In linea (molto) generale e per sommi capi:
tutte le piante “d’acquario” riescono a procurarsi gli elementi nutritivi dall’acqua, attraverso l’apparato fogliare.
Alcune di queste dipendono esclusivamente dai nutrienti in acqua, come il Ceratophyllum, Egeria, Hydrilla, Lagarosiphon (le radici di queste ultime tre servono prevalentemente per l’ancoraggio), tutte le epifite, tutte le galleggianti, muschi ed epatiche.
Altre specie, la quasi totalità delle piante palustri adattate alla vita sommersa e alcune “vere” acquatiche, assorbono sia dalle foglie che dalle radici, come i generi Cabomba, Myriophyllum, Rotala, Limnophila, Hygrophila, Alternanthera, Ammania, Aponogeton, Potamogeton, Blixa, Lobelia, Ludwigia, Mayaca, Persicaria e Staurogyne.
Altre ancora, pur riuscendo ad assorbire dalle foglie, hanno bisogno comunque (per dare il meglio di sé) di un fondo fertile e “attivo” (preferibilmente con un’elevata CSC, capacità di scambio cationico) come Cryptocoryne, Vallisneria, Echinodorus, Crinum, Nymphaea, Lilaeopsis, Sagittaria e Marsilea. Questi generi, se il substrato è ottimale, possono crescere e moltiplicarsi anche in assenza di una fertilizzazione liquida dell’acqua (parametri chimici, CO2 e luce a parte).
Altre, infine, assorbono sia dalle foglie che dalle radici anche se quest’ultime non sono immerse in un fondo, come Hydrocotyle, Hemianthus callitrichoides o Pogostemon helferi.
|