restano però gli interogativi precedentemente posti..:
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Originariamente inviata da Paolo Piccinelli
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- I batteri sulla superficie del biofilm devono poter tollerare una certa acidità e quindi saranno per lo più deputati alla trasformazione di ammoniaca/ammonio in nitrito, al loro riparo possono crescere quelli deputati alla trasformazione di nitrito in nitrato che non amano l'acidità e l'ammoniaca e che quindi beneficiano dell'azione dei precedenti, in "profondità" avremo zone poco ossigenate in cui c'è la possibilità di trovare dei denitrificanti... è possibile e come si può fare per ottenere un biofilm abbastanza spesso ?!?
- quali sono i parametri che avvantaggiano un ceppo piuttosto che un altro?
- esistono differenze fra il biofilm che si sviluppa nel filtro (quindi con ossigenazine massima) e quello che si sviluppa nei vari strati del fondo?!? (per me si )
- quali sono queste differenze e in che modo reagisce l'acquario avvantaggiando l'uno o l'altro?
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Per rispondere a questi bisognerebbe sapere:
Quanto aderiscono sti batteri? (per dimensionare il flusso)
Che spessore minimo deve avere il film perchè si organizzi in strato aaerobio ed aerobio? (e questo dipende comunque dal flusso d'aqua, a minor flusso corrisponde meno spessore)
Che rapporto di popolazione deve esserci perchè il ciclo arrivi alla fine? ovvero che differenza di metabolismo abbiamo?
Messa terra terra se mi serve 1 mm (misura a caso) per creare anossia (sede trasformazione nh-no2-n03) quanti mm di strato anossico (no3-n2) mi servono per chiudere il ciclo?
Il tutto poi, anche se si riuscisse a calcolare, varrebbe esclusivamente in teoria, ovvero flusso d'acqua laminare costante in tubo a pareti lisce, senza alcuna variazione nel tempo. Cosa inapplicabile ad un qualsiasi filtro o fondo!
E qui le mie grame nozioni biologiche non sono più sufficienti.
