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-   -   biocondizionatore e ferro (http://www.acquariofilia.biz/showthread.php?t=162951)

faby 13-03-2009 13:05

ragazzi è proprio il contrario...

il ferro in vasca viene inserito come chelato proprio per impedire che precipiti come ossidi o idrossidi e che quindi diventi insolubile in alcuni casi o cmq molto poco accessibile per le piante...

la chelatura cosnsiste in molecole organiche capaci di legare il ferro e di mantenerlo al loro interno, in questo modo si evita che precipiti, le piante sono poi in grado di estrarlo dalla chelatura(anche perchè le piante stesse utilizzano strategie di assunzione del ferro che provvedono la chelatura, producono sostanze chelanti in pratica...)

ciao

faby 13-03-2009 13:05

ragazzi è proprio il contrario...

il ferro in vasca viene inserito come chelato proprio per impedire che precipiti come ossidi o idrossidi e che quindi diventi insolubile in alcuni casi o cmq molto poco accessibile per le piante...

la chelatura cosnsiste in molecole organiche capaci di legare il ferro e di mantenerlo al loro interno, in questo modo si evita che precipiti, le piante sono poi in grado di estrarlo dalla chelatura(anche perchè le piante stesse utilizzano strategie di assunzione del ferro che provvedono la chelatura, producono sostanze chelanti in pratica...)

ciao

Giuseppedona 13-03-2009 15:35

Quote:

quindi in sostanza il fatto di introdurre e15 dennerle lontano dal v30 forse è proprio per evitare la chelazione... interesting.,.
Non c'entra nulla l'E15 è già ferro chelato

Quote:

ragazzi è proprio il contrario...
faby, in effetti hai ragione, rileggendo il post del mio intervento mi sono espresso veramente male !!!

Chiarisco un pò il concetto per vedere la relazione tra biocondizionatore e chelanti.

L’EDTA (uno dei principali chelanti) viene utilizzato in campo acquariologico per due motivi precisi.

E’ un componente essenziale dei biocondizionatori per trattare la nostra acqua del rubinetto.
In questo caso ovviamente il chelante è "libero" ossia non è legato in fase di produzione ad alcuna sostanza in modo cioè da potere esplicare in modo efficace il suo effetto detossificante legando a sè i metalli e rendendoli indisponibili.

Nel caso del ferro invece questo viene immesso già "Chelato" in vasca alla molecola del ferro.

Ma questo perchè ? Di norma in vasche ricche di piante la presenza di ferro è smepre bassissima per effetto dell'ambiente ossidante (ovvero ricco di ossigeno) dove per appunto per effetto di questa condizione tende molto facilmente a formare composti insolubili inutilizzabili dalle piante.

E proprio l'utilizzo dell'EDTA come chelante rende la molecola di ferro assimilabile dalle piante.

Io personalmente preferisco però non utilizzare ferro chelato ma il gluconato proprio per evitare di immettere agenti chelanti in vasca che potrebbero portare in soluzione dal sub strato.... ma questo è un altro discorso.

Giuseppedona 13-03-2009 15:35

Quote:

quindi in sostanza il fatto di introdurre e15 dennerle lontano dal v30 forse è proprio per evitare la chelazione... interesting.,.
Non c'entra nulla l'E15 è già ferro chelato

Quote:

ragazzi è proprio il contrario...
faby, in effetti hai ragione, rileggendo il post del mio intervento mi sono espresso veramente male !!!

Chiarisco un pò il concetto per vedere la relazione tra biocondizionatore e chelanti.

L’EDTA (uno dei principali chelanti) viene utilizzato in campo acquariologico per due motivi precisi.

E’ un componente essenziale dei biocondizionatori per trattare la nostra acqua del rubinetto.
In questo caso ovviamente il chelante è "libero" ossia non è legato in fase di produzione ad alcuna sostanza in modo cioè da potere esplicare in modo efficace il suo effetto detossificante legando a sè i metalli e rendendoli indisponibili.

Nel caso del ferro invece questo viene immesso già "Chelato" in vasca alla molecola del ferro.

Ma questo perchè ? Di norma in vasche ricche di piante la presenza di ferro è smepre bassissima per effetto dell'ambiente ossidante (ovvero ricco di ossigeno) dove per appunto per effetto di questa condizione tende molto facilmente a formare composti insolubili inutilizzabili dalle piante.

E proprio l'utilizzo dell'EDTA come chelante rende la molecola di ferro assimilabile dalle piante.

Io personalmente preferisco però non utilizzare ferro chelato ma il gluconato proprio per evitare di immettere agenti chelanti in vasca che potrebbero portare in soluzione dal sub strato.... ma questo è un altro discorso.

pclaudio 13-03-2009 19:20

Giuseppedona, Adesso ci siamo

pclaudio 13-03-2009 19:20

Giuseppedona, Adesso ci siamo

faby 13-03-2009 19:56

Giuseppedona,

ah ecco ora è corretto;)

l' unica cosa che non mi è chiara è l' ultima frase sinceramente... vuoi spiegare cosa intendi?

ciao!

faby 13-03-2009 19:56

Giuseppedona,

ah ecco ora è corretto;)

l' unica cosa che non mi è chiara è l' ultima frase sinceramente... vuoi spiegare cosa intendi?

ciao!

Giuseppedona 13-03-2009 20:25

Quote:

' unica cosa che non mi è chiara è l' ultima frase sinceramente... vuoi spiegare cosa intendi?
non vorrei andare Off topic.
Intendo dire che preferisco non immettere agenti chelanti in vasca per evitare che eventuali accumuli di fosfati e/o ferro precipitati nel sub strato possano rientrare in colonna.
Il principio è quello della formazione di sali ovvero i fosfati si possono legare al cloluro di ferro formando fosfato ferrico e precipitando nel substrato. Immettendo un agente chelante il rischio è quello di far tornare in soluzione sia i PO4 che il Fe, non avendo più il controllo diretto sul loro quantitativo disciolto.

Giuseppedona 13-03-2009 20:25

Quote:

' unica cosa che non mi è chiara è l' ultima frase sinceramente... vuoi spiegare cosa intendi?
non vorrei andare Off topic.
Intendo dire che preferisco non immettere agenti chelanti in vasca per evitare che eventuali accumuli di fosfati e/o ferro precipitati nel sub strato possano rientrare in colonna.
Il principio è quello della formazione di sali ovvero i fosfati si possono legare al cloluro di ferro formando fosfato ferrico e precipitando nel substrato. Immettendo un agente chelante il rischio è quello di far tornare in soluzione sia i PO4 che il Fe, non avendo più il controllo diretto sul loro quantitativo disciolto.


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