Visualizza un messaggio singolo
Vecchio 21-03-2011, 00:37   #36
daniele68
Imperator
 
L'avatar di daniele68
 
Registrato: Nov 2004
Città: Turbigo
Acquariofilo: Dolce
N° Acquari: 6
Età : 57
Messaggi: 7.484
Foto: 1 Albums: 4
Post "Grazie" / "Mi Piace"
Grazie (Dati):
Grazie (Ricev.):
Mi piace (Dati):
Mi piace (Ricev.):
Mentioned: 80 Post(s)
Feedback 0/0%

Annunci Mercatino: 0
Quote:
esistono dei progetti di mantenimento specie in cattività, che chiedono aiuto anche agli acquariofili, e che sono riusciti nel re-inserimento della specie in natura, sia nel biotopo di partenza risanato, sia in biotopi vicini a quello dove la specie era sparita..
Marco, mi si rafforza il pensiero che non è impresa da tutti.
Vorrei chiederti una cosa;
un comune acquariofilo come me che volesse , o meglio è attratto dal discorso sopra, a parte l'nformazione necessaria per non far morire il pesce in vasca buttando via un patrimonio genetico, come fa a muoversi in quel senso ..
Mi spiego. Mi metto ad allevare un pesce a rischio perchè vorrei che tale specie non si estingua abbracciando il tuo modo di intendere, lodevolmente, questo approccio diverso dell'acquariofilia.
Il pesce lo riproduco... devo entrare in un giro particolare perchè io possa far si che i pesci riprodotti da me in cattività possano a loro volta riprodursi in vasche di qualcun altro appassionato e che non finiscano in mano a persone che li mettono in vaschette solo per bellezza o peggio , che ibridino pesci ( se fosse compatibile con pesci della stessa specie ma commerciali, magari ho scritto una str..ata).
quante dinastie devono passare perchè io possa trovare chi sicuramente potrà rimettere in natura un discendente dei pesci da me allevati? Ci vuole passione e dedizione, altrimenti non si rischia di allevare un pesce e vederne solo la sua bellezza e il suo modo di essere ma non raggiungere lo scopo di contribuire alla salvaguardia della specie?

Patrik dice:
Quote:
Heiko Bleher ha scritto sul suo ultimo viaggio in quella zona,che i denisoni si trovavano in 21 dei 27 fiumi vistati da lui.E erano molto comuni.Sembra più una questione commerciale per tirare su il prezzo che salvaguardare una specie!?
quindi non sono a grande rischio di estinzione questi ciprinidi...ma se si volesse incrementare il mercato dato che ,( Patrik tu che sei nell'ambiente correggimi se dico una cavolata),non si trovano facilmente probabilmente quelli che riescono ad averli sono pesci di cattura.. Allora tenendo alto il prezzo il pubblico si orienta su altri tipi di allevamento tornando alla solita acquariofilia più commerciale.Non si salvaguarda un habitat indirettamente?

Quote:
alcune specie possano convivere bene è vero, ma secondo me si dovrebbe prima cominciare con il monospecifico, poi passare a un simil biotopo ragionato(perdonatemi ma io gli acquari di comunità non riesco a sopportarli)...
Ale, se per acquari di comunità intendi tenere pesci che non hanno niente a che fare uno con l'altro ti do ragione, ma io che allevo una coppia di scalari con un gruppetto di cory che mi servono anche per smuovere il fondo, credo che alla fine male non ne faccio.



Marco, tu che sei informatissimo, quante possibilità ha un pesce allevato in cattività e reintrodotto in natura di vivere e riprodursi. L'uomo questo lo può dedurre solo col tempo stimando la popolazione o gli esemplari vengono monitorati come (ma non credo) ,per esempio, gli uccelli o i mammiferi con strumenti elettronici?

Altra domanda e poi non vi assillo più;
credo che persone del calibro di Marco per portare avanti un discorso del genere su cui Patrik non a torto asserisce che è praticamente impossibile salvare una specie allevando qua e la qualche pesce a rischio di estinzione, allora forse è meglio che creino associazioni riconosciute a livello stato a cui i vari ministeri dell'ambiente degli stati in cui questi pesci si trovano a rischio possano affidare l'allevamento con scopo di reintrodurre il pesce in habitat a rischio o "bonificati"?Non esiste già un discorso del genere a livello mondale o sono le associazioni di cui parlavi sopra?

.
__________________
La grandezza dell'uomo non consiste nell'essere felice, ma nell'essere consapevole, lucido.
Georges Minois, Storia del mal di vivere, 2003

Ultima modifica di daniele68; 21-03-2011 alle ore 00:57.
daniele68 non è in linea   Rispondi quotando
 
Page generated in 0,14409 seconds with 13 queries