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Vecchio 15-11-2019, 21:30   #14
sergio43
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Originariamente inviata da ilVanni Visualizza il messaggio
Ok, però la maggior parte della fora subacquea in natura o usa i carbonati, o assorbe CO2 dall'acqua (anche poca).
La Walstad utilizza substrati molto ricchi in carbonio organico appunto per fornire CO2 alle piante mediante la sua degradazione nel fondo.
D'altra parte alle piante servirà TOT carbonio: se lo prendono dall'aceto direttamente o se lo prendono dall'aceto degradato dai batteri, è sempre la stessa quantità.
Per vedere effetti sostanziali sulla crescita delle piante, in realtà, bastano poche ppm di CO2 in più rispetto al "normale" livello di 4 - 5 ppm. Già erogando 10 ppm si vedono risultati nella crescita delle piante.
Teniamo conto che la lenta degradazione dei composti del C in acqua permette la soluzione di praticamente tutta la CO2 prodotta (l'"impianto" ne disperde la maggior parte in aria tramite bollicine che raggiungono la superficie).

Un (molto approssimato) conto giustificherebbe l'ipotesi "carbonio organico va in CO2": lo riporto qui sotto (spero sia corretto, ma non sono un chimico, prendetelo come viene).

Un grammo di acido acetico produce (conto "a cazzotto") il 73% circa del suo peso come CO2.
50 cc di aceto (50 ml circa) contenente acido acetico al 5% contiene 2.5 g di acido acetico, ossia (una volta "decomposto" ben bene) 1.83 g di CO2.

In una vasca di 60 lt corrispondono a 1830 mg/60 lt = 30 mg/l di CO2 disciolta (anzi, che si discioglie piano piano lungo un arco temporale di 3.5 giorni: metà settimana, dando modo e tempo alle piante di assorbirla).
Anche ipotizzando che un buon 80% (numero a caso ma ragionevole) se ne vada perso in atmosfera, rimangono circa 6 mg/l di CO2 disciolti a fertilizzare le piante (sommati ai 4 - 5 mg/l normalmente disciolti a t. ambiente in acqua).
E' una concentrazione sufficiente a far vedere degli effetti di crescita tangibili sulla piante (o, se preferite, una quantità comparabile al vecchio "metodo della campana", in cui una campana sommersa veniva riempita giornalmente di CO2, che lentamente si scioglieva in acqua).

Oltretutto è una quantità che, tabella alla mano, non modifica il pH per valori anche bassi di KH: per esempio, con KH 4 il pH passerebbe da 7.4 (con 5 ppm di CO2) a 7.1 (con 10 ppm di CO2).
Intanto grazie per questa possibile spiegazione.

Potrebbe essere. Tuttavia, se il carbonio organico è assorbito della piante direttamente, i conti rimangono gli stessi.

Comunque sia, se ammettiamo che una quota del carbonio sia assorbito come molecola organica, possiamo ipotizzare che la pianta continui ad utilizzare comunque CO2 disciolta. Quindi potrebbero essere vere entrambe le ipotesi. Però nel caso sia vera l'ipotesi della trasformazione del carbonio organico in CO2 lo stesso risultato dovrebbe essere ottenibile con una pari quantità di carbonio proveniente da altre fonti a peso molecolare maggiore come per esempio zuccheri o aminoacidi ovvero mettendo mangime in vasca.

Invece non ho capito perché l’acido acetico ossidandosi fino a CO2 dovrebbe produrre il 73% in peso di CO2.

Se non ricordo male l'ossidazione dovrebbe avvenire secondo questa formula stechiometrica

CH3-COOH + 3O2 = 2CO2 + 4H2O

Quindi da una mole di acido (60 grammi) acetico si formano 2 moli di CO2 (ovvero 88 grammi) che corrisponde a 146% del suo peso. Non riesco a rendermi conto dove sbaglio. In ogni caso anche se non ho capito i conti penso di aver capito il ragionamento.

Potremmo avere ragione tutti e due.

In ogni caso, a mio avviso la cosa più interessante sono i risultati.

PS. Il mangime diventa davvero CO2 grazie prima di tutto ai pesci e poi anche ai batteri, ma non credo che mettere più mangime in vasca sia una strategia perseguibile...
__________________
Pseudomugil gertrudae
http://youtu.be/6icj_ogBD9Q
Riproduzione Betta splendens
https://youtu.be/PJJ3NKGdwbs
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