ale_nars, purtroppo hai ragione. La normativa è lacunosa e mal scritta.
Va tuttavia riconosciuto che tale normativa non si propone l'ambizioso traguardo di contrastare il commercio illegale colpendo il singolo acquisto del singolo utente. O perlomeno non è questo, a giudicare dal suo contenuto, il suo scopo principale.
Nasce per creare un sistema generale, e per constrastare a livello macro le importazioni illegali. Su questo fronte non si può negare che abbia ottenuto qualche risultato.
Certo, sarebbe meglio una maggior chiarezza, un maggior rigore nel contrastare l'illegalità e una maggior elasticità e disponibilità nei confronti dell'appassionato che dovrebbe essere messo in grado, a mio avviso, per fare un esempio, di poter vendere una piccola talea senza doversi, per farlo, armare di ben due registri e di tanta immaginazione per rispettare delle norme piuttosto scadenti sotto il profilo qualitativo.
Per il resto, è vero che il negoziante non mi risulta sia tenuto a rilasciarti alcun documento, salvo quelli di natura fiscale. E' pur vero, tuttavia, che una maggior fermezza da parte di noi tutti sarebbe auspicabile e probabilmente efficace. In fondo senza di noi i negozianti non possono andare molto lontano.
Rama, anche tu purtroppo hai ragione. Su questi argomenti, sono e resto dell'idea che la salvaguardia della specie non vada rimessa al buon cuore dell'appassionato, spesso schiavo della sua stessa passione, ma ad un impianto normativo ben scritto, valido, e che viene fatto rispettare in modo rigoroso dalle autorità.
Pretendere che ciò avvenga in Italia, considerando quello che accade quotidianamente in settori ben più delicati, mi pare francamente molto utopistico.
A presto
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