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apro questo thread dopo aver iniziato a parlare con algranati e mariobros dell'argomento CITES in altra sezione, meno appropriata. Su suggerimento del primo ho aperto questo nuovo thread.
Se anche questa dovesse risultare non adatta, invito i moderatori a spostarla.
Mi farebbe piacere, e credo tornerebbe molto utile, approfondire il tema in questione magari anche con l'intervento di qualche diretto interessato (importatore, negoziante ecc.).
Per motivi professionali sono piuttosto incuriosito dalle norme in tema, e mi sono reso conto, dopo una pur breve e rapida analisi, che si scrivono e dicono molte cose inesatte, quando non addirittura completamente false. E questo anche su riviste specializzate e libri diffusi. A volte mi sembra, ma è una mia impressione, che si sappia, ma si glissi.
Per lanciare la discussione, riporto una parte del post precedente, aspettando le opinioni, le domande, i chiarimenti, le correzioni ed ogni altro intervento che chiunque intenderà realizzare.
Vorrei fare un paio di precisazioni, visto che la materia appare intricata e mi sono reso conto che quasi nessuno degli appassionati ne sa molto. Spesso anzi non se ne sa nulla.
A) Le rocce vive sono in effetti sotto tutela del Cites. Non però in quanto "rocce", ma perchè sono in realtà coralli, seppur morti.
Ad essere precisi sono in Allegato B della Convenzione tutti i coralli:
-dell'ordine delle scleractiniae, che sono praticamente tutti i "duri" che conosciamo (acropora, montipora, caulastrea ecc.)
-della famiglia delle helioporidae (la nostra famosa heliopora coerulea), peraltro unica specie della famiglia
-della famiglia delle tubiporidae (sono un paio di specie)
-dell'ordine antipatharia, costituito da moltissime specie e noto come corallo nero
Questi coralli sono tutti duri e costituiscono la base, in misura diversa, delle nostre rocce.
B) Sulla frase "solo le aziende accreditate possono commercializzare animali e rocce vive tutelati da cites" occorrono alcune precisazioni:
- l'accredito cui fai riferimento è probabilmente la "licenza di importazione" che riguarda appunto il problema dell'ingresso nella UE, e non la successiva commercializzazione, che è altro problema. Per la commercializzazzione occorre infatti avere, fra le altre cose, i famosi registri, ma non necessariamente essere importatori.
- alcuni animali o piante tutelate dal Cites, non possono proprio essere commercializzate. Sono quelle dell'allegato A. La loro introduzione è consentita infatti a condizione, fra le altre, che lo scopo non sia "prevalentemente commerciale". Quindi, per intenderci, non possono essere venduti in un negozio, e non c'è permesso che tenga.
- Anche chi non è commerciante, ma semplice allevatore, è tenuto ad avere il registro. La circolare esplicativa del Decreto del 2002 infatti afferma che: "i detentori di animali e piante che esercitano una forma di allevamento non finalizzata allo sfruttamento commerciale degli esemplari ottenuti, sono esentati dalla compilazione del registro. Qualsiasi forma di alienazione a titolo oneroso, ivi comprese la locazione, la permuta o lo scambio di esemplari, deve essere sottoposta a registrazione. Sono pertanto tenuti alla compilazione del registro tutti gli allevatori o detentori di animali e piante che abbiano finalità commerciali o che vendono, scambiano, permutano o affittano esemplari".
Da questo si evince che anche i privati, purchè nel rispetto delle norme relative alla tenute dei registri (e fiscali, e sanitarie ecc.) possono compiere atti di alienazione, e via dicendo, sugli animali protetti.
Al contrario molti scrivono, anche su riviste, che il privato che vende una talea, un corallo o una tridacna, sarebbe esonerato dall'obbligo del registro. Magari perchè riprodotto in cattività.
Ad oggi non ho ancora capito in base a quali norme ciò sarebbe vero, e sarei ben lieto se qualcuno me le indicasse.
E' molto ben scritto e risponde probabilmente a quanto gli deve essere stato richiesto: un articolo introduttivo e generale sul Cites e sul suo significato.
Temo però che l'acquariofilo marino, e non solo, potrebbe risultare disorientato dalla lettura, stante il rimando alle norme, il consiglio di chiedere alle Autorità e il carattere generale della trattazione.
Quanto scritto in quell'articolo, al quale a questi fini rimando, è necessario per capire cosa sia il Cites, ma ritengo sarebbe opportuno un ulteriore approfondimento, perchè mi sembra che non sia agevole venire a capo dei problemi che maggiormente ci riguardano:
cosa è legale, cosa non lo è, cosa dovremmo fare per essere in regola, cosa rischiamo, sia in teoria che in pratica.
Verso la fine di quell'articolo mi appare sacrosanto il rimando agli allegati Cites per l'individuazione delle specie protette. Specifico che l'ultimo aggiornamento è del 9 agosto del 2005.
Le ultime righe mi sembra tuttavia tradiscano un equivoco. Credo che il legale possa aver pensato che il problema più delicato per un acquariofilo marino sia quello dei pesci, perchè si sofferma sull'inserimento di alcune specie di squali e dei cavallucci marini, facendo solo un rapido accenno ai coralli.
I coralli sono invece il nostro problema.
Credo sarebbe opportuno nei prossimi giorni partire da quell'articolo per approfondire la questione, parlando di registri, divieti, sanzioni, obblighi, e tutto quanto riguarda la disciplina, piuttosto puntuale, che è giunta, partendo da una Convenzione internazionale e passando attraverso Regolamenti comunitari e decreti ministeriali, addirittura ad alcune circolari, che sono atti molto puntuali e dettagliati, volti a risolvere questioni interpretative e problemi pratici.
Sulle questioni giuridiche, credo di poter essere di aiuto. Meno su quelle che riguardano le condotte degli operatori. L'intervento di uno di loro sul forum, in particolare, sarebbe sicuramente importante e potrebbe, integrandosi al resto, fare più chiarezza di quanta non ce ne sia oggi.
Premesso che non ho ancora letto (ma quanto prima lo farò) la normativa di riferimento, ma dall'articolo (molto sintetico) mi sembra di capire che le sanzioni in cui potrebbe incorrere il privato derivano dalla detenzione di cui all'allegato A, appendice 1, ed all'allegato C, parte 1.
Sarebbe utili elencare quelle di nostro interesse.
condorfly, peermettimi solo 2 affermazioni, entrambe probabilmente "forti"....
1) non CI conviene smuovere troppo le acque, siamo gia' decisamente sott'occhio......
2) il CITES regolamenta l'importazione di famiglie di coralli, gli stessi vengono spediti con i nomi (famiglie) piu' disparati, arrivano coralli "bloccati" e vietati uno su tutti e' la Catalaphillya che in diversi hanno acquistato anche ultimamente pur sapendo che e' vietata...... Da qui mi domando.... noi appassionati discutiamo per comprendere a che specie appartengano i nostri coralli, molti negozianti non ricconoscono la differenza tra di un'Euphillia ed una Plerogyra.... figuriamoci se entriamo nel merito di Acropora ed Anacropora o Montipore particolari..... senza pensare a chi deve fare i conrolli del materiale importato....
Ciao
__________________
Gilberto Hassan
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La classe non e' acqua............ sciapa, e' salata!!!!!!!!!!!!
The opinion of one man is only as good as his experience. - Joseph Bates
1) non CI conviene smuovere troppo le acque, siamo gia' decisamente sott'occhio......
In effetti questa è una affermazione piuttosto forte.
Per quel che mi riguarda possiamo chiudere il thread anche subito. La mia opinione, tutta personale, è tuttavia che è sempre meglio prevenire che reprimere, e la conoscenza della situazione, e delle regole, è sempre utile. In prospettiva potrebbe consentire addirittura, con gli opportuni accorgimenti, la formulazione di proposte normative che da un lato facilitino il rispetto delle regole agli appassionati, dall'altro contribuiscano a limitare derive illegali. Il discorso sarebbe lungo e piuttosto tecnico, e quindi in caso ne riparleremo.
Quote:
il CITES regolamenta l'importazione di famiglie di coralli, gli stessi vengono spediti con i nomi (famiglie) piu' disparati, arrivano coralli "bloccati" e vietati uno su tutti e' la Catalaphillya che in diversi hanno acquistato anche ultimamente pur sapendo che e' vietata...... Da qui mi domando.... noi appassionati discutiamo per comprendere a che specie appartengano i nostri coralli, molti negozianti non ricconoscono la differenza tra di un'Euphillia ed una Plerogyra.... figuriamoci se entriamo nel merito di Acropora ed Anacropora o Montipore particolari..... senza pensare a chi deve fare i conrolli del materiale importato....
Ecco, Gilberto, il problema sta qui. Se anche tu, che sei una delle persone più esperte nel settore ed una vera autorità su molti aspetti dell'acquariofilia, fai riferimento a delle distinzioni che non trovano riscontro nelle norme, allora mi sento più tranquillo quando dico che almeno a livello informativo tutti dovrebbero essere messi in grado di sapere cosa si può fare e cosa no.
Nel caso di specie: TUTTE le acropore, TUTTE le euphyllia e TUTTE le calataphyllia sono in Allegato B, quindi qualunque distinzione fra specie, è assolutamente superflua ai fini dell'applicazione di queste norme.
Ripeto, secondo me un po' di chiarezza va fatta, e non credo che nessuno subirà conseguenze perchè in un forum si discute, con schiettezza e consapevolezza, delle regole esistenti. Figuriamoci. Poi, valutate voi.
condorfly, condivido le tue perplessita' come condivido la necessita' di chiarezza. La chiarezza in questo momento pero' ci mette a rischio, e' molto piu' semplice ed immediato vietare le importazioni che differenziarle come e' ora appunto perche' risulta difficile l'identificazione.
Da qui si subiranno le conseguenze, noi acquariofili siamo visti molto spesso come quelli che deturpano il mare per avere in una vasca dei coralli..... siamo tacciati (dagli ignoranti) di essere la causa dei prelievi di rocce e coralli, siamo tacciati di essere deturpatori dell'ambiente e via discorrendo..... Immaginiamoci come puo' vedere l'opinione pubblica una eventuale chiusura delle importazioni di coralli.... secondo me tutti direbbero che era ora che si smettesse di permettere il prelievo dal mare di cotante bellezze.....
Quello e' il primo aspetto, il secondo aspetto delle cconseguenze e' legato al possibile obbligo di registrazione e denuncia di tutti i nostri animali, della denuncia di ogni riproduzione asessuata (ed eventualmente anche sessuata) che porti all'avere un nuovo animale in vasca.... ogni registrazione comporterebbe un carico, in caso di scambio/regalo/vendita/morte andrebbe segnato lo scarico con nome di chi prenderebbe in carico l'animale, tutto sarebbe da registrare con sanzioni per chi non si adeguerebbe.... a mio avviso srebbe un'onere elevato per gli acquriofili reef.
Il CITES come ben sai e' una Convenzione internazionale, e' stata sottoscritta nel 1973 ed ha subito variazioni nel tempo. Molto onestamente reputo difficile che noi acquariofili italiani potremo far cambiare delle normative sulle quali pochissimi capiscono qualche cosa, normative che vengono deffinite in altri paesi e che noi (Italia) sottoscriviamo senza sapere piu' di tanto di cosa si tratti, ma ci allineiamo agli altri.
Ciao
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Gilberto Hassan
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Ad oggi non esiste alcun obbligo di registrazione per chi alleva coralli. E' ammessa la cessione a titolo gratuito senza alcuna formalità. Per cedere coralli a pagamento, occorrerebbe un registro. Sul punto tuttavia mi riservo di ritornare.
Non è vero che non si può incidere sulla normativa, perchè se da un lato tale normativa trova la sua fonte primaria in un regolamento comunitario, che è atto della Commissione avente direttamente efficacia in ogni Stato Membro, dall'altro occorre sottolineare che quello che a noi interessa principalmente è la disciplina specifica e puntuale che riguarda le procedure da rispettare per l'acquisto e lo scambio dei coralli, disciplina che non viene da così lontano, ma dai Ministeri competenti.
Tanto detto, la mia proposta è questa.
In questo periodo sono molto impegnato, ma se siete d'accordo potrei fare una approfondita ricerca per produrre un articolo che indichi in maniera precisa cosa si può fare, cosa è vietato, come si può agire per continuare come e più di adesso a coltivare la nostra passione, rimanendo però nel rispetto delle norme.
Per la tranquillità di tutti, anticipo un fatto fondamentale: oggi qualunque controllo a casa di ciascuno di noi, ci troverebbe perfettamente in regola, qualunque corallo si possieda e anche in totale mancanza di documentazione.
Quell'articolo potrebbe poi costituire lo spunto per dare risposte alle molte domande che vedo circolare, e che rimangono insoddisfatte. Potrebbe anche essere integrato, come dicevo in altro messaggio, con qualche notizia...dal campo.
Ci vorrà non meno di un paio di mesi, perchè adesso, come detto, sono piuttosto occupato.
Sono comunque certo che se un giorno dovesse essere vietata dalla Commissione Europea l'importazione nell'Unione di coralli, questo non dipenderà nè dall'articolo di condorfly, nè dal dibattito su questo forum, nè dal fatto che l'utente X, invece di regalarla, si vende una talea di nobilis.
Del resto credo anche che sia nostro primario interesse evitare di favorire lo sviluppo e la proliferazione di attività parallele di importazione illegale. A me questa convinzione non la toglie nessuno. Per fare questo, non credo sarebbe male che tutti i frequentatori del forum sapessero cosa possono o devono chiedere, prima di comprare.
condorfly, mi trovo d'accordo con la tua iniziativa e la appoggio pienamente..è necessario soprattutto a noi appassionati, sia neofiti che esperti, avere una visione di insieme chiara riguardo l'argomento che fin ad ora almeno per me è risultato piuttosto nebuloso..spero che la tua ricerca e la discussione stessa diradi questi dubbi e ci renda più consapevoli di ciò che facciamo quando ci rechiamo in un negozio per acquistare i nostri coralli o scambiamo tra noi appassionati.