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Altro nome dell'Acanthurus nigricans, pesce chirurgo dalla livrea molto simile anche al A. japonicus.
Il corpo ovale è caratterizzato da una colorazione di base scura (nera/blu scuro) con digradazioni gialle piuttosto luminose in corrispondenza del peduncolo caudale e della base (piuttosto allungata) della pinna anale e dorsale, e da una macchia bianca sotto l'occhio.
Caratteristica la bocca prominente che consente all'animale di brucare le alghe con estrema facilità; conformemente ad altri Acanturidi, la forma della testa è obliqua.
Tale specie è munita di aculei affilati racchiusi in un solco, ai due lati del peduncolo caudale.
Quando queste lamette lamette sono alzate, costituiscono un valido strumento di offesa e difesa, rendendo particolarmente pericolosi gli attacchi laterali eseguiti con la coda.
Tramite le pinne pettorali, eseguono movimenti natatori di natura ondeggiante, a volte possono raggiungere un'elevata velocità. Questi arti vengono usati per pulire gli occhi e addirittura il capo, caratteristica ravvisabile anche in altri pesci come i Labridi e alcune specie della famiglia Nemipteridae.
Per muoversi in determinate direzioni, gli Acanturidi impiegano la pinna caudale come se fosse un timone.
Vivono in branchi in cui ogni esemplare dista dall'altro circa 40 cm e convivono talvolta con la specie Acanthurus japonicus.
In tali gruppi si consumano innumerevoli scaramucce di natura perlopiù intimidatoria: quando 2 esemplari entrano in stretto contatto, tendono ad abbozzare degli attacchi, senza però toccarsi.
Essi denotano un elevato grado di vivacità che li induce a nuotare molto rapidamente e a muoversi con disinvoltura tra ostacoli di varia natura.
In età adulta gli esemplari si nutrono prevalentemente di alghe; l'assimilazione di tali vegetali è favorita dall'apparato intestinale piuttosto allungato, inoltre la particolare conformazione dentale, a forma di spatola seghettata, permette ad essi di tagliuzzare anche i campioni vegetali più piccoli (problematica, invece, la triturazione di piante lunghe), operazione che li vede impegnati per tutta la giornata. Bisogna tener conto che è molto aggressivo verso i componenti della stessa specie e che è molto sensibile a qualsiasi squilibrio percepito nella vasca, in particolar modo, in relazione alle condizioni chimico e fisiche dell'acqua.
Sono ottimi per cercare di limitare la crescita delle alghe verdi filamentose nell' acquario. Purtroppo accettano difficilmente come cibo altri tipi di alghe infestanti come le cyanobatterie. E' dannoso far convivere questa specie con Acanthurus japonicus e Acanthurus leucosternon.
Alimentazione
E' fondamentale somministrare mangimi assortiti di origine vegetale e animale: bisogna ricorrere in primo luogo ad alghe finemente tagliuzzate, non provenienti necessariamente dall'habitat marino, o eventualmente presenti sulle rocce vive.
Alimenti sostitutivi o integrativi possono essere verdure, quali broccoli, spinaci, zucchine e piante acquatiche tenere.
Un ingrediente supplementare è il mangime secco commerciale di origine vegetale in granuli o scaglie.
Per quanto concerne il mangime animale, è necessario somministrare gamberetti, polpa di granchi, molluschi, artemie, ecc.
Riproduzione
Durante il periodo della riproduzione, nuotano compatti in modo frenetico, finchè al tramonto, gruppi sparuti di pesci abbandonano il branco per dirigersi verso la superficie, dove espellono le uova e lo sperma.
L'espulsione delle uova e dello sperma è probabilmente facilitata dalla diminuzione della pressione all'interno della vescica natatoria, quest'ultima operazione resa possibile dal moto rapido verso la superficie.
Le uova galleggiano sulla superficie marina con l'ausilio di una particolare goccia oleosa e in poco tempo si schiudono rivelando le larve.
Il tempo di sviluppo di queste ultime è di 26 ore e si manifesta in varie fasi: inizialmente la larva, lunga appena 2 mm, trae sostentamento, per alcuni giorni, dal sacco vitellino, dopodichè evolve al secondo stadio denominato Acronurus.
Dopo poche settimane, la larva assume le fattezze di un minuscolo pesciolino, lungo circa 20 mm, che si nutre principalmente di piccolissimi organismi planctonici.
Anatomicamente parlando, la larva Acronurus non è munita di squame bensì di listelli cornei posti verticalmente sui fianchi.
Essa ha un aspetto trasparente e presentano raggi veleniferi nella prima pinna dorsale, in quella anale, nonchè in quelle pettorali.
La livrea muta cromaticamente in modo definitivo quando l'animale raggiunge una lunghezza di circa una decina di cm.