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Vecchio 03-03-2012, 08:34   #17
MarcoA
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Originariamente inviata da daniele68 Visualizza il messaggio
L’acqua deve essere microbiologicamente idonea per essere consumata e non provocare patologie. Ebbene , in questo caso subentra la clorazione dell’acqua.
Quando si aggiunge all'acqua cloro, si formano gli acidi ipocloritici:

Cl2+ H2O -> HOCl + H+ + Cl-

[...]
Il cloro è un forte ossidante e riesce a rompere quei legami di composti vitali ai batteri o a virus o influire sulla loro capacità riproduttiva. Bisogna tenere conto che a questo si aggiunge l'azione dell'ossigeno che è tossico per molte specie batteriche
Diciamo che anche il cloro è un biocondizionatore per potabilizzare l'acqua: "biocondizionatore" è un termine prettamente commerciale, in chimica si direbbe semplicemente trattamento in senso generale (non condizionamento) o clorazione nello specifico.

A seguito di questa piccola premessa vorrei approfondire il discorso chimico, quindi gli allergici alla chimica saltino pure il post

Nella reazione di dissoluzione in acqua del cloro (idrolisi) manca un passaggio, credo volutamente per non mettere troppa carne al fuoco:

Cl2+ H2O -> HOCl + H+ + Cl-

Osservate H+ e Cl-: sono dotati di una carica che è data da un elettrone (che indicheremo come e-, negativo). Il cloro ne ha uno in più del dovuto e l'idrogeno ne ha uno in meno. Sono forme chimiche abbastanza stabili un po come la mela di Newton che cade a terra e li si ferma in maniera stabile. Anche il cloro dell'HClO ha un elettrone in più.

Il Cl2 della formula invece ha il giusto numero di elettroni (ovvero carica 0). La formula di sopra non è completa e un chimico la scriverebbe così:

Cl2+ H2O + 2e- -> HOCl + H+ + Cl-

I due elettroni in grassetto sono proprio la chiave di tutto: il cloro è estremamente instabile e tende con prepotenza a strappare via elettroni da altre molecole (=forte ossidante) : le delicate cellule viventi sono un ottimo datore di elettroni. Si dice che vengono denaturate ovvero perdono la loro natura e non svolgono più le loro funzioni. I batteri dell'acqua sono semplici e particolarmente esposti, ma quando gli elettroni di questi finiscono, si passa alle mucose dei pesci.

E questo è il motivo della tossicità del cloro, ma anche della sua azione disinfettante.


Quanto all'avaporazione del cloro è realtà: il cloro è un gas e come tale, se sciolto in acqua tende ad uscire. Come in tutte le reazioni si forma un equilibrio dispersione/solubilizzazione che viene influenzato da diversi fattori, tuttavia il tasso di evaporazione indicato precedentemente si riferisce solo a certe condizioni operative. Di seguito ne descrivo alcune, che sono generali per tutti i gas disciolti:

Il primo parametro è la tensione di vapore, che è uguale a parità di sostanza: se prendiamo in considerazione solo il cloro essa è sempre costante, e pertanto non ci riguarda.

Il secondo è la temperatura, che più alta è maggiore è la tendenza del cloro a passare nell'aria. (pensate per esempio l calcolo teorico dell'ossigeno sciolto in vasca che si basa solo sulla temperatura).

In terzo luogo, due parametri importanti sono le concentrazioni presenti nell'acqua e nell'aria: maggiore è la concentrazione nell'aria minore è la velocità, che può tendere a 0. Viceversa maggiore è quella nell'acqua maggiore è sarà la velocità di uscita. Mi rendo conto che sia difficile cogliere questo aspetto spiegato in poche righe, pertanto do un'indicazione pratica. Per eliminare il cloro devo lasciare riposare l'acqua in secchio aperto in modo che la parte che passa nell'aria si disperda facilmente e la sua concentrazione gassosa vada a 0. Se uso per esempio una tanica chiusa la concentrazione nella poca aria contenuta diventa significativa e ad un certo punto la reazione si arresta. L'uso di una tanica con tappo aperto garantisce parimenti uno scambio di gas troppo piccolo ed i tempi si allungano a dismisura.

Confermo che i tiosolfati sono utili a trasformarlo in forme meno nocive, anche in tempi relativamente brevi.

Ultima modifica di MarcoA; 04-03-2012 alle ore 11:43.
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