Discussione: Il senso dei "biotopi"
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Vecchio 03-06-2007, 12:34   #8
Nebulus
Ciclide
 
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Grazie a tutti, non credevo interessasse tanto, mi rende felice .

Federico, non ho avuto il piacere di leggere tue discussioni al riguardo, ma sapere che già tu ne hai tenute mi rende molto orgoglioso ; Gw@ihir, mi sa che ti sbagli, l'intervento in questione l'ho scritto io , comunque mi hai fatto diventare tutto rosso ).

Mah, l'argomento mi è venuto in mente leggendo l'articolo sulla vasca dell'appassionato in questione (quella in "Mostra e descrivi"), ma ho avuto modo di toccare con mano recentemente; ho infatti allestito da circa una settimana una vasca da dedicare agli Endler (Poecilia wingei.... poi dovremmo magari cominciare a chiamarli col loro nome) e mi avrebbe fatto piacere realizzarla in modo che fosse in ogni dettaglio simile alla Laguna de Los Patos.

Qui giungiamo al punto sollevato da NPS Messina: è possibile riprodurre un biotopo in toto? Credo sia un punto che vada afrontato con calma e per gradi. Non credo sia possibile che, pur con valori, piante e persino arredi esattamente identici alla natura, i pesci si sentano, per così dire, "a casa"; ci sarà probabilmente sempre un "non so che" di artificiale negli acquari, anche a voler prescindere dalle cinque pareti in vetro che lo delimitano.

Ad esempio, il fondo; vedo spesso tantissime persone che si preoccupano di chiedere quali piante siano adatte ad un tale "biotopo" (le virgolette secondo me sono d'obbligo in casi come questi) o a un talatro, magari arrivando a cercare le sottospecie più improbabili, e quasi mai (anzi, mai) uno che si chieda "ma di che colore sarà il fondo laggiù? Ci sarà una ghiaia o, più probabilmente, una terra? E sarà a grana grossa o molto compatta?" . Ovviamente può sembrare, e forse lo è, un eccesso di zelo, ma una volta che uno entra nell'ottica di fare davvero "copia/incolla" di un pezzo di ambiente acquatico, un punto come questo assume un'importanza assolutamente non trascurabile.

Altro punto, gli arredi: Corydoras scelti col bilancino, altum fatti arrivare direttamente dal Rio Ucayali e poi.... alè, vai coi legni di mangrovia!! Anche lì, secondo me, volendo esagerare, occorre curare l'aspetto globale della vasca, non solo la parte vivente (mi veniva da scrivere "biota" ).

Tutto ciò potrà sembrare esagerato, ripeto, ma rifletteteci un attimo: gli amanti degli acquari di piante "spinti" non sono forse altrettanto e più maniacali nella scelta della varietà, della fertilizzazione del fondo e della colonna? Eppure nessuno li considera dei pazzi esagerati. Beh, nessun appassionato, almeno . Eppure gli amanti delle piante sono molto ben supportati dall'industria specializzata.

Questo ci conduce al primo limite che l'acquario biotopo in senso stretto incontra e secondo me incontrerà ancora almeno nel prossimo futuro: la mancanza di supporto. Trovo giustissimo l'intervento di Federico Sibona sulle alghe e sui cicli temporali: occorre avere un approccio il più olistico possibile, prendere in considerazione il maggior numero di fattori dentro e fuori dall'acqua, la siccità e le piogge. Nei vostri acquari c'è mai acqua torbida? Beh, i pesci in natura la vedono, e come.

Ma nel momento in cui un appassionato decide di incamminarsi lungo questa strada, trova una barriera difficile da superare: l'industria specializzata non lo aiuta. Questa produce infatti miriadi di accessori per vasche "spinte" in un altro senso: lampade che fanno invidia al faro di Genova, concimi iperprofessionali che se per sbaglio ne fai cadere una goccia in giardino il giorno dopo c'hai una sequoia ma nulla, a parte alcuni computer peraltro molto costosi, che aiuti l'appassionato nella ricerca della "natura" vera.

TwinRay pone poi un altro punto di riflessione molto interessante: cercare le informazioni per allestire una vasca senza dover andare di persona nei luoghi scelti.
Bene, io gli dò ragione e sarebbe una cosa davvero meravigliosa; tuttavia, come dicevo di recente, ho appena allestito una vasca destinata agli Endler (che appena sarà presentabile posterò qui) che avrei voluto cercare di rendere il più simile possibile al loro habitat; bene, quando ho voluto impiegare la la potenza di Internet per cercare informazioni su, non dico tanto, ma almeno sulle piante che crescono nella Laguna de Los Patos, l'immane rete globale mi ha saputo dire... niente. Niente, eccetto che vi crescono dei giunchi e che è parecchio inquinata. Stavo pensando di allestirla con tre canne e due sacchi di monnezza, ma mia madre mi avrebbe fatto notare che in salotto avrebbe stonato. Questo dico.. le informazioni vanno bene, ma cerchiamo anche di divulgare un tipo diverso di informazioni che vadano oltre "la Caridina vive nei ruscelli montani asiatici"... ma che cavolo vogliono dire info come questa?

Avrei ancora molto da dire, ma per ora ve lo risparmio e anzi se siete giunti fin qui vi ringrazio con le lacrime agli occhi; credo in definitiva che la strada del vero acquario biotopo sia lunga, difficile e richieda una grande e costante dose di informazione e improvvisazione, ma che alla fine possa condurre a risultati di enorme soddisfazione e di inaspettata estetica.
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