva la colonia.
Per questo, per la salvaguardia delle barriere coralline e non ultimo per motivi economici, si è alimentato il mercato delle talee. Queste crescono in funzione della posizione che hanno in vasca, della direzione da cui ricevono la luce e delle correnti presenti.
Partire da piccole talee ci ha fatto ricercare, in un primo momento, metodi per ottenere una crescita accellerata in modo da avere in tempi accettabili (per un appassionato) una vasca popolata e “guardabile”.
Ottenuti i risultati sulla crescita, si è cercato il colore. Qui ci sono da fare distinzioni perché si sono percorse due strade diverse: da una parte la scelta di una gestione semplice, giocando su luci ed alimentazione per sviluppare colori saturi e brillanti, naturali; dall’altra i sistemi a proliferazione batterica che consentono di ottenere colori pastello, spettacolari anche se assolutamente non naturali.
Queste vasche, qualunque sia il metodo di gestione scelto, sono impostate a berlinese ma sono sempre piuttosto “tirate”; nel senso che sono molto illuminate, molto “integrate”, e per questo molto…… pericolose. Pericolose perché, come qualunque cosa tenuta vicino al proprio limite, prima o poi lo supera. Se si è fortunati o particolarmente sensibili, ci si accorge per tempo della situazione e si corre ai ripari; se si è sfortunati, accade quando non siamo presenti o troppo tardi ci accorgiamo di aver superato il limite e…… patatrack!
Un altro problema per alcune delle nostre vasche è legato alla passione degli italiani per i superschiumatoi. Realtà tutta (e per fortuna quasi solo) italiana, è l’adozione di schiumatoi sovradimensionati. Questa passione per grosse macchine è comprensibile in quanto è certo molto gratificante possederle e vederle funzionare. Purtroppo un grosso schiumatoio può creare (e crea) problemi alla vasca oltre a richiedere molto spazio ed a consumare corrente.
Questa è la realtà odierna.
La crisi economica che sta vivendo il pianeta inciderà anche sull’acquariofilia. Specie quella marina è costosa ed impegnativa. Molti potrebbero decidere di abbandonare proprio a causa dei costi di gestione elevati o per altrettanto costose delusioni dovute al tracollo di vasche troppo spinte.
Ma è possibile ridurre i costi?
E’ possibile evitare disastri?
Secondo me bisogna riflettere: ci sono moltissime vasche, in giro, illuminate con lampade da 400w; queste vasche sono solitamente dedicate all’allevamento di sps. Spesso per queste vasche si usano schiumatoi molto grossi (la moda è moda), spesso parliamo di grossi volumi d’acqua.
Cominciamo dalla vasca: al posto della solita vasca rettangolare, lunga, è possibile realizzare vasche di buon volume (es. una 90x70x70) illuminabili con una sola lampada.
Una vasca del genere può essere illuminata con una 250w purchè scegliamo una parabola ben aperta. Avremo certamente delle zone non illuminatissime ai margini ma le potremo popolare con animali con esigenze di luce non esagerate. Anche il fondo non sarà molto illuminato ma ci sono una serie enorme di splendidi animali che vivrebbero benissimo (anche molto meglio) in situazioni di luce non “esagerate”. Facciamo un esempio che vale per tutti: il carotalcyon sagamianum; è un animale splendido col suo colore carminio ed i polipetti bianchi o gialli. Ne ho tenuto uno per oltre 3 anni, in una grotta sul fondo, ed era uno spettacolo vederlo gonfiarsi ed espandere i polipi quando cercava il cibo. In una vasca molto illuminata non si riesce comunque a tenerlo anche se si posiziona in grotta.
Le attrezzature vedono al primo posto, come importanza, la pompa di ritorno (o risalita) e lo schiumatoio; per la prima basta cercare una pompa di buona qualità, affidabile ma, soprattutto, con un consumo relativamente basso. Per il secondo bisogna fare alcune considerazioni per valutare il rapporto consumo/prestazioni e cercare un buon compromesso. Per questo analizziamo le principali tipologie di schiumatoi presenti sul mercato: 1) gli schiumatoi a singola pompa con venturi in aspirazione; 2) gli schiumatoi a singola pompa ad iniezione; 3) schiumatoi a doppia pompa con quella di schiumazione ad iniezione; 4) gli schiumatoi a doppia pompa con venturi in aspirazione.
Quelli al punto 1) sono schiumatoi economici che hanno uno sfruttamento della colonna di contatto molto limitato a causa del principio di funzionamento; consumano in genere relativamente poco ma vanno sovradimensionati per ottenere prestazioni adeguate e non sono molto stabili nel funzionamento. Inoltre la maggior parte di essi è molto limitato nelle possibilità di regolazione presentando molti limiti di adattamento alle varie situazioni che possono presentarsi in acquario, in momenti diversi. Gli schiumatoi al punto 2) sono, in genere, piuttosto efficienti, specie i modelli più grossi; producono, di solito, bollicine molto piccole e ne esistono di varia tipologia. Quelli con immissione della miscela acqua/aria dal basso o da una posizione intermedia sono, purtroppo, poco stabili nel funzionamento. Quelli con immissione della miscela acqua/aria dall’alto sono molto più stabili e, di conseguenza, affidabili. Il difetto degli schiumatoi ad iniezione è che hanno consumi molto elevati a causa delle pompe che servono al loro funzionamento: molto potenti, quindi non “risparmiose”. Gli schiumatoi di cui al punto 3), secondo me, non hanno più ragione di esistere. Superano il limite della maggior parte degli schiumatoi ad iniezione (l’instabilità) ma aggiungono, al consumo degli schiumatoi di cui al punto (2), una ulteriore pompa di alimentazione il cui consumo si somma a quello (già molto elevato) della pompa di schiumazione. Gli schiumatoi al punto 4) sono, secondo me, quelli che sempre più prenderanno piede per svariati motivi e cioè: a) consumo appena più elevato dei singola pompa con venturi in aspirazione, b) maggiore compattezza (quindi maggiore adattabilità a vasche con minore superficie) a parità di efficienza in quanto sfruttano il principio della controcorrente manifestando, a parità di volume, prestazioni molto più elevate rispetto ai singola pompa, c) grande adattabilità alle più disparate esigenze di schiumazione grazie alle molte possibilità di regolazione. Diciamo quindi che lo schiumatoio cosiddetto “doppia pompa” è quello col miglior rapporto volume/prestazioni/consumi.
Il reattore di calcio: questa “macchina”, oramai quasi d’obbligo per contenere le spese di integrazione di calcio in vasche con alto assorbimento, è già piuttosto parsimonioso nei consumi, specie se alimentato con una deviazione dalla risalita. Attenzione alla pompa che monta per il ricircolo interno ma controllarne il consumo in quanto, alcune di esse (specie se di origine cinese) consumano non poco.
Una delle maggiori fonti di consumo sono riscaldamento e raffreddamento.
Per il riscaldamento credo prenderanno sempre più piede i termostati elettronici abbinati ad elementi riscaldanti ad alte prestazioni. Per il raffreddamento ci si dovrà orientare, senza badare al risparmio al momento dell’acquisto, su refrigeratori particolarmente efficienti a cui dovranno essere abbinate batterie di ventoline per coadiuvarne il funzionamento.
Credo che questa sia la strada che prenderà l’acquariofilia marina a brevissima scadenza, abbandonando la maggior parte di quelle vasche, pur spettacolari, ma che comportano spese di gestione elevatissime, specie per via dei consumi. In realtà non mi dispiace: adoro le vasche miste, con tanto movimento ed una sana e vasta biocenosi mentre, alla fine, le vasche con soli sps (pur spettacolari nei colori) le trovo piuttosto statiche ed innaturali.
Vedremo…
geppy
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NON SONO VECCHIO... SONO STORICO
Inutile discutere con uno stupido: prima ti porta al suo livello e poi ti batte per esperienza
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