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Vecchio 21-04-2016, 15:06   #1
Luigiotto
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Come l'ho fatto (1/2) [CO2 GEL/Costruzione impianto]

GUIDA IMPIANTO CO2
A cura di Luigiotto
Dividerò questa guida in 2 blocchi, il primo riguarderà la costruzione dell'impianto nelle sue parti meccaniche, il secondo sarà per la preparazione del composto gel.

ATTENZIONE! Seguire questa guida vuol dire maneggiare utensili possibilmente pericolosi, eseguire le manovre con scrupolosità e farsi aiutare, se necessario.

Questa guida ha lo scopo di aiutare gli appassionati dell'acquariofilia che si avvicinano al fai da te, e vogliono una soluzione intermedia tra i costosi impianti commerciali CO2 a bombola e gli impianti artigianali, proponendo semplici alternative alle ben più assodate e maggioritarie abitudini di ricorrere a colle, siliconi, aghi, punteruoli infuocati, regolazione con rotellina da flebo etc.

La guida non intende denigrare né millantare qualità o difetti di questi o di quegli impianti, evitando in toto il dibattito tra impianti commerciali a bombola e il fai da te. L' appassionato, con l'esperienza, nel tempo saprà sicuramente destreggiarsi e capire gli ambiti di convenienza, utilità, funzionalità di entrambe le categorie.

La mia indicazione è che, un impianto CO2 artigianale, nella fattispecie quello descritto in questa guida, possa, fino al target di vasche medie (100 litri), ritenersi una valida alternativa agli impianti CO2 a bombola in commercio.

Occorrente:
- deflussore per flebo (in farmacia, preferibilmente con contagocce, ma anche senza, con “innesto a 2 vie” [1] )
- tubo per aeratore 6 mm (ha la sua utilità anche quello da 9 mm)
- morsetta per elettricisti (Forbox)
- fascette piccole per elettricisti, bacchetta di legno recuperata da una cassetta della frutta o stecca gelato
- valvola di non ritorno (negozio acquari), raccordo per irrigazione 6mm (facoltativo)
- diffusore (in questo caso porosa di legno, ma vanno bene anche altri)
- nastro isolante, giravite, trapano, coltello, forbici, accendino, ventosa, filo di nylon, pinze
- guarnizioni O-ring (di diametro uguali alla filettatura del pressa cavi che si sta usando)
- pressa cavi (preferibilmente PG-7 / PG- 9, ma nei casi estremi di reperibilità anche PG- 11)
- bottiglia, compresa di tappo di bibita gassata (Cocacola ad esempio) di capacità preferibilmente di 2L [2]


Costruzione:
1. Prendere il tappo della bottiglia, tenerlo fermo su una superficie piana, visualizzare il centro e col trapano produrre un foro centrale. Per sicurezza poggiare il tappo su uno spessore (pezzo di legno, vecchi quaderni) che impedisca di danneggiare il piano una volta avvenuta la foratura. Usare una punta di trapano che sia di diametro uguale o quasi al pressa cavi che si ha intenzione di usare. Eliminare eventuali residui di plastica rialzati con la lama dentellata di un coltello con punta arrotondata. Provare ad inserire il pressa cavi (che deve entrare con difficoltà) e avvitarlo. Se l'operazione non riesce cercare di allargare di poco alla volta il buco facendo roteare al suo interno ancora il trapano, stavolta però spingendo la punta del trapano con forza simultanea sia verso il basso che l'esterno. Interporre tra il dado fisso del pressacavi e la superficie del tappo, una guarnizione O-ring (potete metterne anche un'altra all'interno del tappo, all'altra filettatura, ciò aumenta l' ermeticità ma diminuisce la superficie filettata disponibile all'avvitamento). Con l'altro dado mobile avvitare con forza il pressacavi al tappo. [3]
Ci sono anche altri modi di provocare il foro al tappo: uso di forbici, punte riscaldate etc.



2. A questo punto bisogna prendere il tubo per aeratore 6 mm, tagliarne un segmento di almeno 10 cm, ed inserirvi ad una delle estremità al suo interno qualcosa che faccia da resistenza alla forza stringente dell' abbraccio del pressa cavi. Le soluzioni sono diverse. Si può usare il raccordo per irrigazione 6mm, si può usare la porzione di plastica dura del deflussore che riveste la punta del gocciolatore, si può usare quel pezzetto di plastica bianco che sta per ultimo nella flebo. Io personalmente preferisco quest' ultimo modo. Nelle foto vi illustrerò anche soluzioni diverse. Inserito il corpo duro nel tubo d’aeratore, bisogna assicurare il pressa cavi a quest'ultimo, farlo è molto semplice, basta avvitare il dado avendo cura che la forza stringente andrà a ricadere nella parte rinforzata. Badate bene che usando un PG-7 forse avrete difficoltà perché il tubo ingrossato dal corpo duro al suo interno, più la guarnizione molle interna al pressacavi, potrebbero impedire uno scivolamento comodo del tubo al suo interno. Tale problema può essere risolto usando un PG-9, o addirittura un Pg- 11. Questo però comporterebbe il dover rifare il foro al tappo, e nel caso del PG- 11 sarebbe abbastanza complicato, anche per il lavoro di smussamento e levigatura che bisogna fare ai dadi del pressa cavi per permettere una giusta avvitatura del tappo alla bottiglia, e del pressa cavi stesso al tappo. Il mio consiglio è di usare un PG-7 o PG-9 e come rinforzo al tubo d' aeratore ricorrere al pezzettino bianco posto per ultimo nel deflussore, avendo cura di tagliar via le tipiche sue “alette” laterali. [3]





3. Una volta assicurato il tubo al pressacavi, passiamo all’inserimento del regolatore tramite forbox. Operazione che può essere fatta sia col tubo collegato al pressacavi che libero, come più vi viene comodo. Considerate che tra il tappo della bottiglia e il gocciolatore che andremo poi ad inserire, ci dovrà essere lo spazio necessario al regolatore e alla punta del gocciolatore, tenetelo a mente.
Prendete il tubo d’aeratore, calcolate almeno 2-3 cm al di sopra del tappo, e col nastro isolante fate diversi giri rimanendo alla stessa altezza. Nel frattempo avrete già preso il forbox e lo avrete liberato dalla sua gabbia di plastica, dovrete inserire il forbox al tubo tipo anello e lo spessore aumentato grazie al nastro isolante dovrà essere tale che il forbox vada stretto quanto basta per tenersi fermo da solo. Fatto questo per comodità avvitate anche qualche mm la vite del forbox, per non perderla.
La prossima operazione sarà prima inserire il gocciolatore (se non riuscite potete aiutarvi con un accendino e ammorbidire il tubo), opportunamente riempito (spingere la camera d'aria con le dita e lasciare che risucchi l’acqua in un bicchiere, ripetere più volte facendo attenzione a puntare la punta verso l'altro nelle successiva "strette" dopo il primo "risucchio”" ) d'acqua almeno per metà, e poi avvolgere il tubo d'aeratore per la parte restante di nastro isolante, avendo però cura di fare meno giri rispetto alla zona del forbox, anzi per un più facile avvolgimento, cercate di passare il nastro in diagonale. Questo servirà ad indurire il tubo e far sì che sia più facile a stare eretto. Ricordatevi anche di chiudere la valvola di sicurezza del contagocce. Se volete una chiusura a prova di ermetismo, potete anche assicurare la punta del gocciolatore al tubo con una fascetta per elettricisti, una volta che quest' ultima è interamente penetrata nel tubo stesso. Un altro appiglio allo stare eretto del gocciolatore è l'aggiunta di una stecca di legno recuperata da una cassetta per la frutta o da un ghiacciolo, che funga da spina dorsale al tubo d'aeratore, unendoli con nastro isolante. [4]






4. Ci apprestiamo a completare il nostro impianto. Il collegamento della porosa e della valvola di non ritorno (indispensabile per chi vuole posizionare la bottiglia al di sotto del livello dell' acquario) sono molto semplici. Ogni deflussore per flebo alla sua estremità ha 2 pezzi, uno di plastica gialla morbido ed un altro bianco di plastica dura (che avremmo dovuto aver tolto per usarlo come rinforzo al tubo per aeratore abbracciato dal PG-7), noi collegheremo la valvola di non ritorno subito prima il pezzo di plastica gialla (quando si monta la valvola di n.r. fare attenzione al corretto orientamento della valvola, cioè che il lato che permette il passaggio dei fluidi sia rivolto verso l'acqua e non verso il coperchio[5]) a cui subito dopo sarà collegato il diffusore (in questo caso una porosa di legno, ma molti altri, e di migliori, sono collegabili). Per tenere fermo un diffusore di legno in vasca ho pensato di assicurarvi vicino una ventosa con del filo di nylon (è possibile, se non migliore, utilizzare ventose che prevedano l'abbraccio in plastica a forma di C, di solito quelle che tengono fermi i termoriscaldatori al vetro, la porosa di legno dovrebbe incastrarsi abbastanza facilmente).




L'impianto è completato. Ora dovete scegliere solo dove posizionarlo. La regolazione affidata al preciso forbox, lo spostamento del contagocce in zona di bassa pressione, l'ermeticità meccanica delle giunture e del pressacavi dovrebbero garantirvi stabilità e tenuta nel tempo.



NOTE
[1] Nel caso aveste scelto un tipo di deflussore senza contagocce, dovreste avere la premura di dotarvi di un diffusore CO2 che lo preveda.
[2] Evitare l'utilizzo del tappo della bottiglia della bibita Pepsi, la sua conformazione interna ostacola la giusta installazione del pressacavi.
[3] Le foto risalgono a momenti diversi della costruzione di più impianti nel tempo. L’utilizzo del PG-9 o del PG- 11 può risultare difficoltoso o soddisfacente a seconda dei punti di vista e dell’esperienza maturata nel fai da te. Qui di seguito riporto le foto di un impianto dove ho usato il PG- 11 (per necessità). Gli accorgimenti rispetto all’uso del PG-7 (verso il quale è incentrata gran parte della guida) sono stati: smussamento del dado fisso del pressacavi per permettere che il tappo riuscisse ad avvitarsi alla bottiglia, lo smussamento è stato tale quasi da far corrispondere il dado alla filettatura, quasi azzerando lo spessore, montaggio del pressa cavi in modo capovolto (nei pressa cavi il dado mobile è di solito più grande di diametro, aver spostato il dado più grande sul tappo e non sotto, ha permesso l'avvitatura che altrimenti sarebbe stata pressoché impossibile), smussamento del dado mobile a cui compete lo stringimento, la sola aggiunta della stecca di legno dorsale non impediva al gocciolatore di pendere in avanti visto lo spazio che avanzava all'interno della filettatura, quindi ho inserito un altro pezzetto di legno frontale al tubo d'aeratore per incastrarlo e tenerlo dritto.
[4] durante le operazioni nelle quali il contabolle potrebbe anche involontariamente capovolgersi, chiudere la rotellina blu del dosatore di serie del deflussore per evitare lo svuotamento dell'acqua.
[5] Si può soffiare nella valvola da entrambe le entrate per capire qual è il verso in cui essa permette il passaggio e quale quella dove nega il ritorno.



Io personalmente uso questo impianto da un anno e ritenendomi abbastanza soddisfatto.
Prossimo obiettivi sarebbero quelli di riuscire a collegare un' elettrovalvola, una valvola di sfogo o qualche altra utilità, staremo a vedere, conto ovviamente anche sul vostro prezioso contributo.

UN SALUTO E UN BUON FAI DA TE A TUTTI!
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Vecchio 21-04-2016, 21:01   #2
malù
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@Luigiotto correggi i problemi creati dalla emoticons.........così com'è è difficile da leggere
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Vecchio 22-04-2016, 22:43   #3
Luigiotto
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Originariamente inviata da malù Visualizza il messaggio
@Luigiotto correggi i problemi creati dalla emoticons.........così com'è è difficile da leggere
Oh my GOD ! Provvedo subito, non me ne ero accorto inizialmente !
Qual è la combinazione di tasti che crea quell'odiosa emoticon ?

Thanks

EDIT

Credo sia un errore di copia/incolla con l'apostrofo, strano , mai successo prima. Spero di aver risolto
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Vecchio 23-04-2016, 00:00   #4
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Mi pare di si........sottopongo l'articolo al resto dello staff
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Vecchio 23-04-2016, 09:47   #5
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io già lo avevo fatto...sto cercando di trovare un pressacavo e finisco di montarlo.per quanto riguarda la parte rigida da inserire nel pressacavi ho usato il tappo dell'ago tagliato a metà e infilato nel tubo dell'aereatore. l'altra metà del tappo l'ho divisa in 2 orizzontalmente e ne ho usata una metà da mettere davanti la vite del forbox in modo da non rovinare il tubo.

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Vecchio 23-04-2016, 11:57   #6
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la valvola di non ritorno andrebbe messa prima del contabolle e giardando la foto mi pare tu l'abbia anche montata al contrario

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Vecchio 23-04-2016, 17:19   #7
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Mi pare di si........sottopongo l'articolo al resto dello staff
Vamos !


Originariamente inviata da salvo089 Visualizza il messaggio
Io già lo avevo fatto...sto cercando di trovare un pressacavo e finisco di montarlo.per quanto riguarda la parte rigida da inserire nel pressacavi ho usato il tappo dell'ago tagliato a metà e infilato nel tubo dell'aereatore. l'altra metà del tappo l'ho divisa in 2 orizzontalmente e ne ho usata una metà da mettere davanti la vite del forbox in modo da non rovinare il tubo.
Sì, in effetti se non si ha un buon negozio di elettronica e illuminazione può essere difficile trovarli.
Tappo dell'ago tagliato a metà ok... anche io provai a mettere qualcosa davanti il tubo come protezione, tipo scudo dei legionari romani in corrispondenza del forbox. Quello che notai è che però stringendo molto la vite, il perno rischiava di rompere la protezione in plastica, in più, le estremità del pezzetto di plastica (che può essere anche la plastica dura trasparente del fusto di una penna Bic) spingendo contro il tubo d'aeratore (che è per di suo già debole) possono danneggiarlo.
Ho trovato molto più efficiente la trovata del nastro isolante [/QUOTE]

Originariamente inviata da salvo089 Visualizza il messaggio
la valvola di non ritorno andrebbe messa prima del contabolle e giardando la foto mi pare tu l'abbia anche montata al contrario
Oddio, no, così mi distruggi un DOGMA

Per quanto ne so, la valvola di non ritorno è utile, anzi direi indispensabile, nel caso la bottiglia contenente il composto sia posizionata al di sotto del livello dell'acquario (ad es. sotto il mobile su cui è poggiato). Questo perché la pressione dell'acqua, potrebbe essere superiore a quella della CO2 e quindi generare un ritorno. Quindi, sempre seguendo questo principio, la valvola andrebbe posizionata laddove il ritorno può generarsi.

Un altro esempio, a composto quasi scarico, quindi con minore pressione, se la valvola di non ritorno fosse posizionata in un punto diverso, diciamo tra il contabolle (quello della flebo) e il forbox (perché incasinare tutto in così poco spazio? ) è come se io consentissi un eventuale ritorno d'acqua fino a quel punto, poi bloccandolo. Perché non bloccarlo alla fonte quindi?

Ovviamente può essere che mi sbaglio, ma spero di no

EDIT: è bene precisare che il contabolle è una convenzione di noi acquariofili, così come è una convenzione parlare di bolle/minuto. che non corrispondono alla corretta misurazione di CO2, in quanto dovremmo considerare la grandezza di queste bolle. Il modo più corretto per misurare la CO2 presente in acqua rimane sempre quello di affidarsi alla tabella PH/CO2, secondo la quale, a seconda del PH della nostra acqua, sapremo quanta CO2 stiamo pompando XD)

E' vero anche che ho indicato tra le note, alla [1] che utilizzando un deflussore senza contagocce (diciamo contagocce o contabolle a seconda che si tratti di gas, o liquidi), bisogna dotarsi di un diffusore che sia anche contabolle (è un anno che non tocco un acquario ma già così, a memoria, ne ricordo una valanga in commercio XD)
Luigiotto non è in linea   Rispondi quotando
Vecchio 23-04-2016, 18:01   #8
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la valvola di non ritorno si può mettere anche tra contabolle e diffusore ma c'è il rischio che il contabolle si svuoti.poi non ho capito il verso in cui la monti.se la posizioni con il lato che permette il passaggio dell'aria in alto non blocchi il passaggio di co2 e male che vada permetti il passaggio dell'acqua?????

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