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Vecchio 25-01-2010, 19:37   #3
faby
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uuu è già cominciato

allora intanto bella spiegazione
L'unico dubbio è che per alcuni può essere un po' ostico vsto che si tirano in ballo tante definizioni e parti anatomiche, ma entropy credo sia a disposizione, e anche io, se ci sono problemi chiedete cosa significa, o cosa sono o cosa si intende...

Paolo, intanto metto qualcosa io, pi quando arriva entropy magari approfondisce:

Quote:
- hai perfettamente spiegato che la durata del fotoperiodo è variabile a seconda del bilancio energetico della vasca (numero e tipo di piante, co2, fertilizzazione, potenza luminosa, temperatura, etc.): esiste un minimo/massimo per la durata del fotoperiodo oltre il quale è opportuno non scendere/salire e, in caso, perchè?
allora per come è stato chiaramente spiegato prima, le piante si producono l'energia a partire da composti inorganici e luce, ma questo avviene durante le ore di luce (in parte è vero ma c'è un perchè), nel senso che solo durante le ore di luce la pianta può utilizzare l'energia luminosa per creare le molecole energetiche (ATP e NADPH) necessarie per i processi metabolici.
Durante le fasi al buio la pianta necessita di energia per vivere e quindi utilizza una via catabolica, utilizzano le molecole energetiche che si sono prodotte e le respirano per crearsi energia.
Per questo motivo le piane abbisognano di un certo numero di ore per accumulare abbastanza molecole energetiche da rendere il bilancio positivo o almeno paritario.
Purtroppo le piante sono variabilissime, esistono brevidiurne, longidiurne, neutrodiurne e tutte le vie intermedie, quindi non esiste una regola fissa che valga per tutte, però io reputo sempre pericoloso scendere sotto le 8 ore di fotoperiodo.
Come massimo invece il discorso è diverso, si entra nei problemi legati ai livelli di idratazione (ma in acqua il problema non c'è) ma anche alla fotorespirazione, questo perchè i processi alla luce sono notevolmente più veloci (quasi istantanei) dei processi al buio, questo provoca un'accumulo di molecole energetiche che serviranno successivamente nel ciclo di calvin che continuerà tranquillamente durante le ore al buio per esaurire le molecole DI ATP e NADPH accumulate e rendere la pianta nuovamente disponibile a continuare le nuove fasi alla luce.
Di conseguenza non c'è un minimo od un massimo empirico... c'è un range entro cui attenersi ed è sempre più o meno il solito... Considerando dalle piante brevidiurne alle longidiurne credo che il renge massimo sia da 8 a 14 ore...
Quindi vale sempre il nostro discorso delle circa 10 ore di illuminazione in vasca, fattore legato anche alle alghe.

Quote:
- chiaramente non esiste "lo spettro perfetto", ma quale conformazione di spettro e quale temperatura di colore ritieni più adatta all'acquario piantumato d'acqua dolce e, se è lecito, perchè? (facciamo magari una breve casistica?)
anche quì il problema è il medesimo, le piante non sono tutte uguali. Ad ogni modo come diceva entropy, la clorofilla assorbe esclusivamente la radiazione rossa a 2 diverse lunghezze d'onda, vi chiederete, e i fasci degli altri colori? bene alcuni vengono assorbiti altri riflessi. Dopotutto non possiamo assolutamente pensare che la foglia possa assorbire tutta la luce che gli arriva, si carbonizzerebbe. Quindi la radiazione rossa viene assorbita dalla clorofilla, la radiazione verde è in gran parte riflessa (per questo vediamo le foglie verdi), la radiazione gialla e arancio viene assorbita dai carotenoidi, la radiazione blu è anche assorbita da altri pigmenti (flavonoidi? ). Alcuni concorrono alle funzioni della clorofilla come i carotenoidi, il blu ad esempio è uno stimolatore dell' apertura stomatica.
Per questo motivo è utile avere un certo bilanciamento nell' illuminazione, in linea generale lo spettro luminoso migliore per la pianta è quello solare (ovvio no?) il nostro problema in vasca sono le alghe, per questo motivo riponiamo attenzione nella scelta degli spettri luminosi, però è un problema non strettamente correlato con la pianta, o meglio lo è ma parzialmente.
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