Da quanto detto finora, e' necessario escogitare un sistema che lavori a pressione rigorosamente costante, e ottenere un sistema di regolazione che non dipenda dalla pressione del sistema. E' ovvio che un sistema di produzione industriale scelga proprio la pressione come parametro su cui agire per permettere una regolazione della quantita' di co2 in vasca, in quanto e' l'elemento piu' facilmente variabile e, con l'ausilio di un buon riduttore/regolatore di pressione, il piu' economico da realizzare. Ma il presupposto essenziale per far questo e' avere una pressione "a monte" molto alta e che diminuisca con un gradiente bassissimo e costante durante l'erogazione. Per ottenere cio' si ricorre alla bombola sotto pressione (da alcuni bar fino a 300 bar la co2 industriale o alimentare). Quindi non e' solo per un discorso di elevata autonomia che le bombole sono il mezzo piu' facile e preciso per produrre co2 a valori costanti, ma anche per rendere piu' semplice una regolazione ottimale del flusso. Purtroppo nel nostro caso non abbiamo ne' un recipiente a pressione elevata, ne' un regolatore di pressione professionale, percio' abbandoniamo l'idea di regolare il flusso sfruttando la pressione del sistema (sacrilegio !!!). Quindi.... la modifica che propongo non prevede la messa in pressione del sistema.
Ma se non mettiamo in pressione l'impianto come regoliamo il flusso?
AGENDO SULLA PRODUZIONE DI CO2 ANZICHE' SULLA SUA EROGAZIONE.
Che ci resta, escludendo la pressione, per poter controllare tale flusso? Agire sulla temperatura o agire sul volume dei reagenti. Una azione sulla temperatura e' impensabile (non possiamo sfruttare la legge dei gas poiche' e' vero che la co2 segue tale legge, ma dobbiamo tener conto che questo gas viene prodotto da enzimi che non possiamo ne' "congelare" ne' inattivare per temperature troppo alte). Resta solo il volume.
Quando diciamo "volume dei reagenti" in realta' stiamo parlando di numero di molecole dei reagenti che vengono a contatto tra loro e che quindi producono la reazione. Pertanto se troviamo un modo di tenere sotto controllo il numero di tali molecole abbiamo fatto bingo. Il bello e' che non occorre tenere sotto controllo entrambi i reagenti (zucchero e enzima) ma uno solo dei due, rimanendo il secondo sempre piu' alto del necessario, e cioe' parzialmente "a bocca asciutta".
E qui e' la vera genialita' del gel: se opportunamente modificato rendera' disponibile piu' o meno zucchero, MA SEMPRE A CONCENTRAZIONE COSTANTE NEL TEMPO FINO AL SUO CONSUMO TOTALE!!!
Come realizzare tale controllo?
Si puo' fare in due modi: a parita' di acqua nella preparazione del gel variando la concentrazione dello zucchero nel gel (gel piu' o meno dolce), o variando la densita' del gel, o anche entrambe le cose.
Io ho scelto di sperimentare variando la densita' del gel. Ci vorranno molti test con densita' di gel via via diverse per verificare se il modello proposto potra' evolvere a sistema affidabile o meno.... staremo a vedere.
La mia idea e' che aumentando la densita' del gel si rende minore la disponibilita' di zucchero per la reazione nell'unita' di tempo, in quanto l'enzima "penetra" meno sotto la superficie del gel, percio' la reazione avviene lentamente (poche bolle al minuto) ma assolutamente in quantita' costante fino all'esaurirsi del gel (a patto che non si metta troppo poco lievito, questo deve sempre essere ampiamente sufficiente alla reazione, piu' ce n'e' meglio e', ma credo che 1/4 di panetto sia una quantita' gia' ridondante).
Allora l'impianto si deve modificare (semplificare) cosi': via il deflussometro, non serve. Si collega la bottiglia direttamente al sistema di atomizzazione delle bolle, quale che sia, basta che non sia un sistema "a pressione".
Quando la reazione partira' praticamente dopo soli pochi minuti si stabilizzera' e otterrete un numero di bolle rigorosamente costante. Io ho fatto partire il sistema 6 ore fa, la prima bolla e' scaturita dopo circa mezz'ora e in pochi minuti il flusso si e' stabilizzato producendo 1 bolla ogni 10 secondi esatti. Ogni 30 minuti sto ripetendo la lettura e non sgarra di un centesimo: sempre 1 bolla ogni 10 secondi!
A questo punto ho preparato una seconda pozione magica dimezzando il gelificante (gelatina di pesce in fogli: due fogli anziche' quattro), e a regime (solo da meno di un'ora, lo ammetto, e' un po' presto per cantare vittoria ma l'entusiasmo e' grande

) mi sta dando 2 bolle ogni 10 secondi !!!!!!
Se il mio ragionamento si rivelera' esatto il flusso di ogni bottiglia si manterra' costante fino all'esaurimento del gel, salvo diminuire un po' , come accennavo prima, quando il livello del gel sara' nella zona stretta della bottiglia (i fianchi della donna suddetto), e riaumentare verso la fine (il bacino della donna....). Vedremo, se sara' cosi' la teoria e' certamente esatta.
Tutto questo pero' non ci permette di regolare il flusso a nostro piacimento, salvo cambiare la bottiglia con una contenente gel piu' o meno denso. Vero, ma se noi prepariamo e colleghiamo alla vasca non una ma DUE bottiglie, come ho fatto io, a densita' di gel diverse? Potremmo usare quella con gel meno denso come fonte regolare di co2, e lasciare inattiva quella con gel piu' denso (tenendo il tappo leggermente svitato), e chiamando quest'ultima a rinforzo se ci servono piu' bolle. Viceversa se ce ne servono meno faremo lavorare solo la bottiglia col gel piu' denso.
Con un po' di tentativi e di esperienza si potranno preparare bottiglie di cui gia' a priori sapremo quante bolle al minuto ci daranno, e penso che tale sistema di regolazione, seppur limitato a sole tre possibili regolazioni, sia piu' affidabile ed efficiente (oltre che di piu' facile realizzazione) del sistema tradizionale "a pressione". Addirittura con tre bottiglie le possibilita' di regolazione diventano sufficienti penso per qualsiasi esigenza.
Non solo: e' possibile, ripeto "POSSIBILE", io ancora non ci ho provato, che agendo sul tappo (quello della coca cola da 1/2 litro e' provvisto di guarnizione) in modo da svitarlo appena appena e quindi creando una microperdita nell'impianto, si possa diminuire il numero di bolle, e quindi evitare la seconda e/o la terza bottiglia, a patto di preparare un gel molto poco denso, e ovviamente a scapito dell'autonomia. Non ho idea pero' se con questa operazione il flusso rimanga poi costante nel tempo. Spero che qualcuno vorra' provare questa variante, io per ora mi concentro sulla verifica dell'attendibilita' del sistema "a camera aperta", prima di tutto verificando che le due bottiglie attualmente in esercizio eroghino costantemente, secondo le aspettative, fino alla fine, poi verifichero' se e' vero che c'e' una relazione proporzionale e lineare tra quantita' di gelatina e numero di bolle, poiche' magari solo per una botta di c..o ho ottenuto il doppio delle bolle dimezzando la quantita' di gelificante. Boh, vedremo.
Scusate se sono stato prolisso, ma volevo esporre il ragionamento che mi ha portato a intraprendere questo esperimento.
Ora spero solo di non andare incontro a una delusione.... in tal caso prendetemi pure a pomodori in faccia. So bene che prima di sbilanciarmi a scrivere i primi risultati avrei dovuto sperimentare ancora a lungo, ma l'ho fatto perche', proprio a causa dei tempi che sono necessariamente lunghi, spero che qualcun altro abbia la voglia, la pazienza e la fiducia per cimentarvisi. In tal caso sarei felice se potessimo lavorare in coordinazione. Se qualcuno e' interessato me lo faccia sapere. Ah, beh, si, ho affrettato i tempi di divulgazione anche un po' per eccesso di entusiasmo
