L'ultima mia parte è un tentativo di spiegare i presupposti su cui, alla Denerle, basano e motivano l'interruzione del fotoperiodo.
La durata del fotoperiodo è in stretta relazione con la specie di pianta considerata ed anche, più che la potenza (poco indicativa), con la densità di flusso fotonico (o velocità di fluenza fotonica) espressa come unità di moli su m2 al secondo (gli strumenti che misurano tale grandezza si chiamano sensori quantici, ndr). Per dare una misura, la densità di flusso fotonico in piena luce solare è di circa 2.000 micromoli m-2s-1.
In un'olandese ci sono, presumibilmente, molte piante esigenti di luce (come le rosse ad esempio) che vogliono (o possono avere) fotoperiodi più lunghi delle 8-10 ore solite, riuscendo a sfruttare, quindi, anche le 12 ore.
Sulla questione poi di interrompere o meno tale fotoperiodo (che sia di 8 o di 12 ore), dipende dalla filosofia che si vuole seguire e dalle caratteristiche dell''acquario che si possiede.
Io, personalmente, l'interruzione del fotoperiodo, nella maggioranza dei casi, lo trovo superfluo o poco risolutivo.
Può trovare, di certo, degli interessanti risvolti applicativi in casi particolari (ma contro le alghe, ci credo poco......)
D'altronde, in giro, ci sono stupendi acquari che hanno 8-10

 ore di luce filata...........  
