Ciao Orfeo,
la discussione che hai impostato è davvero stimolante. Metto sul piatto anche i miei due cent (per quello che valgono), premettendo prima un paio di cose.
Sono d'accordo nel prendere le distanze, almeno in una certa misura, dalle esperienze personali; se si vuole andare a fondo in certe cose l'aneddotica lascia il tempo che trova per una serie infinita di "vizi di forma". Quindi la mia esperienza di diversi allestimenti fatti con il "perlon maturo" non puo' far testo.
Sono d'accordo, ancora, sul discorso dei prodotti. Personalmente non amo nessuna ditta del settore e faccio volentieri a meno di tutta una serie di ammennicoli, che per quanto riguarda il mio modo di fare acquariofilia, sono del tutto inutili o reperibili sotto altro nome ad un decime del prezzo. Non mi sono mai "scagliato" contro i negozianti o le ditte del settore perché sono fermamente convinto che i problemi nascono principalmente dagli acquariofili e non dai negozianti disonesti.
Vabbè sto divagando...andiamo al sodo.
Il punto è come far "partire" una vasca, giusto? Attivare e maturare, ok mi sta benissimo la distinzione anche se, secondo me, un filtro biologico classico (quindi con un buon redox positivo preso nel suo insieme), matura davvero solo dopo qualche mese.
Tu dici che il perlon maturo non lo useresti mai. Perché? Paura di veicolare agenti patogeni? Posso essere d'accordo fino ad un certo punto. Dopo che sono transitati pesci e piante per un anno, in vasca c'è di tutto. Protozoi su tutti (e in tutti i loro biotipi) ma anche altro, soprattutto quei parassiti facoltativi che fanno, spesso, la sfortuna degli acquariofili ;non tanto come agente eziologico principale quanto come cofattore insieme alle gestione sballata dei pesci (vado a naso con la percentuale ma non credo si sbagliare troppo se dico che il 90% dei pesci sono malnutriti in acquario). Ovviamente qui entra in gico anche la qualità dei pesci che si comprano ed il discorso è più complesso di quello che stiamo facendo per i batteri.
Altri "svantaggi" non ne vedo. Alcuni vantaggi però dovrebbero essere chiari. Salti tutto il periodo delle successioni ecologiche nel filtro (colonizzatori--->competitori--->equilibrio dinamico). Puoi subito gestire la metabolizzazione quantitativa del carico organico; in poche parole potresti avere subito una buona capacità filtrante in base ai pesci che vuoi inserire (ovviamente per arrivare all'equilibrio dinamico ci vorrà cmq diverso tempo).
Resta la questione delle condizioni reali.
Il metabolismo di un filtro è correlato a quella della vasca in tutte le sue componenti (luce, fondo, pesci, piante), e tutti i componenti si influenzano a vicenda, anche nel breve periodo.
Noi stiamo analizzando le dinamiche da un punto di vista generale e "medio" e non potrrebbe essere altrimenti proprio perché le nostre esperienze personali sono troppo poco "realistiche" (misuriamo poco e male per arrivare ad una verità su questo argomento). Ci sono due frasi storiche che gli acquariofili dicono con una certa frequenza: "L'acquariofilia non è una scienza esatta" (e mi è sempre sembrata una michiata) e "Ogni acquario fa storia a sè" (e questo secondo me è il nodo gordiano).
Sulla microbiologia dei filtri c'è una letteratura immensa, in larga parte deriva dallo studio applicato sui batteri per la depurazione delle acque. Ora non conosco la letteratura dell'articolo apparso su "Il mio acquario", ma se è come penso non credo ci serva a chiarire la faccenda "perlon maturo VS biostarter".
Mi fermo perché credo di aver già detto la mia razione giornaliera di scempiaggini...ma in fondo l'avevo detto che valevano solo due cent...
Spero solo di aver centrato il problema.