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come GROSTIK, non sono per nulla nazionalista, almeno riguardo a quello che acquisto per questo hobby. alcuni paesi hanno un costo del lavoro e un regime fiscale molto inferiore al nostro, e questo gli permette di essere molto competitivi, nulla di nuovo.. il problema è che quando lo stesso prodotto arriva in Europa, o meglio, in Italia, il prezzo subisce un'impennata del doppio o del triplo che non può essere imputabile al solo costo di trasporto o dazi doganali.
credo che il problema debba essere posto dal lato dell'offerta, piuttosto che della domanda, anche se devo riconoscere che ultimamente qualcosa è stato fatto.
per fare un esempio, il classico rifrattometro che 2 anni fa costava più di 60 euro, a fronte dei 25 su ebay, ora si trova a poco più di 30 euro e a quei livelli mi sta pure bene acquistarlo qua. però mi chiedo pure quanto ci avranno guadagnato fino ad allora, e quanto questo tipo di logica abbia contribuito a frenare la diffusione del nostro hobby.
lasciando stare poi quei negozi tradizionali che hanno vissuto dell'affare unico e grasso (leggi: ci straguadagno col rischio che non torni più, ma tanto ne arriverà un altro fesso come te). alcuni di questi hanno chiuso i battenti, altri ci sono vicino e in tutta onestà proprio non me ne dispiace.
il prezzo imposto mi piace poco, in quanto cozza contro un liberismo che viene sbandierato solo quando fa comodo. se sono il prezzo e la concorrenza che devono regolare il mercato, mi chiedo come possa succedere, una volta che si unifica il prezzo e si basa la concorrenza su altri parametri. ancora meno mi piace l'idea che un cartello commerciale possa essere aggirato con una trattativa. in poche parole, se sei furbo e hai voglia di intortare il negozio, hai il tuo ritorno, diversamente paghi.
non mi piace e non ci posso fare nulla, se non comprare dove mi conviene di più.
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