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Ciuffi di alghe nere a pennello nella prima foto: si consiglia la potatura delle foglie colpite con l'accortezza di non frammentare le alghe per evitare lo spargimento di spore.
Alghe filamentose su vallisneria nelle altre: rimozione meccanica ove possibile ed introduzione di organismi antagonisti.
NB molto spesso i cosiddetti alghivori disdegnano le alghe perchè troppo nutriti col mangime... i pescetti sono furbi, se sanno che ogni giorno arriva la pappa, le alghe non le guardano nemmeno. Riducete le porzioni!!!
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vi presento i miei pesci: Menph, Chiko, Tapako, Slamp, Tic&Tac, Cich e Ciach, Zebrolallo, i Biciclettini, le Carry carry, Chackra, Luca e Nettuno.e i tritoni arch, crop, grunch, bone, Marta e Luca http://acquariofilia.biz/viewtopic.p...267174#2267174
confermo, a me sono spuntate circa 1 mese fa dopo l'introduzione di una nuova pianta, comunque ho anche avuto la possibilità di rilevare un eccesso di fosfato e un basso carico di nitrati, potrebbe anche essere dovuto ad un mix "micidiale" di + elementi, da un punto di vista chimico è difficile che esista una sola componente fuori controllo a scatenare il fenomeno... almeno così pare
Classico esempiop di alghe verdi filamentose cresciute su muschio di giava.
Vasche non ancora mature, luce forte e biomassa non sviluppata a sufficienza lasciano campo libero a queste innocue formazioni algali.
Si possono rimuovere meccanicamente avvolgendole con una forchetta o uno stecco.
Crostacei e gasteropodo alghivori finiranno il lavoro e preverranno il loro ritorno
suiller e scriptors, la co2 non uccide le alghe, semplicemente aumenta l'assorbimento di nutrienti da parte delle piante... quindi le alghe muoiono di fame.
Per quanto riguarda le BBA, sono io il primo a dire che le cause sono molte e spesso ci sono più cause agenti in contemporanea.
Se dite a certi acquariofili che la co2 non serve a nulla contro le BBA, vi sentirete rispondere: "perchè non ne avete immessa a sufficienza!"
In certi casi di infestazione "terminale" si consiglia di levare pesci e crostacei e di gasare alghe e piante con dosi eccessive di co2 durante il fotoperiodo... spesso si ottiene la totale scomparsa di tutte le alghe.
Occhio che la cosa si può fare solo se la biomassa vegetale presente in vasca è cospicua.
__________________ Cerco talea di Acropora palmata a scopo scientifico - pago a peso d'oro
Ecco le mie prime alghe filamentose ci sono voluti 3 acquari per farmi provare l'ebrezza di vederle e ora speriamo di debellarle, purtroppo non posso ricorrere a caridine, gasteropodi o alghivori in generale perchè sono ancora in maturazione ma ho una squadra di white pearl e una di planorbarius pronte a scatenarsi
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Mauro
"Nel 1969 ho dato un taglio a donne e alcool. Sono stati i venti minuti peggiori della mia vita. "
George Best
1. dosare i nutrienti in modo che vengano consumati dalle piante (meglio tutti i giorni che una volta a settimana)
2. mettere il filtro biologico nelle condizioni di competere con le alghe per l'Azoto NH4, NH3, NO2 (sul NO2 ho qualche dubbio che sia assimilato dalle alghe)
ovviamente è implicita la buona conduzione della vasca e ... dico sopratutto a me ... smanettarci il meno possibile
Il fenomeno della vasca di Cartiz è assolutamente normale in fase di avvio per i motivi descritti sopra... il ciclo dell'azoto non può ancora avvenire ad un ritmo corretto a causa della vasca ancora "acerba".
Nel periodo di avvio vasca è fondamentale dosare l'apporto energetico e nutritivo (luce e fertilizzanti) in base alla crescita delle piante superiori.
Non fertilizzare assolutamente nei primi 10 giorni (quando le piante sono intente a radicare), mentre si può introdurre co2 a manetta (non ci sono pesci) per aiutare le piante a sintetizzare glucosio in fretta.
Terminato il periodo minimo di maturazione (4 settimane), eseguire un cambio d'acqua di almeno il 20% ed introdurre i primi invertebrati alghivori.
Dopo altre 2 settimane introdurre i primi pesci.
__________________ Cerco talea di Acropora palmata a scopo scientifico - pago a peso d'oro
ALGHE ROSSE (Phylum RODOPHYTA)
Si tratta di alghe prevalentemente marine e solo poche specie si trovano in acqua dolce. Purtroppo l'ambiente dell'acquario sembra essere assai adatto al loro sviluppo, tanto da diventarne un "inquilino" abituale.
In ambito acquaristico sono denominate in modo diverso (alghe a ciuffi, a pennello) anche se quello più comune è BBA, cioè black beard algae, alias alghe nere a barba per via della forma del loro tallo, abbastanza facilmente riconoscibile anche a occhio nudo. Si presentano infatti come formazioni filiformi riunite in ciuffetti che, grazie a rizoidi, aderiscono a vari tipi di substrato: foglie, sassi, parti di legno (foto 1). Nella mia esperienza ho osservato queste alghe sul bordo della lamina fogliare di Vallisneria (foto 2) e di Anubias; in misura minore anche altre piante, come Echinodorus, ne sono interessate.
Questa alga si caratterizza per una colorazione che varia dal nero al verde scuro; in alcune circostanze può diventare anche grigio-verde.
Grazie all'osservazione microscopica ho potuto stabilire che l'alga presente negli acquari appartiene al genere Audouinella; si noti la caratteristica ramificazione dei filamenti (foto 3). Tale classificazione ha trovato poi riscontro in una tesi di laurea sull'argomento; prezioso è stato anche il confronto con esperti in materia. Al microscopio ottico (foto 4) può essere chiaramente anche osservato il punto di attacco dell'alga sulla foglia di Vallisneria. Un'altra scoperta che ho potuto fare grazie all'osservazione microscopica è aver riconosciuto tra i fitti talli di Audouinella un filamento appartenente a Compsopogon (foto 5), anche questa un'alga rossa indicata come specie degli acquari d'acqua calda nell'"Atlante dei microrganismi acquatici" che consiglio caldamente a chiunque volesse dedicarsi alla microscopia.
Nel medesimo manuale una specie di questa alga (A. violecea) è segnalata per avere bisogno di molto ossigeno.
Vorrei sottolineare che l'identificazione tassonomica di un'alga presente negli acquari non va visto come un semplice gioco accademico; il fatto di poter conoscere il nome scientifico di un organismo ci permette di acquisire ulteriori informazioni dal grande patrimonio di conoscenza che è il mondo della ricerca scientifica.
Diversi sono i metodi di controllo della crescita di questa alga. Personalmente cerco di evitare l'uso di prodotti chimici e tento strade diverse, pur sapendo che la soluzione definitiva non esiste. Dal punto di vista meccanico l'unica soluzione adottabile, visto che l'alga è ben ancorata alla pianta, è di tagliare la foglia colpita; ovviamente questo approccio va seguito con moderazione. Diversi autori di testi sull'acquariofilia consigliano come rimedio di lotta biologica l'introduzione nella vasca di Epalzeorinchus siamensis. Si tenga presente inoltre che l'alga a causa del processo di decalcificazione biogenica, che si verifica nelle acque dure, tende ad avere una consistenza particolarmente coriacea, per cui non è più appetibile ai pesci e alle lumache. Ho letto che per evitare proprio questo fenomeno si consiglia la somministrazione di CO2. Che la concentrazione di questo gas nell'acqua fosse un fattore che limitasse lo sviluppo di questa alga era stato osservato anche nella sopracitata tesi, anche se non se ne indicava il motivo. Rimanendo nel campo dei rimedi di lotta biologica, viene anche suggerito il ricorso a piante a rapida crescita che entrino in "competizione alimentare" con l'alga. E' questa una soluzione che dovrebbe a mio avviso fare parte di quel decalogo di buone norme alla base di una corretta gestione dell'acquario.
Chiudo con un'ultima considerazione: a mio avviso tra i fattori di controllo delle alghe rosse va posta particolare attenzione alla luce in virtù del loro peculiare apparato pigmentario, inteso come il complesso di molecole deputate alla cattura dell'energia luminosa di specifica lunghezza d'onda che viene poi utilizzata per il processo fotosintetico. Infatti i pigmenti posseduti dalle alghe rosse consentono di sfruttare lunghezze d'onda diverse da quelle utilizzate dalle altre alghe e piante e queste in determinate circostanze potrebbe dare a loro un vantaggio adattativo.
Saluti a tutti
Marco