Guardate, credo che un genitore che trascorre abbastanza tempo con il figlio in generale sappia comprendere il limite sottile tra capriccio e sofferenza.
Ovvio che poi la 'sofferenza straziante' magari e' causata da qualcosa che per un adulto e' NIENTE, ma questo non significa che per il bambino non stia crollando il mondo in quel momento.
Il genitore deve porsi il problema se quella sofferenza atroce fara' bene ed e' necessaria al bambino o si puo' evitare.
Il problema dell'inserimento mi ha coinvolto emotivamente non tanto perche' mio figlio piange quando ce lo porto e non ci vuole andare.... quanto perche' questo e' un pensiero quasi fisso, anche quando giochiamo con i cugini si sveglia, mi guarda e dice: "voglio la mamma a scuola".
Inoltre sia io e mia moglie abbiamo notato una piccola retrocessione sui diversi progressi fatti su tanti fronti. Non credo siano cose studiate, ma una reazione al disagio.
E non sottovalutate il fatto che avendo i bambini filtri culturali ed intellettivi minori, non abbiano una empatia molto piu' sviluppata... cioe' capiscono al volo i "non detti".
Comunque oggi e' andata un po' meglio.
Speriamo di continuare cosi!
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