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I Batteri: i come e i perchè della moltiplicazione batterica
Come da titolo: vorrei parlare di questo argomento, trito e ritrito in mille occasioni, per capire quali ceppi sono davvero fondamentali nel nostro sistema, se ritenete come me che sia utile avere una biomassa batterica eccedente al reale carico organico della vasca e alimentandola per sfruttarne la capacità riducente delle sostanze nutrienti.
Credo che di argomenti da tirare in ballo ce ne siano diversi, tra tutti mi piacerebbe vedere di centrare il punto della situazione su come è possibile ottenere una flora numerosa ma equilibrata, sia che si parli di ceppi autotrofi che eterotrofi, al fine di ottenere una efficente e costante riduzione dei nutrienti nelle nostre vasche.
Quindi...
Quali ceppi cercare di spingere per ottenere una costante ed efficente nitrificazione? E come?
Quali altri ceppi devono intervenire per ottenere una denitrificazione completa, evitando il più possibile quella che è definita "falsa denitrificazione" in cui il nitrato viene scomposto ma ritorna in parte nitrito?
Come possiamo ottenere una consistente biomassa fosforoaccumulante? Come alimentare in maniera differenziata ma corretta (evitando quindi il più possibile squilibrio) tutti questi ceppi?
Vorrei arrivare a tirare in ballo il rapporto redfield e i fattori limitanti, ma prima vorrei fare chiarezza su come sviluppare appunto ceppi diversi specialistici, cercando di soffermarsi su ciò che questi necessitano e su come appunto "respirano" per trasformare i nutrienti.
A voi la parola.
Ciao Rama dovremmo prendere in considerazione il numero di Coralli di Marzo/Aprile del 2005 nel quale c'è un bellissimo articolo sul rapporto Redfield, e magari far intervenire Alexalbe, il quale ci può illustrare una situazione chiara e semplificata di questo rapporto.
io inizierei ancora più a monte.
Rama ti sei sbizzarrito???......
però non mettere troppi argomenti al fuoco...altrimenti noi pivellini ci incasiniamo !!!
intanto sarebbe interessante capire se i batteri è meglio nutrirli (quelli già presenti) o introdurli regolarmente ed alimentarli...e nei due casi come evitare monocolture!
Rama, non condivido la necessita' di avere una biomassa batterica eccedente al reale carico organico della vasca, reputo corretto avere le giuste proporzioni tra colonie batteriche e se si decide di alimentare "separatamente" le colonie batteriche, questo deve essere fatto per tutte, pena e' il ritrovarsi con monocolture.
La velocita' di riproduzione batterica e' molto elevata, le colonie batteriche a mio avviso rispondono rapidamente alle necessita' delle vasche, l'importante e' che siano presenti tali ceppi e che non vengano "soppiantati" da altri ceppi.
Ciao
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Gilberto Hassan
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La classe non e' acqua............ sciapa, e' salata!!!!!!!!!!!!
The opinion of one man is only as good as his experience. - Joseph Bates
e come vanno nutriti per evitare monocolture? questo è un punto fondamentale visto che anche con i metodo più blasonati pare ci sia lo stesso questo problema...zeovit, xaqua.....
[/quote]il problema secondo me non sta nella quantita'della biomassa batterica ma quanto nella giusta qualita dei batteri presenti.Tutti i tipi di batteri sia eterotrofi che autotrofi devono lavorare assieme in modo combinato.Nella prima fase dopo che sia navvenuta l'ossidazione dell'ammoniaca e dell'ammonio subentrano i batteri del tipo Nitro (autotrofi) che trasformano l'ammoniaca in nitriti e a loro volta in nitrari,il ciclo dell'azoto viene chiuso principalmente dai batteri eterotrofi(Pseudomonas).Pertanto io sono molto scettico sul introduzione di carbonio aggiuntivo(vedi wodka e zucchero)in quanto favoriscono solo la proliferazione di batteri eterotrofi i quali rischiano dei eliminare nutrienti ai batteri autotrofi portando inevitabilmente alla cosidetta falsa denitrificazione.
Io sto usando il metodo Zeovit e in fase di avvio e in maturazione sto usando massicce dosi di zeostart2(1ml x 100 lt) che sto lentamente calando perche' i batteri devono alimentarsi da soli con il carbonio fornito dal mangime somministrato in vasca.L'unica cosa che faccio al di fuori del metodo è l'introduzione di una fiala di Biodigest,che a detta della casa produttrice contiene entrambi i ceppi batterici auto e eterotrofi,a ogni cambio d'acqua anche se non so se serva a qualcosa
molto interessante la discussione; sicuramente ricca di spunti
concordo con Gilberto quando asserisce l'inutilità di avere colonie batteriche sproporzionate rispetto all'effettivo carico della vasca: si aumentano, in tal modo, le possibilità di crash della popolazione. Quanto alla necessità di reintrodurre periodicamente nuovi ceppi batterici resto un po' scettico... sono, piuttosto, convinto che una alimentazione ben progettata eviti rischi di monoculture.
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Rama, non condivido la necessita' di avere una biomassa batterica eccedente al reale carico organico della vasca, reputo corretto avere le giuste proporzioni tra colonie batteriche e se si decide di alimentare "separatamente" le colonie batteriche, questo deve essere fatto per tutte, pena e' il ritrovarsi con monocolture.
La velocita' di riproduzione batterica e' molto elevata, le colonie batteriche a mio avviso rispondono rapidamente alle necessita' delle vasche, l'importante e' che siano presenti tali ceppi e che non vengano "soppiantati" da altri ceppi.
Ciao
Mi sono spiegato male Ik2vov, hai ragione.
Quello che intandevo, era fornire alimentazione ai vari ceppi sfruttando il sistema della moltiplicazione batterica, fornendo quelli che sono gli elementi limitanti per consentire una efficente e costante riduzione dei nutrienti presenti...
I sistemi probiotici sfruttano proprio la capacità che ha la biomassa batterica incrementata per fargli assorbire i nutrienti presenti, e schiumandola costantemente si riesce ad ottenere una rapida e completa rimozione degli inquinanti presenti... in questo modo si riesce a mantenere non solo una condizione oligotrofica dell'acqua, ma anche ad appiattire quei micro-picchi che si verificano costantemente mentre i cicli vitali degli animali si succedono (il pesce che fà la cacca innalzerà i livelli di nutrienti finchè tutta la materia organica non verrà processata dai batteri, con tutti i suoi picchi intermedi che le zooxantelle sono tanto abili a sfruttare per produrre energia... giusto?)
Purtoppo poi la Natura non ha pensato troppo al fabbisogno delle nostre vasche, e mentre nelle barriere i cicli si avvicendano con la perfezione che solo lei sà fare, nel nostro acquario alcuni ceppi si sviluppano in maniera molto più lenta di altri e questo non consente di avere una trasformazione talmente rapida da avere quella che dovrebbe essere una linea il più piatta e costante possibile di un determinato valore... penso che questa sia la linea di separazione che divide un berlinese dall' altro che integra un metodo di sfruttamento delle masse batteriche, ovvero la capacità di avere una biomassa batterica estremamente efficente e non limitata da carenze di elementi che ne inibiscono la capacità di ossidazione e riduzione... lo stesso batteriplancton presente nella colonna d'acqua, anche se ovviamente si occupa solo di una parte dei processi, risulta infatti molto più elevato e vicino ai livelli naturali... con tutti i ibenefici che ne conseguono...
Adesso non voglio incentrare il discorso sul giusto o sbagliato circa questi metodi di gestione, quanto sul loro funzionamento che indubbiamente risulta essere estremamente più efficente del sistema che si instaura per equilibrio naturale nelle nostre vasche, dove lo smaltimento dei nutrienti avviene in maniera più lenta e meno massiccia proprio per l'effetto altalena che hanno le varie colonie nel reagire a questi microspostamenti dei valori... mi sà che mi sono spiegato male anche stavolta, spero che si riesca a interpretare quello che ho scritto, ma sono veramente stanco...
Se ho capito bene ti riferisci ai sistemi simili allo zeovit che aumentano notevolmente la massa batterica permettendole di accumulare nutrienti prima di portarla via con lo schiumato.
La tua osservazione a proposito è assolutamente giusta; sono anche io dell'idea che sia assolutamente necessario alimentare la massa batterica allo stesso modo in cui alimentiamo tutti gli altri ospiti delle nostre vasche. Quello che, invece, mi lascia perplesso è la continua aggiunta di nuovi ceppi batterici. Non basta, mi chiedo, un'alimentazione più completa e mirata per evitare il rischio di un progressivo impoverimento della fauna batterica fino ad arrivare, nei casi peggiori, a delle vere e proprie monoculture?
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