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concordo con quello che scrive matteo,
vorrei consigliare una lettura che ben si addice a questo topic: i capitoli 4 e 7 del libro "ecologia dell'acquario di piante" di Diana L. Walstad. questo per far comprendere che non si sifona o meno il fondo per partito preso, ma perche' ci sono studi scientifici documentati che spiegano esattamente i perche' si fa e perche' non si fa. |
Grazie Crypto. Avevo già adocchiato quel libro, che infatti vorrei comprare.
Tornando al fondo, sottolineo che io non posso che parlare della mia esperienza, sia teorica che pratica (e di quella di altri che conosco). Le mie esperienze vanno dall'acquario di (quasi) sole piante, alla "vasca di comunità" leggermente sovrappopolata, alla vasca con Ciclidi Africani, abitata, questa, da 29 pesci di cui una quindicina abbastanza grossi, dei quali 4-5 decisamente extra-large (circa 20 cm e più). In ognuno di questi casi non ho usato neanche sfiorare il fondo (a maggior ragione quando si accumulavano detriti e fanghiglie varie), negli ultimi otto o nove anni. Prima, come "buon" neofita, facevo più o meno tutto quello che mi si diceva di fare, compreso sifonare il fondo. Non dico che abbandonare questa pratica sia stato il "segreto del mio successo" ;-) , ma è stato uno dei passi principali della mia evoluzione, paragonabile alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Detta molto in breve, nelle mie vasche, come i detriti si accumulano, così vengono digeriti. Da tre o quattro anni uso solo sabbia finissima, addirittura fino al vetro di fondo, talvolta. Quando i detriti non vengono degradati del tutto, almeno non subito, si forma, in qualche angolo, un certo strato di fanghiglia di varia fattura. Su questa fanghiglia, capita non raramente che fiorisca un sano e delicato tappeto algale (mai definitivo, però), la qual cosa la considero un successo. Non ho problemi con le piante (che non fertilizzo mai artificialmente), anche se va detto che non sono stato molto "snob" nella scelta delle specie (Anubias barteri nana, Ceratophyllum demersum, Cabomba caroliniana e un'esuberante Vallisneria Gigantea, che nella mia mente è l'immagine della forza della natura). In questa breve rassegna forzatamente incompleta, voglio concludere evidenziando che, secondo il mio pensiero, io non posso dire a nessun altro acquariofilo cosa dovrebbe o non dovrebbe fare (certo che se insiste nel riprodurre Trichogaster trichopterus in 30 litri, allora glielo dico -05 ). Non posso dirglielo perché l'acquario è un sistema complesso, non riducibile a "sifono sì o no", "cambio l'acqua in che modo", "lascio decomporre pesci e piante morti sì o no". Ogni cosa influenza la buona o la cattiva riuscita di un'altra (già "buono" e "cattivo" sono termini poco realistici). Ci sono cose che faccio nella vasca, io come altri acquariofili, che fanno parte di "stili di gestione", molto difficili da trasmettere, perché personali. Si dovrebbe vivere con me, per trasmetterne una base (poi a sua volta evolvibile e personalizzabile). Proprio l'altro giorno, parlando con una mia amica particolarmente esperta, ci siamo detti che io faccio almeno 5-6 cose decisamente rischiose per un principiante. Cose che sarebbero, se scritte qui, cattivi consigli, se non per qualche eccezione. Eppure quelle 5-6 cose sono forse alla base dei miei risultati, o comunque sono positive nelle mie vasche e nel mio "stile". Questo potrebbe sembrare un discorso puramente analitico, filosofico, "dall'alto", poco confrontabile con la vita acquariofila di tutti i giorni. Invece è terribilmente empirico e pragmatico, si basa proprio sulla vita quotidiana intorno e dentro all'acquario. Chi lo capisce è bravo. -d03 In tutto ciò, entra appieno il fondo, che io tendo a considerare un filtro a tutti gli effetti, forse il più importante. E, come tutti i filtri, meno si tocca e meglio è. Preferirei cambiare di punto in bianco tutti i materiali filtranti (e l'ho fatto e lo sto per rifare), anziché semplicemente rimestare il fondo, anche senza sifonarlo. Quando in natura il fondo viene "rotto", generalmente si creano disastri o, nell'ipotesi più ottimistica, danni. Non vedo perché nell'acquario, che dovrebbe essere una qualche imitazione della natura, ciò dovrebbe essere molto differente. Dall'Ecologia alla Psicologia: ho come l'impressione che gli acquariofili confondano il fondo con il pavimento della propria casa. Che infatti mira all'igene, all'asetticità, ad un ordine tutto umano, che mal si addice ai fondali naturali. Grazie, |
dovevi fare l'avvocato...... :-))
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-ROTFL-
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Matteo, non ho parole, avevo ancora qualche dubbio....ora non l'ho più.... ;-)
Grazie Shine On !!!! |
Grazie Ozelot! Affascinante il tuo "scorcio". Ha un che di foresta primitiva (te lo dice uno che non è esattamente un patito di acquari variamente e rigogliosamente piantumati).
Un floydiano saluto... Shine On You! :-)) , Matteo. |
matteo ..non credo che sifonare possa essere un paliativo ...oppure un gioco..al contrario molte volte è l'unico sistema per tenere in vasca alcuni pesci...
facciamo l'esempio dei discus ...pesci tra l'altro molto costosi ...il loro ambiente non prevede piante al massimo qualcuna ..questo gia ti puo far capire che il ciclo biologico in queste vasche non si completera mai..è l'unico sistema per tener in vita questo pesce sono pulizia periodica del fondo accoppiata a cambi di acqua... stesso discorso possiamo farlo per i grandi scalari penso che sia difficile in una vasca di medie dimensioni alimentare dei grandi scalari (3/4 )e tenere dei valori accettabili senza siofonare un discorso diverso sono i ciclidi africani pesci notoriamente piu robusti sopportano anche alte concentrazioni di nitrati..(sopportano) quindi sarei piu daccordo sul tuo primo post..non sul secondo e vero che sifonare non è necessario ma dipende dalla vasca dai suoi ospiti dall'equilibrio che si instaura ... non sarebbe possibile sifonare una vasca con il pratino ..o con molte piante sarebbe impossibile oltre ad essere controproducente .. in altri casi lo ritengo molto utile muovere e sifonare il fondo oltre a evitare zone anossiche accelleri il processo di scomposizione .. molto usano i cory che girando e rimescolando la sabbia tengono sempre in vita il fondo come dei piccoli contadini.. è comunque vero che ogli acquario è un mondo a parte quindi...... |
Quote:
Scusate l'OT, ma così non l'avevo mai visto.....grazie... ;-) |
hector, e' importante sempre il rapporto tra il carico biologico e la grandezza della vasca/numero di piante.
e' chiaro che le vasche sovrapopolate non rientrano negli acquari normali e quasi autosufficienti. il cambio periodico alle mie vasche e' di circa 3/4 mesi, e i nitrati sono bassi. cambio soprattutto per resettare la fertilizzazione, i pesci non ne avrebbero bisogno. per questo sia il primo che il secondo intervento dell'avvocat...ehem ! matteo sono validissimi biologicamente. |
crypto..io no ho un acquario sovrappopolato anche se ho dei grossi altum ..ma preferisco tenerei valori di no3 entro i 10..
quindi come vedi il mio caso non rientra in quelli che dite voi..e per me è necessario sifonare.. matteo parlava di vasche con 20 30 pesci molti di grosse dimensioni .. prova a dire a qualcuno di non sifonare una vasca con 20 discus o 20 altum e poi digli che sifonando sta solo infastidendo le belve :-D senza offendere ..mi sembra lo stesso discorso letto qualche tempo fa su ap ..di chi diceva di aver trovato la strada per condurre egregiamente l'acquario ....senza filtro senza pompe di movimento senza niente eppure qualcosa sopravviveva ..te credo... |
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Traduzione italiana Team: AcquaPortal
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