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Vecchio 23-06-2016, 02:32   #9
Carmine85
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Originariamente inviata da Sinbad Visualizza il messaggio
Ciao Carmine85, grazie per l'opportunità di scambio di esperienze. Avrei però alcune considerazioni che credo debbano essere approfondite al fine di evitare confusione per chi ci legge e magari cerca qualche aiuto...

Quote:
Solo i tomiti sono resistenti ai trattamenti termici...
Perdonami, ma questo non è corretto. Nel caso, sono le cisti che sono resistenti sia alla temperatura che al farmaco. Il tomite "è" il parassita (non ancora sviluppato in forma adulta) e solo il tomite può essere "ucciso", o a mezzo farmaco o con la termoterapia.
E' il tomite, dotato di ciglia per nuotare, che attacca il pesce insediandosi nell'epidermide dove ha modo di crescere.

Il tomite si sviluppa all'interno della ciste moltiplicandosi, protetto dalla ciste stessa.
Questo processo dura mediamente 5/6 gg alla temperatura di circa 20°C.
Considerando che si avranno diversi processi a diverse fasi di sviluppo contemporaneamente, quello che succede è che possiamo eliminare i parassiti di quel determinato sviluppo ma non andiamo ad intaccare le cisti che, nel frattempo si stanno sviluppando.

Il risultato di questa operazione è che la malattia, che pensavamo debellata, si ripresenta.

Per eliminare questa possibilità, che porterebbe via molto tempo e tentativi si è scoperto che, il ciclo di riproduzione, accelera quanto più è alta la temperatura. In questo modo, accorciando i tempi possiamo curare una vasca afflitta da Ichthyo nel giro di 8gg (invece che di settimane).

Quote:
ad ogni step di temperatura corrisponde uno stadio parassitario
Anche questo non è corretto. La temperatura influisce solo sul ciclo di riproduzione e di crescita.
Non è che a 19 °C hai le cisti ed a 21 °C i tomiti ed a 23 °C il parassita adulto...

Qualsiasi sia la temperatura il ciclo è sempre completo: varia solo il tempo!

Quote:
Dopo i 25 gradi i tomiti scoppiano come palloncini..
Dopo i 25 °C non succede assolutamente nulla se non aver accelerato, di poco, il ciclo riproduttivo.

Il tomite muore a temperature oltre i 30 °C (in caso di Costia - Ichthyobodo - oltre i 32 °C ) ed è proprio questo ciò che non rende sempre applicabile la termoterapia, infatti, come giustamente dici, alcuni dei nostri ospiti mal sopportano temperature troppo elevate... questo, ovviamente, vale anche per piante ed invertebrati.

In questo caso, l'unica soluzione è il farmaco, unitamente ad un aumento di temperatura, entro certi limiti, per diminuire il tempo di cura (detto in parole povere).

Perdonate la lungaggine, ci sarebbe molto altro da approfondire, ma ritenevo comunque opportuno dover precisare determinati processi.

Spero di essere stato chiaro, perdonatemi qualche ridondanza...
Allora,
Vorrai scusarmi per le inesattezze, ma procediamo a gradi.

Come ben sai, Ichtyophtyrius multifiliis comprende diversi stadi...dipendenti dalla temperatura:
TROFONTE che si localizza nello strato più profondo del derma e comincia a mangiucchiare le cellule dell' ospite , una volta che le ha distrutte comincia a muoversi per poi fuoriuscire all'esterno ( in realtà la cosa è più complessa ma diamo per buona questa cosa)...
Una volta che si è liberato all'esterno genera il TOMONTE che, siccome deriva dal trofonte, la sua resistenza deriva da esso, sia a livello metabolico che morfologico, quindi una volta maturo genera il TOMITE, circa 2000 tomiti da ogni tomonte, ma non sono sempre attivi;
La capacità del tomita di provocare eziopatogenesi , diminuisce con il passare del tempo, ma soprattutto dipende sempre dal metabolismo che ha avuto il tomonte e dalla temperatura...
Solitamente, fra i 2000 tomiti, sono pochissimi a essere resistenti, e già a 25 gradi a salire quelli più deboli e patogenicamente attivi, quindi già soccombono per le poche riserve energetiche che hanno immagazzinato...
Seppure si aumentasse la temperatura sui 30 gradi, a quelli più resistenti gli fai un baffo, perché la cellula madre gli ha trasmesso apposta apparati biochimici atti a resistere alla alte temperature....

Ora, nella peggiore delle ipotesi, può capitare che i trofonti possono insediarsi anche nelle branchie causando un massiccio aumento cellulare, corrosione delle branchie e infezioni secondarie...ecco se tu in questo stato aumenti la temperatura, non solo rendi più aggressivo il trofonte, ma rendi lo scambio ossigenico più difficile...
Ragion per cui, prima di raggiungere i fatidici 30 gradi per 15 gg ( corretti per carità ) visto che non si possono fare rilevamenti alle branchie, per i pesci piccoli, si consiglia ( questo lo si fa anche in acquacoltura) di procedere a tappe , quindi prima ad una temperatura per debellare i parassiti deboli che in quel momento potrebbero aver aggredito le branchie e i tessuti, poi magari si procede direttamente ad una termoterapia più massicca una volta liberate le branchie....

Per quanto riguarda il resto, si sono state dette alcune inesattezze derivanti dal fatto che in questi giorni , avendo altro a cui pensare, ho effettuato queste leggerezze...vorrai perdonarmi,avrei voluto scrivere tutt'altro.

Quando vuoi possiamo aprire un post tutto nostro dove poter parlare di parassitismo in tutta tranquillità così da illustrarti anche tutte le minime piccolezze ;-D
In fondo la parassitologia acquatica è il mio pane quotidiano poi se è anche la tua andiamo a nozze

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Non esistono pesci malati, ma solo acquari malati e acquariofili maldestri e disattenti
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