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Per confrontare puramente mere opinioni personali, consentimi di dire che, e ribadisco, a mio parere, è opportuno che l'attitudine politica MAI prevalga su quella tecnica. Per quanto riguarda le gestioni politiche dei rapporti, un Ministro sceglie un entourage valido sia che sia in grado di provvedervi autonomamente sia in senso opposto.
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Gentilissimo Mario,
comprendo il tuo pensiero, ma non ne sono affatto persuaso.
Il motivo è questo. Il Governo è un organo politico, e politica vuol dire scegliere. Vuol dire orientare. Ogni ministro, nell'ambito del suo dicastero, deve compiere scelte importanti sul fare o non fare una cosa, rimanendo in armonia con l'azione di governo in toto, e perseguendo quelli che sono gli obiettivi prefissati.
Molti obiettivi sono uguali per tutti: destra o sinistra la riduzione del deficit, l'abbattimento del tasso di disoccupazione, la tutela dell'ambiente, la difesa dello Stato, la lotta al crimine, sono obiettivi per chiunque.
Quello che cambia, e qui sta la politica, è la scelta dei mezzi per raggiungere tali obiettivi.
Quella scelta è politica, non tecnica. La tecnica occorre per valutare la scelta da compiere, e per questo ci sono i tecnici, di cui i ministeri sono pieni, a volta a buon mercato, perchè interni, a volte coperti d'oro, perchè esterni.
I tecnici sottopongono al ministro i costi delle varie scelte, i pro e i contro, e il ministro decide, politicamente.
Non è un caso che i governi tecnici, cioè composti solo da persone dotate di specifiche conoscenze in determinati settori, sono compagini transitorie da sempre, qui come in qualunque altro paese del mondo a democrazia parlamentare.
Alcuni ministeri, come dicevo, atteso l'alto tecnicismo di alcune attività, è bene che siano gestiti da persone competenti nel settore. Al di fuori dell'economia e delle finanze, non mi sembrano ce ne siano altri.
Questa impostazione, che non invento io ma la Costituzione e le leggi che si sono susseguite, è stata ulteriormente caldeggiata dalla riforma cui facevo riferimento, che eliminando per il ministro la possibilità di annullare i provvedimenti dei dirigenti generali, di fatto ha staccato definitivamente il livello politico, del ministro, da quello amministrativo, dei funzionari.
Ovviamente tutto può essere valutato, e quindi anche se la scelta del Legislatore appare quella che ti ho descritto, nulla toglie che ognuno di noi possa pensarla diversamente.
Per la Melandri, prendo atto della tua precisazione, che apprezzo.
Altri, come potrai notare, la buttano un po' in caciara.
A presto