Quantificare un rapporto dimensione vasca \ animale ospitato è cosa complicata.
Alla fine in qualche maniera serve dare delle dimensioni di massima più che altro per avere idea dello stato delle cose e per tracciare una linea per i neofiti.
Interessante e giustissima la distinzione che richiama il comportamento degli animali in natura piuttosto che non la loro dimensione in se stessa.
Effettivamente sarebbe opportuno allevare, sempre rimanendo in linea di principio teorica, animali "stanziali" (tipo cernia che menzionava Alessandro...) piuttosto che non pattugliatori marini e velocini nuotatori e\o comunque pesci che avrebbero bisogno di spazi estesissimi.
Capita comunque in natura, specie in zone dove elevatissime escursioni di marea creano delle verie lagune temporanee, individuare animali che per questo loro habitat si presterebbero maggiormente ad allevamenti in spazi ridotti.
Nel loro comportamento questi tendono poi comunque a rimanere in acque basse e zone comunque abbastanza limitate.
Chissà però poi quanto sono limitati gli accrescimenti di animali obbiettivamente inadatti all'allevamento in cattività, quanto siano "umorali" gli animali in funzione della specie e non invece stressati dalle condizioni forzate in cui vengono tenuti e quanto ancora sia verosimile una sofferenza dell'animale e non invece, semplicemente, un adattamento alla situazione di fatto...
Ciao e grazie della attenzione prestata.S.
|