Questa discussione mi ricorda molto un'altra fatta nella sezione dolce, 3-4 anni fa. Ricordo che l'autore del post aveva definito questa sua filosofia di gestione low-tech naturale.. Uno dei passaggi più significativi di quel post riguardava la "assurdità" della guerra senza quartiere alle alghe, senza comprendere che probabilmente il problema non era le alghe stesse, quanto piuttosto l'ostinazione dell'acquariologo ad allevare piante che evidentemente non erano nelle condizioni orttimali per sopravvivere. Ed in questa guerra proliferano i post in cui si suggerisce ogni sorta di artificio, dalle resine, alla co2, a neon mostruosi. perfino antibiotici ecc. Da tutta questa letteratura forumesca deriva l'idea (sbagliata) che per avere una buona vasca sia necessaria tutta una serie di optional, che invece sono fondamentali solo per biotopi assai particolari. Non vi dico la mole di polemiche sollevata.
Io credo che da parte di molti utenti del forum ci sia l'idea che un nanoreef debba necessariamente essere il massimo del nanoreef, cioè la vasca adatta ad allevare anche le specie più difficili. Invece così non è. L'HQI non è fondamentale.....lo può`essere in certe condizioni e per certe specie. E cosi tante altre cose. La mia esperienza di reef è nulla (sto partendo ora) e vengo dal mediterraneo, tutto un altro mondo, un'altra filosofia!
Credo che la domanda di originale di Grumpy stia proprio qui: lui ha l'idea che il concetto di nanoreef includa anche quello di una certa filosofia di gestione.
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