A 15 anni ho fatto il corso di 1° grado. In acqua mi sentivo un re. Non c'è mai stata un'altra pratica sportiva in cui mi sia sentito così sicuro dei miei mezzi, lucido e piacevolmente emozionato.
Frequentavo la federazione sammarinese (i sopracitati corsi "cittadini" che durano mesi in piscina) e sono contentissimo di averlo fatto, tanta preparazione fisica, approfondimenti e soprattutto l'instaurazione di un clima familiare, serio ma sereno e rilassato che da sempre associo a questa pratica sportiva.
L'amico di tutta la mia vita (praticamente un gemello separato alla nascita) che frequentava un'altra federazione nel 2000, poco dopo aver compiuto 18 anni, la domenica mattina quando tutto il gruppo era già partito ha voluto immergersi da solo. L'hanno ritrovato 5 giorni dopo senza maschera e con il cappuccio della muta sfilato. Sappiamo benissimo tutti quanti cosa possa essere successo.
Ho cominciato a chiedere ed "indagare" esterrefatto e allibito, soprattutto mi chiedevo perchè si fosse immerso DA SOLO. Beh ho saputo che solitamente il lunedì mattina si incontrava con altri ragazzi subaquei fuori dalla scuola e si vantavano di quanto profondi fossero riusciti ad immergersi durante il week-end.
Beh c'è poco altro da aggiungere, da quel giorno non so perchè ma non ho più avuto il coraggio di immergermi anche se l'attrazione a tornare è molto forte.
Questo mio intervento non c'entra nulla nella diatriba tra didattiche ma era per puntualizzare che immergersi non è e non sarà mai uno "scherzo" e la "filosofia" o la "mentalità" che un gruppo o un istruttore riesce a creare, fa la differenza. Nel senso che nozioni, pratica e allenamento senza una corretta mentalità non creano comunque la "sicurezza".