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Vecchio 30-05-2010, 10:18   #26
Nebulus
Ciclide
 
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Salve amici anfibiofili (),

scusate l'intromissione, ma la discussione mi interessa molto. Tenete presente che non ho mai visto né conosciuto alcun anfibio, e che potrei scrivere (anzi probabilmente scriverò) solo castronerie titaniche; inoltre ci tengo a dire che non intendo schierarmi da nessuna parte, solo mettere in luce un paio di punti.
Ho letto la discussione di cui parlate (l'ultima) e buona parte di questa; mi permetto di osservare che forse peccate un po' di eccessiva intransigenza, o meglio di difesa "dura&pura" delle leggi vigenti.

Partiamo da un paio di presupposti: innanzi tutto dire "non si dovrebbe poter discutere di argomenti vietati dalla legge" è un atteggiamento che trovo sbagliato e francamente mi fa paura. Penso si debba poter discutere di qualsiasi cosa, fermo restando che ciascuno è responsabile di ciò che sostiene e di come lo sostiene e che in ultimo è il solo giudice delle proprie azioni, soprattutto di ciò che non è legale.

E questo va a braccetto col secondo presupposto: non sempre ciò che è legale è anche giusto. Mettete insieme le due cose e pensateci un istante: ci sono stati tempi non lontani in cui le donne non potevano votare, ad esempio. Se si fosse applicato il criterio del "è illegale, che non se ne parli!" dove saremmo oggi? In luoghi non molto peggiori di dove siamo, probabilmente . Ma almeno parte dei problemi che abbiamo non è forse dovuta a leggi che sono tali ma non sono giuste? Ad ognuno il proprio giudizio.

Pensate poi ad un'altra cosa: le leggi non sono eterne e immutabili, ma sono fatti umani stabiliti da uomini. E sono per propria stessa natura dei compromessi.
Vi propongo un estratto, indicato da AndreaDoc proprio sulla discussione sul Bufo, proveniente da http://www.amiciinsoliti.it/anfibi/bufo.html :

Quote:
La convenzione di Berna ha cercato di difendere la "fauna minore" disponendo un veto indiscriminato e spesso irrazionale sulla detenzione di tutti i rettili ed anfibi europei. Se questo genere di decisione poteva avere un ruolo nella salvaguardia di particolari specie in pericolo a causa di una commercializzazione priva di controlli (vedi Lacerta ocellata, L. viridis, Testudo hermanni, Chamaeleo chamaeleo, Elaphe situla, E. longissima, E. quattuorlineata...) non ha avuto alcun impatto sulle specie che pur essendo rare non rappresentano oggetto d'interesse a fine commerciale o alimentare (es Bombina pachypus, Bufo viridis, Hyla meridionalis, Salamandrina tergiditata, Natrix maura, Coronella girondica...). La cosa che più colpisce è che anche specie comuni quali Natrix natrix, Coluber viridiflavus, Podarcis muralis, P. sicula, Tarentola mauritanica, Hemidactylus turcicus, Anguis fragilis, Chalcides chalcides, Bufo bufo e molte altre siano cadute sotto la falce "massificatrice" dei legislatori europei. Certamente si fa prima a vietare tutto che ad informarsi sull'effettivo stato di conservazione delle singole specie (e magari scoprire che alcuni nostri rettili ed anfibi sono diffusi in tutta l'area mediterranea, Africa compresa, con popolazioni tutt'altro che minacciate).
Risulta oltremodo interessante che da quando questa legislazione è entrata in vigore i nostri rettili ed anfibi, salvo pochi casi di effettiva buona volontà mostrata da alcuni enti pubblici e privati, hanno continuato la loro vita come prima: sfrattati dalle ruspe, "bonificati" dagli acquitrini, uccisi dai gitanti, torturati dai ragazzini, scacciati dalle case (lo sapevate che la legge è stata modificata se no sareste stati potenzialmente multabili ogni volta che un geco fosse penetrato in casa vostra???).
A questo si aggiunge che poi di fatto l'applicazione della convenzione di Berna è stata demandata, in Italia, alle singole regioni. Questo ha generato una marea di mini-legislazioni per cui su uno nasce nelle Marche può catturare e detenere tutto, se nasce in Toscana ha a disposizione almeno un buon 50% di specie allevabili, se poi è in Liguria... è fritto: nulla di nulla salvo poter dimostrare con documenti alla mano che la specie allevata proviene da fuori o è nata in cattività.
Insomma si riuscirà un giorno ad avere una unica regolamentazione nazionale basata sul buonsenso e su dati effettivi... ed un po' più permissiva riguardo all'allevamento di specie autoctone? Vi sembra possibile che alleviamo e riproduciamo, con centinaia se non migliaia di esemplari, specie protette dalla convenzione di Washington, quindi realmente a rischio, e non possiamo stabilire uno stock di rospi comuni (che depongono 10.000 uova per coppia) nati in cattività, e che siano legali???
Lascio a voi il giudizio. Io comunque continuo ad agire nel rispetto delle leggi perchè sarebbe troppo comodo fare "all'italiana" (scusatemi il pessimismo). Ritengo comunque che allevare per un breve periodo un animale nostrano nel rispetto delle sue necessità, magari per salvarlo da morte certa, e comunque per permetterci una buona volta di fare la sua conoscenza (E QUESTA SECONDO ME E' LA CULTURA CON LA C MAIUSCOLA) non recherà alcun danno alla nostra fauna minore, anzi se queste esperienze si tradurranno in divulgazione si sarà fatto senz'altro del bene e magari chi quest'estate ha ucciso a bastonate un orbettino solo perchè assomiglia lontanamente ad un serpente potrà pentirsi e guardare con più rispetto a questi piccoli capolavori della natura!

Purtroppo è la verità: molte leggi sono tranciate con l'accetta, proprio per il loro carattere compromissorio. Inoltre chi le stila sono esseri umani, come voi e me. Chi è più competente in materia, il legislatore o molti degli appassionati che scrivono su questo forum? Non lo so, però di sicuro il legislatore ha dovuto adattarsi (peraltro in maniera assolutamente non uniforme a livello applicativo territoriale, come potete leggere) ad una convenzione internazionale necessariamente stilata in termini cauti e protezionistici, preferendo andarci giù pesante con i limiti.


Sto pensando, spinto anche dalla recentissima ripresa della frequentazione di questo bellissimo (e credetemi, non è retorica) forum, a riallestire una mia vaschetta di 25 L lordi; con l'allestimento che ho in mente, penso che di acqua verrebbero un 10 - 15 L netti, e e mi avrebbe fatto piacere metterci dei pesci. Raccogliendo idee e informazioni sono passato anche dal sempreverde sito di Anita Virga, dove ho letto che è vietato tenere pesci in meno di 30L; sono certo che Biggia non sia una che scrive cose a vanvera, perciò mi sono sentito subito in colpa e mi son detto "ok, solo Neocaridina". Poi però mi è tornato in mente che in quei 25L ho riprodotto fior di "Endler" puri, che ho pure smazzato a molti (all'epoca) frequentatori di questo forum (non so se passino ancora da queste parti, in caso potrete avere delle conferme) contribuendo, nel mio piccolo, alla diffusione e salvaguardia, seppure in cattività, di questa specie, con la certezza perlatro di affidarli a gente se non competente perlomeno con la voglia e l'interesse a documentarsi e migliorarsi.

Sono un delinquente o un difensore della Natura? Non sta a me dirlo, di sicuro sono un essere umano che fa quello che può nel rispetto e nella consapevolezza dei propri limiti. Di sicuro non tutto ciò che è legale è giusto a prescindere. Di sicuro alcuni di quelli che hanno promulgato o avallato le leggi in difesa dei rospi sono gli stessi che poi danno l'autorizzazione a procedere quando si tratta di prosciugare degli stagni dove i rospi si riproducono per farci costruire l'ennesimo centro commerciale su cui poi prenderanno una congrua mazzetta, e se la ridono alle spalle di noi poveracci al grido di "Il rospo? Che si f**a!".

E' il caso di non mettere neppure in discussione tutto ciò?

State bene, e scusate il papiro.
Nebulus non è in linea  
 
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