Dobbiamo fare una distinzione.
Un KH alto equivale ad un’alta concentrazione di carbonati e bicarbonati. Di per sé tale concentrazione non è dannosa (a parte il deposito di carbonato di calcio sui tessuti vegetali se un alto KH è associato anche un eccesso di calcio), ma comporta indirettamente un elevato valore di pH che alcune specie vegetali possono non gradire, con conseguente arresto della crescita. Un pH alto inoltre può influire senza dubbio negativamente sull’assorbimento del ferro (oltre che di alti microelementi), che precipita più facilmente in sali insolubili.
Invece un GH alto equivale ad alte concentrazioni di calcio e/o magnesio. Sottolineo la congiunzione “e/o” perché si può avere in soluzione, a parità di GH, anche solo ioni magnesio o soli ioni calcio (difficile ma possibile).
Un eccesso di calcio influisce sulla pompa sodio/potassio, inibendo l’assorbimento del potassio. Inibisce anche l’assorbimento del magnesio. Viceversa un eccesso di magnesio può inibire l’assorbimento del calcio, ma ciò è più difficile che avvenga, sia per l’improbabilità di un alto rapporto Mg/Ca, sia perché il magnesio è un elemento mobile (al contrario del calcio) e quindi facilmente traslocabile nei tessuti fogliari.
Un eccesso di calcio porta anche ad un aumento del pH, con conseguente minor assorbimento di ferro (e ancora, di nuovo, potassio, e microelementi). Anche il fosforo può precipitare più facilmente, ma il suo assorbimento nella pianta è preferenzialmente radicale, quindi meno problematico, anche considerando il fatto che è un elemento mobile.
Ovviamente se coltiviamo specie come Vallisneria, Sagittaria, Egeria o Ceratophyllum (per citarne qualcuna) i valori di KH e GH potranno essere anche alti.
Al contrario, se coltiviamo Cabomba, Ammania o Eriocaulon KH, GH (e pH) dovranno essere bassi.
Questo senza contare i pesci che abbiamo in vasca.
In generale e a meno di allestimenti particolari, direi che si può stare su valori di KH compresi tra 5 e 9 e di GH tra 6 e 10.
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