stevedalbo
26-03-2006, 02:30
Premetto che la mia esperienza "marina" è iniziata poco puù di tre mesi fa.
Ho dovuto allestire questa vasca da 50 lt per migragre il nanoreef da 15 lt che stava scoppiando (e per evitare di trascurare il tropicale che con l'avvento del nanoreef aveva perso interesse :-) ), per fortuna ho trovato roccie già quasi mature e spurgate e dopo una decina di giorni ho potuto fare il passaggio.
Le roccie poggiano su "piedistalli " fatti ricavando alcune fette alte 35 mm, più o meno l'altezza dello strato di sabbia corallina, da un tubo di scarico di 8 - 9 cm di diametro (quelli arancioni), sui cerchi così ottenuti ho praticato parecchi fori da 8 mm per evitare ristagni all'interno. Per adattare il supporto alla roccia ho quasi sempre dovuto tagliarne uno spicchietto, dato il notevole spessore reggono comunque bene il peso.
In totale circa 7 kg di rocce di provenienza varia.
Per l'illuminazione ho cambiato la lampada pl da 36 W originale con una 10000° + attinico.
La circolazione è affidata ad una pompa da 500 lt/h e ad un filtro rapido a zainetto che occasionalmente carico con carbone attivo.
Cambio 3 lt ogni 5 - 6 gg.
Tutto quello che vedete, tranne i palithoa e l'actinodiscus in primo piano, che erano attaccati ad una roccia, stava in un 15 litri, c'è anche un piccolo sarcophiton, uno spirografo e un piccolissimo amphirion che nella foto non si vedono.
Actinodiscus, clavularia e zoantiniari vari hanno retto benissimo (è passato um mese) ma prima di introdurre invertebrati più impegnativi penso che aspetterò la fine dell'estate.
I dischi del discosoma sono già aumentati di qusi 1 cm e i polipi della clavularia sono molto più lunghi, enormi per una clavularia come si vede anche dalla foto e si stà espandendo anche la colonia, non so se si tratti di crescita o se sia dovuto al miglior ambientamento, fatto stà che mi sembra no "fuori misura" (almeno io così lunghi nella mia breve esperienza non ne ho ancora visti, neppure quando li ho comprati erano così).
I cespuglietti di caulerpa per ora non sono invadenti, se dovessero avere la tendenza ad espandersi troppo li toglierò.
Nel frattempo ho il problema di liberarmi di parechhie aptasia (ne ho visto almeno una ventina :-( ).
Ho provato il metodo della pila ma posso fare solo un paio di tentativi per volta (purtroppo sempre falliti), altrimenti gli invertebrati iniziano a risentirne. Ho perfezionato il metodo usando un cavetto bifilare spellato per un paio di millimetri, in questo modo la circolazione di corrente avviene in una zona limitata e fa meno danni, poi cloro e idrossido di sodio si combinano completamente (grazie anche all'uso di corrente alternata), il composto che si forma (ipoclorito di sodio) è sì dannosissimo ma meno del cloro gassoso sciolto in acqua. Anche così però, nonostante il carbone attivo, fare più di 4 o cinque "esecuzioni" per volta non mi fido.
Purtroppo questo sistema funzionerebbe se le rocce non fossero estremamente porose e le aiptasia dentro ai buchi, subito sembrano andate ma dopo 1 o 2 giorni rispuntano i tentacoletti malefici.
Prossimamente proverò con l'iniezione di acqua bollente.
Ho pensato anche ad un attrezzino costituito da un bacchetto con in cima un filettino di acciaio che con il passaggio di corrente provochi l'ebollizione dell'acqua nelle immediate vicinanze, non so se si riesce a sviluppare abbastanza calore sott'acqua, proverò....
Sul Lysmata wurdemanni ho letto pareri contradittori ma come ultima spiaggia...
Grazie per la pazienza che avete avuto a leggere fin qui.
Bene, sentiamo voi che fareste!
Steve
Ho dovuto allestire questa vasca da 50 lt per migragre il nanoreef da 15 lt che stava scoppiando (e per evitare di trascurare il tropicale che con l'avvento del nanoreef aveva perso interesse :-) ), per fortuna ho trovato roccie già quasi mature e spurgate e dopo una decina di giorni ho potuto fare il passaggio.
Le roccie poggiano su "piedistalli " fatti ricavando alcune fette alte 35 mm, più o meno l'altezza dello strato di sabbia corallina, da un tubo di scarico di 8 - 9 cm di diametro (quelli arancioni), sui cerchi così ottenuti ho praticato parecchi fori da 8 mm per evitare ristagni all'interno. Per adattare il supporto alla roccia ho quasi sempre dovuto tagliarne uno spicchietto, dato il notevole spessore reggono comunque bene il peso.
In totale circa 7 kg di rocce di provenienza varia.
Per l'illuminazione ho cambiato la lampada pl da 36 W originale con una 10000° + attinico.
La circolazione è affidata ad una pompa da 500 lt/h e ad un filtro rapido a zainetto che occasionalmente carico con carbone attivo.
Cambio 3 lt ogni 5 - 6 gg.
Tutto quello che vedete, tranne i palithoa e l'actinodiscus in primo piano, che erano attaccati ad una roccia, stava in un 15 litri, c'è anche un piccolo sarcophiton, uno spirografo e un piccolissimo amphirion che nella foto non si vedono.
Actinodiscus, clavularia e zoantiniari vari hanno retto benissimo (è passato um mese) ma prima di introdurre invertebrati più impegnativi penso che aspetterò la fine dell'estate.
I dischi del discosoma sono già aumentati di qusi 1 cm e i polipi della clavularia sono molto più lunghi, enormi per una clavularia come si vede anche dalla foto e si stà espandendo anche la colonia, non so se si tratti di crescita o se sia dovuto al miglior ambientamento, fatto stà che mi sembra no "fuori misura" (almeno io così lunghi nella mia breve esperienza non ne ho ancora visti, neppure quando li ho comprati erano così).
I cespuglietti di caulerpa per ora non sono invadenti, se dovessero avere la tendenza ad espandersi troppo li toglierò.
Nel frattempo ho il problema di liberarmi di parechhie aptasia (ne ho visto almeno una ventina :-( ).
Ho provato il metodo della pila ma posso fare solo un paio di tentativi per volta (purtroppo sempre falliti), altrimenti gli invertebrati iniziano a risentirne. Ho perfezionato il metodo usando un cavetto bifilare spellato per un paio di millimetri, in questo modo la circolazione di corrente avviene in una zona limitata e fa meno danni, poi cloro e idrossido di sodio si combinano completamente (grazie anche all'uso di corrente alternata), il composto che si forma (ipoclorito di sodio) è sì dannosissimo ma meno del cloro gassoso sciolto in acqua. Anche così però, nonostante il carbone attivo, fare più di 4 o cinque "esecuzioni" per volta non mi fido.
Purtroppo questo sistema funzionerebbe se le rocce non fossero estremamente porose e le aiptasia dentro ai buchi, subito sembrano andate ma dopo 1 o 2 giorni rispuntano i tentacoletti malefici.
Prossimamente proverò con l'iniezione di acqua bollente.
Ho pensato anche ad un attrezzino costituito da un bacchetto con in cima un filettino di acciaio che con il passaggio di corrente provochi l'ebollizione dell'acqua nelle immediate vicinanze, non so se si riesce a sviluppare abbastanza calore sott'acqua, proverò....
Sul Lysmata wurdemanni ho letto pareri contradittori ma come ultima spiaggia...
Grazie per la pazienza che avete avuto a leggere fin qui.
Bene, sentiamo voi che fareste!
Steve