Originariamente inviata da SJoplin
(Messaggio 3194782)
Avviamento
La prima cosa a cui pensare, è dove posizionare la vasca. Vanno evitate posizioni troppo esposte alla luce diretta, che potrebbero causare una proliferazione algale difficilmente controllabile, così come posti troppo caldi (termosifoni) o freddi (sotto a una finestra). Gli ambienti frequentati da molte persone devono essere arieggiati frequentemente, scanso problemi di pH che è soggetto a cali dovuti all’anidride carbonica emessa dalla nostra respirazione. Del fumo di sigaretta penso non sia neppure necessario parlarne, è più che ovvio che non aiuta affatto la vasca. Nel locale dove sarà sistemato il nano, occorre evitare l’utilizzo di detergenti per l’ambiente troppo aggressivi, nonché insetticidi di qualsiasi genere, comprese le piastrine anti-zanzare.
La seconda cosa, non meno importante, è la pazienza. L’avviamento della vasca richiede mediamente 3 mesi durante i quali non sarà possibile inserire animali. Gli inserimenti dovranno essere progressivi, per dar tempo al sistema di adattarsi. Approfitto per ricordare che un nanoreef ha un equilibrio precario e delicato e accelerare i tempi è il sistema migliore per mandare tutto a rotoli.
Giorno 1
Materiale necessario:
- rifrattometro
- termometro da acquario
- acqua d’osmosi
- sale
- vasca
- riscaldatore
- pompe di movimento
Do per scontato che l’acqua di osmosi sia stata misurata con un conduttivimetro (valore inferiore a 10us/cm) o perlomeno che abbia valori di nitrati, fosfati e silicati non rilevabili.
Risciacquate la vasca con acqua d’osmosi e posizionatela sopra un foglio di neoprene dello spessore di circa 5/6 mm. Questo servirà sia ad assicurare un isolamento termico con la superficie, che ad attutire eventuali vibrazioni dovute al funzionamento delle pompe. Inoltre vi metterà al riparo da eventuali rotture causate dalla presenza di corpi estranei, tra il fondo della vasca e la superficie d’appoggio. Se posizionerete la vasca in una posizione molto esposta alla luce naturale, sarà opportuno coprire le pareti laterali con un cartoncino nero, lasciando libera invece la parte superiore, per favorire un buon scambio gassoso.
Riempite la vasca per 2/3 (abbondanti) e provate il funzionamento delle pompe e del riscaldatore.
Portate la temperatura a 26°.
Dopo aver pesato il sale, nella proporzione di circa 36gr./litro, iniziate a versarlo *lentamente* dentro la vasca, aiutandovi con una mano, per facilitarne lo scioglimento. E’ importante che il sale utilizzato abbia un valore di KH tendenzialmente alto, per evitare, nel possibile, reintegri durante il mese di buio.
Tropic Marine (non PRO-reef) e Kent, sono ad esempio, sali, che hanno queste caratteristiche.
Controllate che il rifrattometro sia tarato bene (acqua bidistillata a 20° di T ambiente) e aggiustate fino a portare la salinità al 35‰.
Accendete le pompe di movimento e lasciate girare l’acqua, mantenendola sempre a 26° di temperatura, per un paio di giorni.
Giorno 3
- osmoregolatore
- filtro a zainetto
- resine antifosfati
- rocce vive
- batteri biodigest (opzionale)
-
Verificare la salinità con il rifrattometro ed eventualmente aggiustatela al 35‰ iniziale.
Inserire le resine antifosfati (1gr/litro, se non indicato diversamente dal produttore) in una calzetta e sciacquarle abbondantemente sotto acqua bollente. Una volta che avranno cessato di perdere colore (se a base ferro), date un’ultima passata in acqua osmotica. La calza dovrà essere annodata e lasciata “lasca”, per permettere alle resine di muoversi il più possibile. Sciacquate pure il filtro a zainetto, rimuovendo gli eventuali stadi preinstallati (carbone, spugne) e inserite la calzetta al suo interno.
La disposizione della rocciata, è senza dubbio il momento più difficile dell’allestimento. Aldilà del gusto estetico, che è una scelta personale, occorre seguire 4 principi base.
• Distanza dai vetri laterali sufficiente a passare col magnete di pulizia.
• Disporre le rocce in modo che sul fondo sia garantito un buon passaggio d’acqua.
• Creare terrazze e anfratti per posizionare gli animali, avendo cura di non montare una rocciata troppo compatta. L’acqua deve riuscire a circolare liberamente, al suo interno.
• Verificare la stabilità della rocciata, fissandole eventualmente con colla bi componente (milliput)
E’ utile allestire una sagoma di cartone delle misure del fondo della vasca, e provare le varie combinazioni di rocce prima di inserirle in vasca.
Una volta inserita la rocciata, verificare che l’acqua sia a livello e accendere ‘osmoregolatore e il filtro a zainetto. Un paio di volte alla settimana, sarà utile rimuovere i sedimenti dalle rocce, aiutandosi con una pompetta e facendo attenzione a non sollevare troppo il sedimento che si sarà depositato sul fondo, ma nel contempo smuovendolo delicatamente per evitare che possa incrostarsi. E’ importante non inserire le mani nude in acqua, per cui, in questa fase tenete la pompetta per il cavo d’alimentazione, o utilizzate dei guanti lunghi in gomma.
Dopo un paio di settimane misurate il valore del KH, e se inferiore a 8, provvedete a reintegrarlo con il buffer. Sostituite le resine antifosfati e continuate con la pulizia delle rocce.
Arrivati al 30° giorno di buio, effettuate un giro di test completo, verificando che i valori di fosfati non siano superiori a 0,05 e i nitrati non superiori a 25. Se molto più alti, prevedete un’ulteriore settimana di buio. Annotatevi i valori su un’agenda.
Sostituite le resine, sempre nella solita proporzione 1gr./litro
Controllate i valori di KH, Ca, Mg che dovranno essere mantenuti rispettivamente nell’intervallo tra 7/8, 410/420, 1300/1350. Non fissatevi per avere una perfezione matematica: un punto sul KH, 10/20 sul Calcio, e una cinquantina, sul magnesio, sono differenze accettabili.
L’ordine di reintegro di tali elementi è Magnesio, KH, Calcio, avendo cura di far passare almeno mezza giornata tra una correzione e l’altra.
La maturazione vera e propria inizia da questo momento, cioè da quando accenderete le luci. E’ la fase più difficile perché richiede un’attenta osservazione delle reazioni della vasca, o meglio, una valutazione sul grado di proliferazione algale e i conseguenti interventi.
Si parte con 2 ore di luce, incrementando il fotoperiodo nella maniera più progressiva possibile.
L’ideale sarebbe ¼ d’ora ogni 2 giorni, ma si può pure fare una mezz’ora ogni 4.
E’ molto probabile che qualche alga spunterà, perché rientra nel normale ciclo di maturazione della vasca.
Le diatomee, per esempio, che si presentano sotto forma di una patina marron/dorata che aderisce anche ai vetri, sono solitamente le prime a far capolino. Tuttavia non ci si deve preoccupare, come del resto di un’eventuale presenza di cianobatteri che sono sinonimo di instabilità nella vasca.
Occorre fare parecchia attenzione allo sviluppo delle alghe filamentose; nel caso si veda una progressione troppo rapida occorrerà intervenire sul fotoperiodo, rimanendo fermi sullo stesso tempo di accensione fino a che non si noterà una regressione. Se questo non dovesse avvenire prendere in considerazione pure l’ipotesi di ridurlo.
E’ difficile dire se e quando potrà succedere questo, perché non esiste uno standard. Spesso si è notato che il momento critico arriva intorno alle 6 ore di luce, ma in altri casi non ve n’è stata proprio traccia. Le variabili note sono la qualità dell’acqua e delle rocce. Con valori bassi di nitrati e fosfati, la presenza di alghe dovrebbe essere molto limitata.
Continuate settimanalmente a effettuare i test di kh/ca/mg ed eventualmente reintegrare quegli elementi per i quali fosse necessario, senza esagerare sulla precisione di tali valori (vedi discorso fatto di sopra).
Riguardo alle resine per fosfati, finchè avrete valori superiori allo 0,03, sostituitele ogni 15 giorni, dopodiché, al diminuire dei valori, andrete gradualmente aumentando l’intervallo tra i cambi fino ad arrivare a toglierle completamente.
Tenete sempre pulita la vasca come indicato sopra, facendo pure attenzione a non fare incrostare il sedimento sul fondo della vasca, in quanto diventa difficile rimuoverlo successivamente.
Arrivati alle 9 ore di luce, se non avete problemi di alghe, misurate fosfati e nitrati ed effettuate un primo cambio d’acqua del 25% aspirando anche il sedimento che si sarà depositato sul fondo. In quell’occasione inserite pure una fiala di batteri (opzionale). Dopo un paio di giorni misurate i valori e se avete ancora i nitrati >10 e fosfati >0,03, la settimana successiva effettuate un ulteriore cambio del 15%.
I cambi andranno fatti regolarmente nella misura del 5% settimanale o 10% ogni 14 gg., fino ad arrivare ad avere nitrati < 5 e fosfati < 0,03. Per arrivare a queste condizioni, sono necessari mediamente 3 mesi dall’avvio. Le rocce dovranno essere pulite da alghe verdi e presenteranno, presumibilmente, diverse incrostazioni di alghe coralline.
A questo punto è possibile iniziare il popolamento e la normale gestione della vasca.
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