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Vecchio 26-01-2010, 00:53   #4
Entropy
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Rileggendo tutto d'un fiato quello che ho scritto, devo ammettere che forse qualche termine e qualche argomento andrebbe chiarito più nello specifico. Inizio partendo dalle vostre osservazioni.
Occorre innanzitutto sottolineare ciò che forse io non ho fatto a dovere:
Originariamente inviata da Entropy
nella seconda fase della fotosintesi, chiamata ''reazione al buio'', perché la luce non è direttamente coinvolta (e non perché avvenga di notte, ndr)
Le due fasi della fotosintesi avvengono, in sequenza, CONTEMPORANEAMENTE, ma in posti diversi del cloroplasto. La fase luminosa avviene nei tilacoidi dei cloroplasti, che altro non sono che membrane cellulari poste una sopra l'altra a formare delle alte e lunghe "pile" (immaginate delle lunghe coperte una sopra l'altra e arrotolate nei cloroplasti).
La fase al buio invece (al BUIO perchè la luce non è DIRETTAMENTE coinvolta) avviene nello stroma del cloroplasto (tutta la zona acquosa in cui sono "immersi" i tilacoidi) e si chiama Ciclo di Calvin (o ciclo C3), in cui avviene la riduazione del carbonio da CO2 a carboidrati.
CONTEMPORANEAMENTE però, la pianta respira, come respiriamo noi, gli animali e tutti gli eucarioti (attraverso la glicolisi, il ciclo di krebs ed il trasporto degli elettroni, ndr). La differenza sta nel fatto che di GIORNO il bilancio netto tra fotosintesi (consumo di CO2 ed emissione di O2) e respirazione (consumo di O2 ed emissione di CO2) è a favore della produzione di O2, mentre di NOTTE è a favore della CO2 (perchè non c'è fotosintesi). Ma la pianta (come noi d'altronde) respira e consuma 24 ore su 24 (ovviamente con le dovute differenze).
Riguardo ai pigmenti e ai loro spettri di assorbimento c'è da precisare che la clorofilla a e quella b possiedono picchi di assorbimento SIA nel BLU che nel ROSSO, ma i centri di reazione (dei fotosistemi I e II) utilizzano l'energia a 680 e 700 nm (cioè rosso e rosso lontano). Cioè energie basse dello spettro solare. Ma perchè? Se osserviamo lo spettro solare, notiamo che c'è un picco nel blu-verde. Eppure le piante riflettono proprio la luce verde. Di nuovo, perchè? Il fatto è che la fotosintesi non dipende dalla QUANTITA' di energia luminosa ma dall'energia dei singoli fotoni e dalla loro quantità. E guarda caso le radiazioni blu possiedono la maggior quantità di enrgia, mentre quelle rosse sono in numero maggiore. E le verdi? Stanno in una via di mezzo, meno appetibile dal punto di vista termodinamico. Meno numerose delle rosse e meno energetiche delle blu.
Ma quando una foglia assorbe la luce, tutti i suoi pigmenti (clorofilla a, b, e vari carotenoidi) assorbono varie lunghezze d'onda, le cui energie vengono trasferite (mediante trasferimento di elettroni) dai pigmenti antenna fino al centro di reazione che FUNZIONA SOLO con energie (basse) di onde nel rosso o confrontabili con queste. E non potrebbe essere altrimenti, visto che nei vari passaggi fino ai centri di reazione, le energie dei fotoni si abbassano (Entropia, o seconda legge della termodinamica, e non è un'autocitazione......), cosicchè è più produttivo utilizzare energie comparabili con lunghezze d'onda nel rosso, Sarebbe cioè impossibile assorbire un fotone rosso e trasferirlo come fotone blu (a meno di CEDERE energia al sistema). Lo so, non è un concetto semplice, ma spero di essermi fatto capire.
Da tutto questo si deduce che il fotoperiodo è fortemente influenzato dalla densità del flusso fotonico, che è l'insieme del numero dei fotoni con la somma delle loro singole energie. Ma anche della disponibilità di CO2. E maggiore è il flusso fotonico, maggiore sarà la richiesta di CO2 per sfruttare l'energia della luce e compiere la fotosintesi. Ma ogni specie ha un tetto fotosintetico, cioè una velocità massima di fotosintesi (consumo di CO2 + assorbimento luce) oltre alla quale non va (ma ce n'è anche una minima....). Cosicchè il surplus di energia se lo prendono gli altri organismi presenti in vasca (alghe, cianobatteri,......).
Quindi, in linea di massima, direi di non scendere sotto le 7-8 ore di luce (con piante a bassa velocità di crescita ed assenza di surplus di cO2) e di non salire sopra le 12 ore (con forte luce, surplus di CO2 e tante piante a rapida crescita ad utilizzare il tutto). Tutto questo in linea teorica, perchè l'acquario, come ben sapete, non è una scienza esatta.
Stesso discorso per le lunghezze d'onda più appropriate per l'acquario d'acqua dolce. E' sempre difficile e rischioso generalizzare, ma, ricordando che la temperatura di colore è solo UN parametro con cui valutare la luce delle nostre vasche (ma, ahinoi, è la più diffusa ed immediata), direi di stare su un rapporto 6500:4000 di 2:1. Se però abbiamo a che fare con una vasca ambrata o ricca di acidi umici, un'aumento della temperatura verso lunghezze d'onda più blu potrebbe risultare vantaggiosa, visto che tali acidi assorbono proprio molta radiazione blu. Allo stesso modo, un acquario ricco di piante sciafile (cioè che in natura crescono all'ombra di altre piante, come nel sottobosco tropicale) richiederebbe temperature di colore sul verde-rosso (visto che in natura il blu è assorbito in gran parte dalle piante sopra quelle scaifile), mentre una vasca ricca di piante eliofile (amanti della forte luce e del pieno sole) preferirebbe picchi sul blu-verde (= spettro solare pieno). Tanto per fare qualche esempio.





Ora però vado a nanna, che tra lavoro, casa, moglie e figlia sono abbastanza cotto......
Entropy non è in linea   Rispondi quotando
 
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