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Originariamente inviata da Paolo Piccinelli
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Beh, il dott. Lorenz queste cose le ha scritte molto tempo fa...
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.......1949, "L'anello di Re Salomone".
Il libro che mi fece decidere, a 11 anni, di voler diventare un naturalista.....
Ne estrapolo un passaggio, perchè ritengo sia molto significativo ed inerente al tema:
Ci vuole un certo tatto e molto autocontrollo per permettere a ogni acquario di “trovare la propria fisionomia”, perché anche gli interventi meglio intenzionati possono avere effetti deleteri. Naturalmente si può anche impiantare un acquario “elegante”, con fondo artificiale e piantine ben distribuite ad arte; un filtro eviterà la formazione di fango e l’areazione artificiale consentirà di tenervi molti più pesci di quanto non sarebbe possibile in condizioni più naturali. In questo caso le piante avranno una funzione puramente ornamentale, non essendo necessarie agli animali, cui l’areazione artificiale fornirà abbastanza ossigeno per le loro esigenze vitali.
È questione di gusti, ma per me un acquario è una comunità autonoma che si mantiene in vita grazie ad un proprio equilibrio biologico. Altrimenti si tratta di una specie di stalla, cioè un ambiente tenuto artificialmente pulito, igienicamente ineccepibile, che non è un fine in se stesso, ma solo un mezzo per contenervi determinati animali.
Con una grande esperienza e con un delicato intuito biologico è però possibile, entro certo limiti, predeterminare il carattere generale del microcosmo che si svilupperà poi in un acquario, scegliendone oculatamente il fondo, la posizione del recipiente, la temperatura e la luminosità, e infine gli animali che lo popoleranno.
In questo consiste l’arte dell’acquariofilo…………