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Originariamente inviata da Marco AP
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Mi piacerebbe molto dire anche la mia... ma non posso. Vi invito però a leggere un libro uscito da non molto che si chiama "L'altra casta" di Livadiotti. Dove oltre a parlare dei sindacati parla molto anche dell'Alitalia....
Io dopo aver letto quel libro ho aperto gli occhi... o meglio... ho avuto tante... tante conferme... a cose che già immaginavo...
Per i curiosi, qui http://espresso.repubblica.it/dettag...468&ref=hpstr1 si trova un sunto del libro.
Ciao
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Caro Marco,
ho letto quel libro, e non l'ho trovato più interessante di altri.
I sindacati italiani, ed in particolare la CGIL (ma non solo, in quanto includerei anche gli autonomi, soprattutto negli ultimi anni), sono una delle poche, vere ed ultime risorse della gente normale, in un paese storicamente devastato dal potere di pochi.
Ci sono voluti anni per arrivare finalmente, nel 1970, allo Statuto dei Lavoratori. Quello Statuto, legge dello Stato, che ancor oggi impedisce al datore di lavoro di licenziare senza motivo un dipendente.
Il che vuol dire, tradotto in termini concreti, impedire di usare il licenziamento come uno strumento per far quadrare i bilanci, come se i dipendenti fossero pedine di un gioco da tavolo.
Quello che in molti paesi europei era scontato, e che avevano da tempo, da noi è stato conquistato solo negli anni più recenti. E sono per lo più conquiste sindacali.
La storia dei bilanci, approfonditamente trattata in quel libro, è cosa vecchia.
Certamente i sindacati non brillano per trasparenza dei conti.
Del resto in un paese come il nostro, con un Presidente del Consiglio plurindagato e prescritto, diversi ministri pregiudicati (fra cui quello dell'Interno), e l'impossibilità di avere persone ai vertici che non abbiano il pedegree di un criminale di buona fattura, rimane piuttosto ingenuo e fantasioso aspettarsi che i sindacati, come celestiali uccellini, siano puri come l'acqua santa.
Fermo restando questo, l'aggressione storica ai versamenti sindacali è tradizione di questo paese. Siccome il sindacato è forte, e piacerebbe tanto toglierlo di mezzo come fece Lui durante il ventennio, si è tentato in tutti i modi. Ad esempio eliminando il prelievo automatico della quota annuale dalla busta paga del lavoratore.
Non sarà inutile ricordare che ancora oggi il versamento è su base volontaria. Tanto volontaria che io, che non sono iscritto, non verso niente.
Pensa che il lavoratore dipendente può anche usufruire dei servizi sindacali, senza essere iscritto, ma limitandosi a pagare un rimborso spese. Ad esempio per l'assistenza fiscale nella redazione del 730.
Senza i sindacati, ed in particolare la CGIL (che a parte gli autonomi è l'unico che può definirsi sindacato, vista la politica di CISL e UIL, le ragioni della loro nascita e le persone che le dirigono), l'Italia sarebbe un paese peggiore di quello che è.
Un paese dove oltre a subire, come subiamo quotidianamente, l'arroganza di criminali e prostitute che siedono nella stanza dei bottoni, e la protervia dei pochi ricchi che governano l'economia fra furti di taxi, orgette con trans, matrimoni in ciabatte con frequentatrici di divani ministeriali e caciottari immobiliaristi che conto terzi tentano di scalare i grandi giornali per consegnarli al padrone, dovremmo anche subire un'aggressione ancor più insidiosa ai pochi diritti e ai pochi soldi che la gente comunque guadagna.
Ed invece c'è la CGIL, per fortuna.
Oh, sì, ha fatto tanti errori, e tanti ne farà ancora. A cominciare dal no ad Air France.
Oh, sì, ha avuto anche gente tipo Cofferati come segretario. Il balilla dei poveri.
Oh, sì, il suo bilancio è milionario (e meno male).
Oh, sì, talvolta deve istituzionalmente difendere categorie che non piacciono allla dirigenza e alla gente (vedi i piloti).
Però per fortuna la CGIL ancora c'è, e quando non ci sarà più, se mai accadrà, ce ne accorgeremo tutti noi che lavoriamo, e saranno lacrime amare.
Detto questo, ribadisco un dato che non mi sembra essere chiaro a qualcuno degli intervenuti: la CGIL e gli altri due sindacati confederati in Alitalia non rappresentano quasi nessuno, in particolare fra il personale di volo.
Qui contano Anpav, Anpac e poco altro.
E meno male.
Eh sì, perchè anche in seno al sindacato ci sono figli e figliastri, e fanno bene i lavoratori del comparto volo a difendersi da soli, visto che non sono certo molto amati da un sindacato che nasce storicamente con una vocazione operaia.
Mi piacerebbe che anche una sola delle persone che ho sentito in questi giorni parlare in televisione, o letto su questo forum, avesse dato un'occhiata al contratto proposto dalla CAI.
Un contratto che non firmerebbe nemmeno un folle, e tanto assurdo che, come qualcuno ha anche ipotizzato, è forse stato appositamente predisposto per essere rifiutato dai lavoratori.
C'è una disposizione che prevede la reperibilità sul 90% dei giorni di riposo (che sono otto al mese). Il che vuol dire un giorno di riposo al mese. Un solo giorno al mese con la certezza di non essere chiamati in piena notte. Uno solo.
Ce ne è un'altra che prevede il trasferimento per motivi di servizio da una città all'altra con il preavviso di pochi giorni. Roba che non capita nemmeno ai militari. Oggi vivi a Roma, a fine mese a Torino. E poi chissà.
Ce ne sono di tutti i tipi, per tutti i gusti.
Io spero che fallisca, come è giusto che sia, e che l'attività venga rilevata da una compagnia straniera, con tutela del numero più elevato possibile di lavoratori.
Berlusconi, il più grande responsabile di questa schifezza, che non a caso non proferisce parola sull'argomento da settimane, la farà comunque franca: ci sono i sindacati a cui poter dare la colpa, come sempre.
A presto