Faccio una veloce premessa: la genialità del sistema berlinese stava nell'aver compreso che, sulla superficie di alcune rocce prelevate direttamente in mare, si svolgeva in modo completo il ciclo dell'azoto. Usandone un quantitativo appropiato si potevano evitare quegli accumoli di nitrati che limitavano, fino ad allora, l'allevamento di organismi marini. Questo ha aperto un mondo che non era fino allora neanche pensabile. Chi ha i libri di Wilkens sa di cosa parlo. Col passare degli anni si è però capito che il ciclo dell'azoto si poteva facilmente concludere ma richiadeva i suoi tempi. Quindi, limitazioni nei tempi di maturazione e se volevi una maggior azione denitrificante, più rocce vive. Inoltre i limiti di abbassamento dei nutrienti restava limitato dalla produzione, cioè dalla presenza di pesci e dall'alimentazione di questi e dei coralli. In ultima analisi, oltre un certo limite col berlinese non si poteva andare. Questo limitava l'allevamento dei coralli sps che avevano bisogno di valori non misurabili di nutrienti. Vorrei ricordare che questi valori non misurabili, sono necessari per un allevamento corretto dei coralli, i quali però possono sopravvivere anche con valori superiori, limitandosi però nella crescita e scurendo la colorazione. E' evidente che non in tutte le vasche questo discorso può essere valido. In vasche con molti animali, rocce sane e ben mature, pochi pesci,forte illuminazione, cambi costanti e di qualità, alimentazione quantitativamente corretta, si possono avere delle ottime condizioni per il corretto mantenimento dei coralli. Però nella maggior parte dei casi non è e non può essere così.
....continua