Premetto che comprendo le ragioni tanto degli scettici, quanto dei rassegnati.
Mi limito però ad una ulteriore, ed ultima, considerazione.
Non solo a Napoli, città che conosco benissimo, ma anche in tutte le altre città italiane le Autorità hanno molte cose da fare, e certamente un ipotetico "maltrattamento di animali" non rappresenta il cuore dell'attività investigativa cittadina.
Il punto è che quando si denuncia, non lo si fa solo perchè si vuole, o si desidera, che il fellone di turno finisca stritolato dalle inesorabili, si fa per dire, maglie della giustizia. Spesso l'effetto principale che si desidera, che poi in questo caso sarebbe già un successo, è il far scattare il campanello d'allarme nella testa del denunciato. A fronte di un sopralluogo o di una convocazione da parte della PG, è probabile che il soggetto, anche solo per evitare ulteriori seccature (accertamenti fiscali, ulteriori controlli ecc.), si attivi, certo non per un ritrovato senso animalista, per eliminare le principali e più evidenti situazioni "a rischio".
Il procedimento e l'eventuale condanna, e soprattutto, la reale espiazione della stessa, sono altra questione. Questione che, per quanto riguarda il nostro caso, possiamo anche considerare secondaria...
A presto
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